Rapporto Garreton sulla situazione dei diritti umani in Zaire



Nazioni Unite
Consiglio Economico e Sociale
Commissione sui Diritti Umani
sessione 53 - punto 10 dell'agenda provvisoria
E/CN.4/1997/6/Add.2
2 aprile 1997

Interrogazione sulla violazione dei Diritti Umani e delle Liberta' Fondamentali in ogni parte del mondo, con particolare riferimento alle colonie e agli altri paesi e territori dipendenti.

Rapporto sulla situazione dei diritti umani in Zaire, preparato dal Relatore speciale signor Robert Garreton, in conformita' alla risoluzione 1996/77 della Commissione.

Supplemento

Rapporto sulla missione eseguita su richiesta dell'Alto Commissario per i diritti umani tra il 25 e il 29 marzo nell'area occupata dai ribelli nello Zaire orientale.

CONTENUTI

  • INTRODUZIONE
    • La richiesta dell'alto commissario
    • La missione nello Zaire orientale

  • GLI EVENTI INVESTIGATI
    • Dichiarazioni di massacri perpetrati dai ribelli
    • Le spiegazioni fornite dalle autorita' dei ribelli
    • Eventi non trattati nella investigazione preliminare
    • La situazione attuale riguardo agli eventi investigati

  • CONCLUSIONI E RACCOMANDAZIONI
    • Conclusioni
    • Raccomandazioni






INTRODUZIONE

Un'interrogazione dell'Alto Commissario

  1. In risposta a varie dichiarazioni riguardo a massacri nei confronti di profughi Hutu nelle regioni del Nord e del Sud Kivu occupate dai ribelli dell'Alleanza delle Forze Democratiche per la Liberazione del Congo-Zaire (AFDL), l'Alto Commissario per i Diritti Umani ha emesso un comunicato stampa il 6 marzo 1997 in cui, esprimendo una grave preoccupazione riguardo a quegli eventi, ha dichiarato:
    • di star esaminando la possibilita' di mandare osservatori sui diritti umani nello Zaire orientale, se venivano fornite le necessarie garanzie e venivano resi disponibili i fondi necessari
    • di aver chiesto al Relatore speciale della Commissione sui Diritti Umani, riguardo alla situazione dei diritti umani in Zaire, di investigare sulle dichiarazioni di massacri, e di fare delle raccomandazioni presso la Commissione sui Diritti Umani alla prossima sessione, che avrebbe avuto inizio la settimana seguente.
  2. Il giorno dopo, il Presidente del Consiglio di Sicurezza ha espresso la propria soddisfazione per "l'invio di una missione d'inchiesta delle Nazioni Unite nell'area", con specifico riguardo alle conseguenze dei continui combattimenti per i profughi.
  3. Quando il Relatore ha appreso del compito che stava per essergli assegnato, ha subito scritto all'Alto Commissario affermando che la spedizione di osservatori sul campo non poteva ricadere al di fuori del suo proprio mandato, e che lui era in condizioni di intraprendere la missione sul campo immediatamente o nel momento indicatogli. Ha aggiunto che, a causa della natura seria delle dichiarazioni, "il Relatore non puo' intraprendere una missione del genere con l'aiuto di un solo assistente: la presenza di esperti legali, antropologi ed esperti balistici, come minimo, appare essenziale".
  4. L'Ufficio dell'Alto Commissario ha spiegato al Relatore che gli intenti, sia dell'Alto Commissario che del Consiglio di Sicurezza, erano per il momento limitati esclusivamente ad un'investigazione preliminare designata per accertare se le dichiarazioni sui massacri nei confronti dei profughi fossero abbastanza solide da giustificare un'investigazione che coinvolgesse le necessarie risorse tecniche. Considerata la natura di urgenza del caso, il Relatore si e' detto d'accordo nell'intraprendere la missione preliminare, nonostante le sue riserve.. A questo scopo, egli ha richiesto un'autorizzazione al governo dello Zaire, mentre l'Ufficio dell'Alto Commissario ha richiesto al presidente dell'AFDL di consentire che la missione di investigazione potesse procedere con le necessarie garanzie: le richieste sono state accettate.
  5. La missione e' stata condotta tra il 25 e il 29 marzo, e il Relatore era accompagnato soltanto dal suo assistente e dal Direttore dell'ufficio dell'Alto Commissario a Kinshasa.

