25 Aprile telematico, per non dimenticare...
Serafi'/1
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Area: Scuola Educazione [PeaceLink]
Data: 20/4/1995 17:8
Da: Alessandro Marescotti
A: Tutti
Sogg: Serafi'/1
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"Come mai non ha aderito il tale, il tal altro?"
La gente a Voltana e in tutt'Italia si chiedeva come mai una persona stimata
non avesse aderito al fascismo.
La gente che pensa si e' sempre chiesta il perche' delle cose.
Serafino Baroncini, detto Serafi', persona integerrima e stimata, ci piega la
ragione della sua "distanza" dal fascismo.
Gli anni Trenta, a regime vittorioso e stabilizzato, sono anni duri per gli
antifascisti, di isolamento e di sconfitta.
A Voltana Serafi' e' un riferimento per chi non china la testa.
Nel pieno dell'isolamento, cosi' gli antifascisti misurano la propria statura
morale: non collaborando, non aderendo, mostrando il proprio dissenso con un
rumoroso silenzio, tenendosi lontani da gesti si servilismo e di cedimento.
E questo mentre molti intellettuali si chinano servili al nuovo padrone.
Serafi' conduce i suoi studi senza "integrarsi" nel coro intellettuale, senza
partecipare alla propaganda. "Mi opposi spontaneamente al fascismo, leggevo
Victor Hugo, Tolstoj, ecc. e mi rimasero impressi soprattutto I Miserabili per
il loro vigore."
Questi motivi culturali lo portano a formarsi una coscienza sociale di tipo
nuovo, si formano le sue radici ideali da cui prende vigore la sua convinzione
antifascista. Al tempo della marcia su Roma ha 12 anni (nasce il 7 settembre
1910) e a scuola vede crescere una schiera di "studenti conformisti", come lui
li chiama, che non accettano il suo "ragionare diversamente", il suo pensiero
critico, autonomo e ribelle all'autorita': "Allora sei un comunista! Allora sei
un socialista!" E accuse come queste segnano la sua crescita intellettuale
assieme a velate e zuccherose richieste di ammorbidimento del suo modo di
essere "controcorrente". Fa male infatti al fascismo vedere nel paese Serafi'
che non porta, con il suo prestigio, acqua al mulino del potere. Ma Serafi'
si incontra nella clandestinita' con i comunisti come Lino Giugni e in pubblico
passeggia con Luigi Soldati, altro antifascista, poeta del paese, traduttore
della Divina Commedia in dialetto romagnolo. E la gente mormora, si chiede:
"Come mai Serafi' non aderisce al fascismo?".
Serafi' e Luigi Soldati ricevono un trattamento di favore rispetto agli altri
antifascisti: non vengono mai picchiati.
Il potere li teme come "simbolo" e per questo non li tocca, darebbe dei pugni
alla propria immagine di regime che ha vinto e non ha piu' paura di nulla.
(continua)
--- Mercurio 1.12 Eval.
* Origin: PEACELINK, c.p.2009, 74100 Taranto, Italy (61:391/1.5)
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Area: Scuola Educazione [PeaceLink]
Data: 21/4/1995 1:55
Da: Alessandro Marescotti
A: Tutti
Sogg: Serafi'/2
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IL CONSENSO OCEANICO, LO SMARRIMENTO DEGLI ANTIFASCISTI
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"Reclutando persone stimate e considerate, il regime tentava di darsi una
stabilita' ormai sicura, si pensi al Concordato del 1929 con la Chiesa
Cattolica", ci dice Serafi'. E continua: "L'Italia e' pacificata, diceva
Mussolini. Voleva dare un'immagine armonica dell'Italia, accettabile
internazionalmente. Voleva dare agli antifascsiti la terribile impressione che
ormai la resistenza fosse stata vinta, annullata e ormai praticamente inutile."
L'IMPORTANZA DELLA FACCIATA
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Ma questo disegno strategico del regime, che mirava alla creazione del consenso
massimo, non sempre funziona e anche l'economia, aggiunge Serafi', e'
apparentemente "pacificata": il controllo dei prezzi e' ad esempio attuato con
sistemi che danneggiano i piccoli commercianti. La stabilita' dei prezzi e'
un'operazione piu' propagandistica e di facciata che una reale manovra
economica di contenimento dell'inflazione. Serafi' fa osservazioni che scendono
in profondita' anche nel livello strutturale della societa'.
CLANDESTINI: SUL FILO DEL RASOIO
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Il discorso giunge presto al livello delle scelte di uomini che decidono di
vivere una doppia vita: "normale" di giorno, clandestina di notte. "Nella
clandestinita' - ci dice - i contatti avvenivano in gruppi di due o tre
persone. Non si conoscevano fatti o persone oltre a quelli strettamente
necessari, questo per evitare che fossero estorte "confessioni", per evitare
soffiate, infiltrazioni, ecc."
Serafi' si sofferma sulle donne, le "insospettabili" che consentono alla
Resistenza clandestina di mantenere un flusso di informazioni costante. Il
fascismo non da' molta importanza alla donna e non sospeppa delle molte
"staffette partigiane" che svolgono un'azione a volte decisiva: trasportano la
stampa, messaggi, medicine per curare i feriti, le armi, gli elementi per la
costruzione delle radio.
Ma la clandestinita' ha il suo giorno magico: il primo maggio.
