25 Aprile telematico, per non dimenticare...

Nonviolenza e Resistenza

=========================================================== Area: Scuola Educazione [PeaceLink] Data: 23/4/1995 2:57 Da: Alessandro Marescotti A: Tutti Sogg: nonviolenza e Resistenza -------------------------------------------------------- La ricerca storica ha due aspetti: da un lato la ricostruzione scientifica ed obiettiva di cio' che e' avvenuto, dall'altro la ricerca delle radici culturali e politiche su cui costruire il proprio "apparentamento". Si studia cioe' la storia sia per uno scrupolo conoscitivo "imparziale" sia per un "feeling" parzialissimo che va a "fiutare" quale storia scegliere alla base dei propri progetti per il presente e il futuro. Perche' dico questo? Perche' la ricerca all'interno della Resistenza puo' "fiutare" elementi diversi: c'e' chi valorizza la vittoria della lotta armata e chi valorizza la fine della lotta armata (e la vittoria degli ideali della lotta popolare antifascista). Io, come pacifista, preferisco fare questa scelta. La Resistenza puo' essere letta come maturazione dolorosa e collettiva di una scelta e di un imperativo: MAI PIU' LA GUERRA. La Resistenza puo' essere collegata alla Costituzione, a quell'art.11 che "ripudia la guerra", alla Carta dell'ONU che si propone come obiettivo centrale il mai piu' ripetersi della guerra. Rifiuto ormai la classica divisione: c'e' chi ha ragione e chi ha torto, quindi la violenza di chi ha ragione e' violenza giusta e la violenza di chi ha torto e' violenza sbagliata. Sulla base di questo schema si e' generata la giustificazione della guerra del Golfo. E Giorgio Bocca, partigiano, ha condannato i pacifisti e giustificato il massacro degli irakeni. Io rifiuto questo fine che giustifica i mezzi, rifiuto l'atomica di Hiroshima, rifiuto i bombardamenti a tappeto sulle citta' tedesche compiuti dai bombardieri alleati, rifiuto il massacro dei civili, la demonizzazione del nemico, la sua distruzione. Se gli italiani fossero stati bombardati come gli irakeni forse il fascismo avrebbe avuto piu' simpatizzanti e i partigiani di meno. Rifiuto quindi l'idea di prendere a modello ideale la "guerra" partigiana e preferisco la "lotta di liberazione popolare" in cui l'azione militare era quella di legittima difesa, di sabotaggio, di non collaborazione e di insubordinazione civile di massa. Le testimonianze qui citate relative alla Resistenza a Voltana mettono in evidenza alcuni aspetti tipici della nonviolenza: - la non collaborazione che si esprimeva nella non adesione al fascismo (rifiuto della tessera fascista, la perdita del lavoro, il rifiuto di vendere la Casa del Popolo); - la disobbedienza e l'insubordinazione sociale (azioni spettacolari, specie in occasione del 1' maggio); - la solidarieta' popolare. La Resistenza armata e' stata compiuta in Italia da migliaia di persone che poggiavano su un retroterra sociale di milioni di antifascisti: le armi sono state la punta di un iceberg, l'elemento piu' evidente di un processo sociale molto piu' ampio i cui effetti "di base" sono stati a volte piu' importanti della lotta armata stessa (altrimenti i partigiani avrebbero fatto la fine di Pisacane). Su questo ho gia' scritto nel saggio "Voltana: violenza e non violenza nella Resistenza romagnola" contenuto in "La lotta non armata nella Resistenza" (edito dal Centro Studi Difesa Civile di Roma, tel.06.61550768). Vorrei citare alcuni passi di Gandhi (tratti da "Teoria e pratica della nonviolenza", Einaudi) sul rapporto fra violenza e nonviolenza. Per riflettere e operare, ognuno, una rivisitazione circa la "necessita'" e "non necessita'" della violenza. "A rigor di termini, nessuna attivita' e nessuna occupazione e' possibile senza un certo grado, per quanto limitato, di violenza. La stessa vita e' impossibile senza un cenro grado di violenza. Cio' che dobbiamo fare e' limitare questa violenza quanto piu' e' possibile." (pag.78) Gandhi non esclude l'uso della violenza, esclude il concetto della "violenza giusta". Non distingue fra violenza giusta e ingiusta ma fra violenza evitabile e violenza INEVITABILE: "Colui che non uccide un assassino che sta per uccidere suo figlio (quando non puo' impedirglielo in altro modo) non ha alcun merito, ma commette peccato." (pag.70) In precedenza (pag.69) aveva scritto: "Supponiamo che un uomo venga preso da una follia omicida e cominci a girare con una spada in mano uccidendo chiunque gli si pari dinnanzi, e che nessuno abbia il coraggio di catturarlo vivo. Chiunque uccida il pazzo otterra' la gratitudine della comunita' e sara' considerato un uomo caritatevole." Concluderei con questa citazione, sempre di Gandhi: "La non-violenza non e' una giustificazione per il codardo, ma e' la suprema virtu' del coraggioso. La pratica della non-violenza richiede molto piu' coraggio della pratica delle armi. La codardia e' assolutamente incompatibile con la non-violenza. Il passaggio dalla pratica delle armi alla non-violenza e' possibile, e a volte persino facile. La non-violenza dunque presuppone la capacita' di colpire. Essa e' un cosciente e volontario freno imposto alla propria volonta' di vendetta. Ma la vendetta e' sempre superiore alla passivita', imbelle e impotente sottomissione. Il perdono pero' e' ancora superiore. Anche la vendetta e' simbolo di debolezza." (pag.23) Non paia enfatico riprendere ancora una volta quelle parole "gandiane" pronunciate a Voltana il 25 luglio 1943 in un pubblico comizio da un comunista che non conosceva Gandhi: "La miglior vendetta e' il perdono." Alessandro ___ Mercurio 1.12 Eval. * Origin: PEACELINK, c.p.2009, 74100 Taranto, Italy (61:391/1.5) =========================================================== Area: Scuola Educazione [PeaceLink] Data: 23/4/1995 3:13 Da: Alessandro Marescotti A: Tutti Sogg: ricerche su Resistenza e Nonviolenza -------------------------------------------------------- Ecco alcuni riferimenti per approfondimenti: AA.VV. "La lotta non armata nella Resistenza" Centro Studi Difesa Civile, Roma AA.VV. "Dalla Resitenza alla nonviolenza" Azione Nonviolenta aprile '95, numero monografico S.Piziali "Resistenza non armata nella Bergamasca" Quaderno DPN n.10, MIR-Padova R.Barbiero "Resistenza nonviolenta a Forli'" Quaderno DPN n.18, La Meridiana, Molfetta AA.VV. "Una strategia di pace: la difesa popolare nonviolenta" FuoriThema, Bologna J.Semelin "Senza armi davanti a Hitler. La Resistenza civile in Europa, 1939-43" Ed.Sonda, Torino L.Gherardi "Le querce di Monte Sole.Vita e morte delle comunita' martiri tra Setta e Reno" Il Mulino, Bologna E.Gorrieri La Repubblica di Montefiorino Il Mulino, Bologna ___ Mercurio 1.12 Eval. * Origin: PEACELINK, c.p.2009, 74100 Taranto, Italy (61:391/1.5)

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