    Lo svolgimento della missione nello Zaire orientale

  6. La missione e' cominciata con un giro di consultazioni a Nairobi, durante il quale sono stati intervistati alcuni rappresentanti degli organismi umanitari delle Nazioni Unite, ONG (organizzazioni non governative) zairesi e internazionali, attivisti per i diritti umani, medici, testimoni oculari e altre persone che riferivano gli eventi da sottoporre ad indagine. Un totale di 11 persone ha fornito al relatore informazioni valide per il suo lavoro, e molti di essi le hanno corredate con rapporti scritti e con testimonianze.
  7. In Zaire, per ragioni di tempo, la missione e' stata limitata alla citta' di Goma, la scena di molti degli eventi sotto inchiesta e la sede del potere esercitato dall'AFDL. A Goma, i componenti della missione sono stati ricevuti due volte da Moise Nyararugabo, capo di gabinetto del Presidente, Laurent Desire Kabila, che non era li'.
  8. Il Relatore ha anche incontrato molti testimoni diretti e indiretti, membri delle famiglie delle vittime, operatori sociali, legali e direttori di organizzazioni umanitarie dentro il sistema delle Nazioni Unite e ONG locali e internazionali. Sono stati anche intervistati dei profughi rwandesi sulla strada verso il loro paese.

    Un clima in cui gli individui avevano paura a fornire informazioni

  9. Il Relatore Speciale normalmente identifica le proprie fonti di informazione a livello individuale, a meno che non gli venga espressamente richiesto il contrario. In questa occasione, solo una persona era disposta a dare il suo nome. Tutti gli altri, sia a Nairobi che a Goma, e nelle piccole localita' visitate, hanno richiesto espressamente che venisse omessa non soltanto la loro identita', ma qualunque indicazione che rendesse possibile l'identificazione delle organizzazioni di cui fanno parte.
  10. Questo clima di paura contrasta con l'atmosfera di maggior sicurezza che generalmente si respirava nella citta' e nei piccoli villaggi. Quasi tutti coloro che erano intervistati dicevano che il saccheggio da parte dei membri delle FAZ (Forze Armate Zairesi) era cessato, e che si poteva camminare con sicurezza per le strade. Ma aggiungevano che le condizioni di lavoro per le ONG erano difficilissime, dal momento che non erano liberi di diffondere le loro idee e i rapporti da loro prodotti.

    Visita alle fosse comuni

  11. Il Relatore ha compiuto tre visite in alcune piccole localita' rurali nel Nord Kivu, che i rapporti e le testimonianze avevano identificato come le scene dei massacri, o dove c'erano indicazioni sull'esistenza di fosse comuni. Ha visitato un posto a Kilimanyoka dove, dentro la foresta, a pochi metri dalla strada, si potevano vedere chiaramente diverse fosse coperte da pietre e contenenti corpi. Ne ha esaminato due che, secondo il testimone che le aveva trovate, contenevano 46 corpi. Il testimone aveva trovato alcuni resti "il 13 gennaio; erano sepolti da poco, erano morti da non piu' di un giorno, avevano le mani legate dietro la schiena, erano nudi e bendati". Poi il Relatore ha visitato il campo profughi di Kimbumba, dove, il 27 dicembre 1996, erano stati trovati i resti recenti di 37 uomini, anche loro legati, uccisi con armi da fuoco o con asce non piu' di una settimana prima. Ovviamente sono stati trovati molti altri corpi nel campo, ma il Relatore desiderava evidenziare quei casi in cui era completamente chiaro che la morte non era causata dalla guerra. In una visita al campo profughi di Katale, gli e' stato raccontato che li' erano seppelliti i resti di 143 persone.
  12. Nella localita' di Sake, il Relatore ha chiesto di visitare una fossa comune in una piantagione di caffe' di proprieta' di un agricoltore di nome Madimba. Comunque gli abitanti del luogo erano riluttanti a fornire informazioni. Soltanto un ragazzo di quasi 14 anni ha additato i posti dove c'erano due fosse comuni, di cui una conteneva i corpi di profughi rwandesi e l'altra di membri della milizia Mai-Mai. Il ragazzo ha poi detto che questi posti non potevano essere visitati perche' erano entrambi in luoghi che l'ADFL aveva dichiarato zone militari.
  13. Il Relatore ha chiesto di visitare le localita' di Nyakariba e di Niabitaba, uno dei luoghi citati piu' di frequente in tutti i rapporti come teatro dei massacri, e di conseguenza ha richiesto l'autorizzazione resa necessaria dalla continua mancanza di sicurezza. Il Capo di gabinetto del Presidente dell'AFDL ha detto che non pensava ci fossero problemi ma che avrebbe consultato il suo superiore, dato che nell'area Masisi la battaglia era in corso e che "i soldati delle vecchie forze armate zairesi e delle milizie Interahamwe organizzavano frequenti imboscate". Ha aggiunto che, dato che l'autorizzazione era stata richiesta con un preavviso cosi' breve, non avrebbe potuto offrire una scorta cosi' come avrebbe voluto. Date le circostanze, il Relatore ha deciso di non procedere alla visita.
  14. Poi il Relatore ha visitato la localita' di Matanda, anch'essa teatro di massacri dall'occupazione fino al tempo presente. Nonostante l'ufficio del Capo di gabinetto avesse affermato che non c'erano problemi di sicurezza o altre difficolta' in quell'area, un giovane soldato che prendeva parte ad un blocco stradale nella localita' di Mushaki ha negato il passaggio al Relatore, sicche' la visita ha dovuto essere sospesa a soli 5 chilometri da Matanda.