In quel giorno emerge l'azione clamorosa, il "segnale al popolo" che
l'antifascismo non ha gettato la spugna.
Ogni primo maggio Voltana e' quasi in stato d'assedio: il fascismo teme sempre
qualche sorpresa. Un anno viene issata una bandiera rossa, un altro saltano
fuori scritte murali, un altro ancora viene ucciso un sospetto agente segreto
dell'OVRA.
25 LUGLIO
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"Ci fu un patto locale in Casa Giardini tra i rappresentanti dei fascisti
locali (Nino Giardini e "Facia") e i dirigenti antifascisti Luigi Soldati,
Gualtiero Poletti, Arcangelo Filippi. Si discusse e si concordo' di evitare
fatti gravi a Voltana, nell'interesse di tutti.
NUDI NELLA NEVE
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Ma il patto fu infranto dai fascisti che nell'inverno, il 20 dicembre 1943,
prelevarono di notte Gualtiero Poletti da casa e gli spararono un colpo alla
tempia. Gualtiero si salvo' miracolosamente." Il proiettile devio' rimbalzando
fra le ossa del cranio, senza ledere il cervello, ma Poletti ebbe la prontezza
di spirito di stramazzare a terra, rimanere nel suo sangue e fingesi morto. Non
si mosse piu' e attese, nonostante il dolore, che i fascisti se ne andassero
convinti di averlo eliminato.
Il 6 gennaio 1944 viene tentato il sequestro di Bruno Cattani, in casa sua. Ma
i fascisti non riescono a prenderlo. Bruno Cattani fugge nella neve a piedi
nudi e senza vestiti. Cerca di nascondersi ma senza successo e trova scampo
solo camminando per chilometri e chilometri, raggiungendo un altro paese,
S.Agata, dove abita la sorella. Tutti ricordi che Serafi' cita come se fosse
ieri, con una precisione impressionante.
QUARZI PIEZOELETTRICI
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"Il 27 maggio 1944 - ci racconta - vengono consegnati ai partigiani i quarzi
piezolelettrici per la costruzione della radio clandestina: erano stati rubati
dalla caserma dei carabinieri."
P 38
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Il primo giugno 1944 avviene in primo rastrellamento a Voltana. Le Brigate Nere
effettuano una perquisizione di Mario Marescotti, vi trovano una vecchia
pistola a due canne, non funzionante: basta per condurlo nei campi e sparargli
un colpo alla testa. E' il 2 giugno, Mario Marescotti si accascia esanime in
una pozza di sangue. Ma un'altra storia di Serafi' ci fa rabbrividire: "Forse
si chiamava 'Ciana', i fascisti lo presero a Giovecca per fargli dire cio' che
non voleva o non poteva confessare: gli strapparono le unghie, gli cavarono gli
occhi, gli forarono i timpani. E poi lo fucilarono."
Serafi' si compra 50 proiettili e una pistola P 38, in tutto 4 mila lire di
allora.
LE SUORE IL MITICO BOLOW
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Serafi' ci parla dei medici "compagni" che curano i feriti e della
collaborazione di alcune suore. Si procura medicine, le invia con le munizioni,
sa che arrivano a Bulow, il leggendario comndante partigiano che passa da
Alfonsine: dietro quel soprannome c'e' Arrigo Boldrini, futuro parlamentare ed
esponente nazionale di spicco del movimento partigiano.
Il tutto avviene sempre mediante scambi con uova fresche e farina.
SEGRETARIO DEL CLN
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Serafi' e' modesto, schivo, ma dalle sue parole comprendiamo presto che
l'incarico che ricopre in tali circostanze e' quello di massima
responsabilita': segretario del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN)
nell'attivissima zona di Voltana, una delle piu' "calde".
E' lui che scrive a Voltana il manifesto per la liberazione, il 25 aprile 1945.
Disegna la bandiera locale del PCI, sua moglie, Enrica, la ricama insieme a
Giovannina Ricci, altra staffetta partigiana molto attiva.
INDIPENDENTE
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Ma Serafi' nasce come spirito indipendente e come tale rimane, pur nella sua
militanza "accanto" al PCI.
Non cela i dissensi e si dimette dalla sua carica di segretario del CLN: alcuni
gruppi di partigiani sfuggono infatti al controllo politico e compiono azioni
in contrasto con le direttive del CLN. Nel 1946 si ritira dalla vita politica
attiva, forse con qualche amarezza. La sua e' stata un'azione politica
fondamentalmente da "indipendente", da saggio moderatore, da persona di cultura
che nell'azione politica vede proiettati i valori dell'umanesimo socialista.
Rimane riferimento per tutto l'antifascismo voltanese.
Da qualche anno ci ha lasciato, non pero' il suo ricordo e il suo esempio.
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LE INTERVISTE A VOLTANA SONO STATE RACCOLTE DAL 1975 AL 1980 DA LUCIANO
MARESCOTTI, GIA' APPARTENENTE ALLE SQUADRE DI AZIONE PATRIOTTICHE (SAP), E DA
SUO FIGLIO ALESSANDRO, ALLORA POCO PIU' CHE ADOLESCENTE.
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--- Mercurio 1.12 Eval.
* Origin: PEACELINK, c.p.2009, 74100 Taranto, Italy (61:391/1.5)
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