    GLI EVENTI INVESTIGATI

    Affermazioni sui massacri perpetrati dai ribelli

    Il rapporto annuale sui diritti umani in Zaire

  15. Nel rapporto annuale che il Relatore aveva completato e mandato per l'editing, la traduzione e la pubblicazione il 31 dicembre (E/CN.4/1997/6), diverse sezioni erano dedicate alle violazioni dei diritti umani e delle leggi umanitarie internazionali, commesse sia dalle FAZ (Forze Armate Zairesi), che dalle autorita' zairesi e dalle forze ribelli.
  16. Per quanto riguarda le forze ribelli, "ci sono stati molti rapporti sulle atrocita' commesse dall'AFDL, che separavano abitualmente gli uomini dalle donne e dai bambini. E' quasi sempre possibile specificare il destino di questi ultimi, ma mai dei primi (par. 197). Il par. 198 da' una lunga lista di "uccisioni e in particolare tutte le forme di omicidio"; nel par. 199 si afferma che "tutti i rapporti indicano che l'AFDL preferisce uccidere piuttosto che fare prigionieri"; nel par. 208 si afferma che l'AFDL recluta evidentemente i bambini, mentre il par. 209 riporta gli ostacoli posti dai ribelli all'assistenza umanitaria.
  17. Sotto questo aspetto, il Relatore crede che, ben prima dei rapporti che hanno suscitato questa missione, egli aveva diretto la sua attenzione su quegli eventi su cui gli e' stato chiesto di investigare. Le dichiarazioni che hanno provocato la missione

  18. Sia la dichiarazione dell'Alto Commissario, che quella fatta dal Consiglio di Sicurezza, fanno riferimento a una varieta' di rapporti pubblicati dalla stampa e prodotti da organizzazioni che si occupano di diritti umani.
  19. Il Relatore ha studiato questi rapporti e quelli provenienti da numerose figure politiche e religiose zairesi e non, rapporti che riflettono l'orrore di chi li scrive e quanto e' accaduto.
  20. Molti rapporti non contengono informazioni o antefatti sufficienti a giustificare al momento una investigazione: a volte viene indicata soltanto una localizzazione generica; in altri casi non viene indicata la data, oppure e' impossibile determinare la natura dell'evento, cioe' se si tratta di combattimenti o di violazioni del diritto alla vita e delle leggi umanitarie internazionali.
  21. In aggiunta ai casi inclusi nel rapporto annuale, il Relatore ha ricevuto informazioni sui seguenti eventi:

    Assassinii di massa

    BIGIRA (regione di Kabare, Sud Kivu): 100 persone provenienti dalla scuola di Alfajeri erano, a quanto si dice, sepolte in una fossa comune.

    BIRAMBIZO (regione di Masisi, Nord Kivu): ai primi di gennaio, dei soldati hanno assediato la citta', hanno preso i bambini dalle famiglie e hanno ucciso i genitori sotto i loro occhi. I corpi sono stati accatastati dietro la chiesa e per ritirare un corpo bisognava pagare 3 dollari.

    BITONGA: una mattina, gli uomini che vivevano li' sono stati prelevati da membri dell'AFDL, e portati in alcune case dove sono stati ammazzati. Un testimone racconta di avere aiutato a seppellire 134 corpi.

    BUKOMBO: il 31 dicembre, elementi dell'AFDL hanno chiamato le persone a raccolta e hanno poi sparato su quelli che venivano, uccidendone 300. I soldati ribelli hanno distrutto le scorte di medicine dell'ospedale per impedire il trattamento dei feriti.

    BURHALE (regione di Bukavu, Sud Kivu): secondo un rapporto trasmesso al Relatore speciale, presumibilmente da un testimone oculare che menziona anche la Croce Rossa come fonte, i ribelli hanno assassinato circa 600 rifugiati nel campo di Kashusha. In realta', si dice che le vittime siano state piu' di 2.000. La stessa informazione e' stata fornita dal vice Primo Ministro Kamanda wa Kamanda in un comunicato che porta la data del 16 febbraio 1997.

    CHIBUMBI (regione Masisi, Nord Kivu): una persona di etnia Hutu racconta di aver passato tre giorni vicino Numbi a seppellire molte vittime uccise dai ribelli.

    CHIDAHO (sulla strada per Irabata): un testimone ha informato il Relatore di aver visto una fossa comune, ma nessun corpo, ai primi di novembre.

    CHIMANGA (regione Walungu, Sud Kivu): secondo un rapporto del vice Primo Ministro Kamanda, datato 16 febbraio 1997, quasi 500 persone sono state uccise in quel campo; la stessa informazione e' stata fornita da Amnesty International. Altre fonti affermano che sono stati trovati 103 corpi.

    CHANZU (vicino Jomba, regione Rutshuru, Nord Kivu); secondo una ONG, 207 persone sono state uccise in un agguato dopo essere state convocate ad una riunione in chiesa.

    GOMA: un comunicato dall'Associazione Zairese per la Difesa dei Diritti Umani (AZADHO), una delle organizzazioni umanitarie zairesi piu' riconosciute, riferisce di fosse comuni nelle seguenti localita': in Trois Paillotes, vicino all'hotel Kalamo; dietro la stazione petrolifera Petrost vicino al nodo TMK/Goma; nell'Axe Katindo (circa 15 fosse); nella scuola elementare Anauarite', accanto al campo di pallacanestro; nel piccolo mercato Kasoko Kacheche (almeno due fosse); nel piccolo mercato Kaoko Instigo; in un corridoio nella casa dell'ispettore regionale principale, di fronte al liceo Amani.

    JOMBA (regione Rutshuru, Nord Kivu): le forze armate rwandesi hanno ucciso un prete e cinque suore ai primi di novembre.

    KABINGO (regione Masisi, Nord Kivu): molti combattenti Hutu sono stati uccisi negli ultimi giorni di gennaio durante una ricerca di armi da parte dell'AFDL nella casa di Mwami Shrimpumu. Quando i combattenti Hutu sono andati via, i ribelli hanno ucciso i civili.

    KAGUSA (regione Masisi, Nord Kivu): gli abitanti sono stati chiamati ad una riunione e poi sono stati assaliti con i coltelli. Questo episodio ha avuto luogo nel dicembre del 1996.

    KAHINDU (regione Rutshuru, Nord Kivu): secondo un comunicato del vice Primo Ministro Kamanda, circa 100 persone sono state uccise in questo campo. Una ONG, Grande Vision per la difesa dei diritti dell'uomo, riporta 200 morti, ma una lettera di una persona che sostiene di essere stato un testimone oculare parla di 3.500 morti.

    KAHIRA: secondo l'AZADHO, sono stati massacrati degli Hutu zairesi e dei rifugiati. KAPANZI: secondo un rifugiato del Burundi, il campo e' stato bombardato dal Rwanda.

    KAROBA (regione Masisi, Nord Kivu): un sabato di gennaio, 35 abitanti sono stati uccisi in chiesa dalle truppe dell'AFDL, che sono ritornate il giorno dopo e hanno ucciso altre 42 persone.

    KASIBA (Sud Kivu): il relatore ha intervistato un testimone che afferma che una persona da lui conosciuta, che ha perso tre parenti, gli ha detto che le truppe Banyamulenge hanno ucciso li' molte persone ai primi di ottobre. Egli sostiene di conoscere la presenza di 103 corpi in quella localita'.

    KASURA: sia il Partito Nazionalista per lo Sviluppo Integrale (PANADI) che l'AZADHO affermano che degli Hutu zairesi e dei rifugiati sono stati uccisi li'.

    KATALE (regione Rutshuru, Nord Kivu): sia il vice Primo Ministro Kamanda che l'AZADHO hanno parlato dell'assassinio di 500 (il vice primo ministro) o di 200-300 (l'AZADHO) persone in questo campo profughi. Il Relatore ha visitato il campo ed e' stato informato della morte di 143 persone.

    KIBABI: secondo un resoconto di seconda mano da parte di un membro del gruppo etnico Hutu, e anche secondo quanto afferma il PANADI, molte persone sono state uccise in vari attacchi dell'AFDL.

    KIBUMBA: secondo il rapporto dell'AZADHO menzionato sopra, 50-100 scheletri sono stati trovati in tre luoghi dentro il campo profughi. Il Relatore ha visitato il campo e ha potuto verificare l'esistenza delle fosse, ma non il numero dei corpi.

    KIBUMBA PARC: il Relatore ha visitato due posti in questo parco, dove c'erano segni evidenti delle fosse, ma non ha potuto determinare il numero dei corpi seppelliti la'. Comunque, un testimone che sosteneva di avere trovato un certo numero di corpi, ha detto che "erano ancora caldi, come se fossero stati uccisi quello stesso giorno; questo e' successo nel mese di gennaio".

    KIBUMBA VILLAGE: piu' di 1.500 corpi sono stati trovati nel villaggio, rimossi e seppelliti da un gruppo di abitanti, uno dei quali ha detto al Relatore che "ce n'erano molti che noi non conoscevamo, ma abbiamo pensato che seppellirli sarebbe stato un atto di umanita'. Eravamo molto spaventati". Secondo un rapporto pubblico di Grande Vision, c'erano un totale di 2.500 morti nelle tre aree di Kibumba.

    KILIMANYOKA (Nord Kivu): il Relatore ha visto nelle fosse 46 corpi, alcuni dei quali erano stati trovati in gennaio, seppelliti da poco, nudi e con le mani legate.

    KIRUMBU: secondo l'AZADHO, anche in questa localita' e' avvenuto un massacro.

    LUMBISHI (regione Masisi, Nord Kivu): un testimone riporta che elementi dell'AFDL hanno ucciso molti civili Hutu rifugiati e zairesi. Vengono forniti numerosi dettagli ma non la data in cui e' avvenuto il fatto. Gli AFDL hanno affermato che tutte le vittime erano Interahamwe.

    MATANDA (regione Masisi, Nord Kivu): un centro sanitario e' stato distrutto dai soldati ribelli, due infermieri sono stati uccisi e la chiesa parrocchiale e' stata saccheggiata, e tutto cio' ha creato un clima di terrore che sembra persistere tuttora. Il Relatore si e' addentrato per cinque chilometri nella localita', ma una pattuglia militare a Mushaki gli ha proibito di continuare. Secondo il PANADI, durante questo episodio sono morte 250 persone.

    MUNIGI: Sarebbero stati trovati dei corpi in decomposizione nei boschi vicino Munigi, lungo la strada fra Kibumba e Rutshuru, nel Nord Kivu. Il fatto e' stato riportato da un solo testimone, che non e' stato ulteriormente interrogato.

    MUGUNGA (regione Katindo, Goma, Nord Kivu): il vice Primo Ministro Kamanda riporta che circa 3.000 persone sono state uccise nel campo profughi della localita'. L'AZADHO sostiene che ci sono stati circa 10.000 morti, che il fatto e' avvenuto tra il 14 e il 15 novembre, e che l'attacco e' stato eseguito dall'Armata Patriottica Rwandese e dalla milizia Mai-Mai.

    MUGUNGA: secondo l'AZADHO e un testimone non identificato, i resti di 12 uomini, 10 donne e 30 bambini, tutti uccisi con un colpo d'arma da fuoco nella testa, sono stati trovati in una localita' a un'ora e mezza a nord di Mugunga.

    MUSHABWABWE (comunita' di Bwito, Nord Kivu): secondo la principale ONG locale, l'AFDL ha attaccato e ucciso dei membri della vecchia Forza Armata Rwandese e Interahamwe; non sono stati forniti ne' date ne' numeri.

    NGUNGU (regione Masisi, Nord Kivu): secondo l'AZADHO, la milizia Mai-Mai e l'AFDL hanno attaccato congiuntamente Ngungu il 19 novembre, come rappresaglia per un massacro compiuto dai rifugiati che fuggivano dal campo di Mugunga, e il risultato e' stato di 1.500 vittime, molte delle quali innocenti.

    NYAKARIBA (regione Masisi, Nord Kivu): Varie fonti affermano che c'e' stato un massacro in questa regione il 22 dicembre, benche' i resoconti differiscano quanto alle cifre e a vari dettagli. Si riferisce che, in una popolazione di 25.000 persone, solo le donne e i bambini sono sopravvissuti ad un attacco eseguito dai Mai-Mai con il supporto dell'AFDL, il 24 dicembre. Il PANADI sostiene che ci sono stati 300 morti. Un testimone racconta che i corpi avevano le mani legate dietro la schiena.

    NYAMITABA (comunita' di Bashali, regione Masisi, Nord Kivu, prevalentemente Hutu): la mattina del 21 novembre, i Mai-Mai e le truppe AFDL avrebbero ucciso circa 50.000 persone, tra cui circa 1.000 rifugiati. Un testimone anonimo afferma che ci sono stati 4.500 morti, ma vari testimoni interrogati dal relatore dicevano che man mano che si svolgevano gli eventi, questi numeri risultavano inferiori alla realta'. La portata dell'accaduto richiedeva una visita del Relatore sul posto, ma, per le ragioni riportate sopra, non gli e' stato possibile farla.

    RUHEGERI (regione Masisi, Nord Kivu): secondo un resoconto di un testimone, letto dal relatore, il villaggio e' stato attaccato una notte di dicembre dall'AFDL, e l'episodio si e' concluso con la morte di circa 400 civili disarmati; altre fonti parlano di 80 morti.

    SAKE (Nord Kivu): Il Relatore ha ricevuto dei rapporti sulla localizzazione di una fossa comune nella piantagione di caffe', nella quale, secondo l'AZADHO, erano sepolte parecchie dozzine di rifugiati uccisi dalla milizia Mai-Mai. Secondo un testimone intervistato dal Relatore, cinque su sette persone uccise in un attacco erano donne.

    SHABUNDA: in un'intervista a un giornale, un prete ha riferito di aver saputo da alcuni profughi rwandesi che i soldati dell'AFDL hanno ucciso o causato la sparizione dei loro compagni piu' giovani. Viene anche riferito che i ribelli hanno attaccato il campo profughi del luogo, provocando un numero indeterminato di vittime.

    SHINDA (localita' di Bweza, regione Rutshuru, Nord Kivu): i ribelli hanno attaccato il mercato ai primi di gennaio, uccidendo parecchie persone.

    TONGO: un rifugiato rwandese ha detto al Relatore Speciale che "il 19 gennaio, alle 13.30 circa, siamo stati attaccati dai criminali, che hanno ucciso mio padre, mia madre, mia moglie e mio figlio. Io sono fuggito. Hanno ucciso 38 persone. I soldati che attaccavano avevano l'aspetto di Tutsi".

    Esecuzioni sommarie attribuite ai ribelli

  22. Il relatore e' stato informato sulle seguenti esecuzioni sommarie attribuite ai ribelli:
    • M. Muhosi Sebulire Karora, presidente dell'Associazione dei coltivatori di Virunga (MAGRIVI), insieme con sua moglie, a Kiwanja il 7 gennaio
    • R. Elderly, un insegnante Hutu a Birambizo, Masisi
    • M. Sanga, un Hutu membro della ONG CAJED, accusato di essere un Interahamwe e assassinato a Goma nel dicembre 1996
    • Anselmo Kanyancogote
    • Tambata Oswald
    • l'abate Nirere Benoit e cinque suore della congregazione di san Vincenzo di Paola
    • Nzavuga Paul
    • Bitegetsimana Claer, in gennaio
    • Kabunga Kapitene
    • Muhave
    • Gatambi Ndisetse
    • Nsengiyumva Emmanuel (abate)
    • Kanyamaza Charles (diacono)
  23. Un testimone ha affermato che "chiunque indossi dei jeans, sia giovane e parli il Lingala, rischia la vita".
  24. Due persone hanno raccontato al Relatore di aver visto dei corpi che galleggiavano sul lago a meta' dicembre, quando non c'era piu' un conflitto armato nella regione.

    Sparizioni provocate

    • Come Cihababo, di Rutshuru, un ufficiale di polizia del vecchio Servizio nazionale di intelligence e di protezione (SNIP), che era stato tenuto per 14 giorni nella vecchia prigione dell'VIII distretto, a Goma, in febbraio, e' scomparso
    • Bazar, un altro ufficiale del vecchio SNIP, funzionario della Seconda Repubblica, e' stato arrestato in dicembre ed e' scomparso dopo essere stato tenuto per 50 giorni nella prigione menzionata sopra
    • Tarcisse, un Hutu di Rutshuru, impiegato dell'UNICEF, che era stato arrestato a Goma il 28 gennaio dai soldati dell'AFDL, e di cui da allora non si e' saputo piu' niente
    • Balibutsa Desire, di cui non si ha piu' notizia dal giorno del suo arresto, 22 gennaio
    • due tassisti Hutu, di cui non si conoscono i nomi e che erano stati arrestati a Goma dai soldati dell'AFDL
    • Mwuyekure Leon, un dottore che lavorava per l'UNICEF e altre organizzazioni. Sua moglie e' l'unica testimone che ha consentito che venisse pubblicato il proprio nome. E' stato prelevato da 8 soldati dell'FDL, vicino agli uffici dell'HCR, il 24 novembre. Sua moglie ha raccontato al Relatore di avere incontrato i parenti di altre 5 persone che avevano situazioni analoghe, ma che avevano deciso di tornare in Rwanda dopo che avevano ricevuto delle minacce.
    • Karimunda Pierre, che era stato arrestato nella sua casa il 19 novembre
    • Nikwigize Phocas, un vescovo rwandese che era stato arrestato al confine con il Rwanda mentre tentava di rientrare in patria il 30 novembre
    • Kaquriro Nsenga Jean Baptiste, che era stato arrestato nella sua casa il 2 dicembre
    • Nturanyi Mupenda Pascal, un rwandese che era stato arrestato il 2 dicembre
    • Hakuzimana Ernest, anche lui arrestato il 2 dicembre a casa sua
    • Bavakure Enock, rwandese, arrestato il 3 dicembre
    • Thomas wa Bata.
    Altre violazioni dei diritti umani

  25. Benche' ricadano fuori dai termini della richiesta fatta dall'Alto Commissario riguardo a questa missione, il Relatore si sente in dovere di riportare che ha ricevuto molti resoconti di altre violazioni dei diritti umani, quali:
    Torture e altri trattamenti e punizioni crudeli, inumane e degradanti

  26. Molte persone hanno riferito che la tortura veniva tuttora praticata, questa volta dall'AFDL, e i testimoni concordavano nell'affermare che i detenuti venivano frequentemente battuti con violenza nello stomaco, e che a causa di cio' alcuni di loro erano morti. E' stata anche menzionata una donna che era stata battuta perche' sospettata di stregoneria, che poi risulto' essere gravemente ammalata di malaria e che alla fine e' sopravvissuta. E' stato riferito che Gatambi Modeste, il coordinatore della scuola protestante di Goma, e' morto in seguito alle torture. Anche Hitimana Pierre, un leader dell'ONG ACODRI, e' stato torturato nei locali dell'VIII distretto, a Goma, l'11 gennaio.
  27. Al relatore e' stato anche riferito che i soldati appartenenti all'Alleanza hanno violentato molte donne. Violazioni della liberta' d'espressione

  28. Alcune ONG hanno riferito che gli e' impossibile distribuire i loro rapporti. Un esempio impressionante e' stato il caso della sezione di Goma dell'AZADHO: dopo che a Kinshasa era stato pubblicato un energico rapporto sui fatti documentati, investigati dal Relatore, l'unica stazione radio della citta', controllata dai ribelli, ha iniziato una campagna di pressioni e di minacce nei confronti dei funzionari della stazione regionale perche' rifiutassero la trasmissione del rapporto da parte della stazione centrale.
  29. Bisogna aggiungere che non c'e' liberta' di espressione, non circola nessun giornale e non ci sono segni di pluralismo nelle radio. Violazioni dei diritti alla proprieta'

  30. Ci sono stati numerosi rapporti in cui si attesta che le proprieta', compresi edifici e veicoli, appartenenti a membri del gruppo etnico Hutu, o a persone vicine al regime del maresciallo Mobutu, sono state confiscate dalle forze dei ribelli al potere. Un testimone ha riferito che, secondo l'Alleanza, "chiunque possiede delle proprieta' e' un sostenitore di Mobutu". Arruolamento di bambini

  31. Il Relatore ha osservato che le forze dei ribelli erano in parte costituite da bambini, un fatto gia' denunciato nel suo rapporto annuale (E/CN.4/1997/6 par. 208).

    Impedimenti alle azioni umanitarie

  32. Il rapporto annuale, presentato in dicembre e pubblicato di recente, descriveva come "l'assistenza umanitaria e' stata ostacolata da tutte e due le parti in conflitto" (stesso rapporto, par. 209). Questa situazione e' peggiorata durante quest'anno, in special modo nell'area sotto il controllo dei ribelli.
  33. Durante tutti questi anni del conflitto, tutte le parti coinvolte hanno scelto la facile via del biasimo verso la "comunita' internazionale", che si puo' riassumere nell'UNHCR e nelle altre organizzazioni, per tutte le atrocita'. Cosi', il governo a Kinshasa riprova l'UNHCR per la mancanza di sicurezza nei campi che ha reso possibili i massacri da parte dei ribelli, senza riguardo per il fatto che e' il governo ad essere responsabile per la sicurezza in tutto il territorio, scopo per il quale ha anche ricevuto supporti finanziari e tecnici dallo ZCSO (Operazione di Sicurezza nel Campo Zairese). A loro volta, i ribelli accusano l'UNHCR di aver fallito nel rimuovere coloro che minacciavano i rifugiati e di avergli permesso di fare delle incursioni in Rwanda, anche se l'UNHCR ha sempre insistito per una rimozione urgente degli Interahamwe e dei membri delle vecchie FAR, una richiesta che il governo non ha mai soddisfatto nonostante la promessa (E/CN.4/1996/6,par. 51 e E/CN.4/1997/6, par. 157 e 158). Per di piu', i ribelli guardano ai rifugiati come a dei nemici, sostenendo che sono tutti armati, e questo rende indesiderabile, o quanto meno rischiosa, l'opera di assistenza. Anche l'aiuto e' interpretato come un sostegno ai rifugiati estremisti. Naturalmente, ne' le organizzazioni umanitarie ne' il Relatore condividono questo punto di vista.
  34. Mentre non e' esatto dire che le organizzazioni sono sempre e sistematicamente ostacolate nell'entrare nei campi profughi, e' comunque spesso difficile per loro, cosa che provoca ritardi, che sono causa di un costo estremamente alto in termini di vite umane. I ritardi, per i quali le organizzazioni non sono responsabili, danno adito a delle critiche provenienti dai rifugiati, i quali non sono a conoscenza degli enormi sforzi fatti per evitarli.
  35. Un episodio del genere e' avvenuto durante la missione. Alcuni dei circa 100.000 profughi che avevano lasciato Ubundu si sono fermati al campo di Lula, dove molti di loro andavano morendo per la fame. Ma l'UNHCR non riusciva a raggiungere il campo perche' l'Alleanza rifiutava di garantirgli l'accesso, con la solita motivazione che questo era una minaccia militare. Veniva chiesto ai rifugiati di spostarsi di 25 chilometri piu' a sud, cosa che era assolutamente impossibile, date le loro condizioni di fame e di salute. Il Relatore spera che le discussioni in corso rendano possibile che gli aiuti raggiungano le loro destinazioni.
  36. Le statistiche sulle violazioni dei diritti umani non comprendono la morte dei rifugiati causata dai ritardi nella somministrazione di cure mediche e di cibo, molti dei quali si potevano facilmente evitare.

    Le spiegazioni fornite dalle autorita' dei ribelli

  37. Il Relatore ha presentato le dichiarazioni contenute in questo rapporto al Capo di Gabinetto di Laurent Kabila, Moise Nyarugabo.
  38. Il Capo di Gabinetto ha giustificato questi avvenimenti in termini del fatto che era in corso una guerra; ha anche sostenuto che le dichiarazioni erano soltanto una campagna di calunnie condotta dai protetti del vecchio regime che era "un maestro nel mentire". Ha anche sostenuto che i profughi e "i paesi con interessi in Zaire, che supportano Mobutu" avevano orchestrato una campagna di calunnie per screditare l'Alleanza. Ha aggiunto che l'Alleanza non aveva nulla da nascondere, e che il Relatore Speciale era benvenuto nel portare a compimento la sua missione. Infine, ha argomentato che, in linea di principio, non vedeva nessuna ragione per la quale il Relatore o una commissione non dovessero compiere una missione definitiva.
  39. Riguardo alle dichiarazioni sulla mancanza di liberta' di espressione, ha detto che le ONG erano completamente libere di operare, di svolgere il proprio lavoro e di produrre le loro pubblicazioni; che la mancanza di altre radio o di giornali era dovuta al fatto che nessuno aveva richiesto il permesso di aprirli.
  40. Ha giustificato il sequestro delle proprieta' argomentando che questo era soltanto temporaneo; mentre ha asserito che solo i guadagni illeciti dei leaders piu' alti in grado del vecchio regime erano stati confiscati.
  41. Il Relatore ha mostrato che gli argomenti addotti erano inaccettabili: molti degli eventi riferiti non potevano essere giustificati neanche in tempo di guerra, dato che anche la guerra e' soggetta a delle regole e che ci sono dei limiti a cio' che e' ammissibile in combattimento. Ha aggiunto che la "campagna di calunnie" e' la risposta classica dei regimi che violano i diritti umani, risposta che non fa che distruggere la credibilita' di coloro che ricorrono a questo tipo di difesa. Inoltre, l'impossibilita' per le ONG di pubblicare i loro rapporti era stata affermata ripetutamente e sembrava essere un dato di fatto. L'assenza di liberta' di informazione e' una cosa evidente a Goma, e le confische erano state dirette non solo contro le proprieta' degli alti dignitari del regime di Kinshasa, ma anche contro i commercianti senza alcun legame con il regime, in contrasto col fatto che questo tipo di azioni possono essere giustificate solo in seguito a indicazioni dei tribunali.

    Avvenimenti non considerati nella investigazione preliminare.

  42. Lo scopo della missione del Relatore Speciale era di investigare sui massacri contro i rifugiati Hutu che sarebbero avvenuti in molti campi profughi nello Zaire orientale (facendo seguito alle dichiarazioni dell'Alto Commissario) e sulle conseguenze della continua battaglia sui rifugiati e sugli abitanti della regione (facendo seguito alle dichiarazioni del Presidente del Consiglio di Sicurezza). A causa della brevita' della missione e della necessita' di preparare un rapporto urgente per la sessione corrente della Commissione sui Diritti Umani, non e' stato possibile per il Relatore investigare - come invece avrebbe desiderato - sulle violazioni del diritto alla vita commesse dai rifugiati stessi: come quelle a Hombo, nella regione di Kalehe, Sud Kivu; quelle a Kitchanga (conosciuta altrimenti come "Itebero" o "Kirorewe") il 6 e il 7 novembre, durante i quali, come un parente delle persone colpite ha riferito al Relatore, membri delle vecchie FAR hanno ucciso circa 500-600 civili e Mai-Mai, mentre altre fonti parlano di 1.500 morti; quelle a Minova (regione Kalehe, Nord Kivu), dove 8 Tutsi sono stati uccisi il 5 novembre dai Mai-Mai; quelle del 2 novembre a Ngungu, in cui, secondo un testimone oculare, 7 persone sono state uccise dalla milizia Hutu; o i frequenti attacchi, da parte degli Interahamwe e delle vecchie FAR, contro i rifugiati che desideravano tornare nel loro paese.
  43. Il Relatore non ha potuto nemmeno investigare sui crimini commessi dalle Forze Armate Zairesi, come il bombardamento di un villaggio a 314 chilometri sulla strada di Kisangani, che ha ucciso tutti gli abitanti e molti altri.

    La situazione attuale riguardo alle violazioni del diritto alla vita

  44. Il Relatore ha deciso di dedicare una sezione a parte al resoconto degli episodi avvenuti in febbraio e in marzo, allo scopo di evidenziare il bisogno urgente di intraprendere le necessarie investigazioni per prevenirne la ripetizione.

    TUTTO QUANTO E' DESCRITTO IN QUESTO RAPPORTO NON E' SOLTANTO AVVENUTO IERI,

    MA E' IN CORSO ANCORA OGGI. Lo scopo della visita contrastata a Matanda era esattamente questo: i testimoni hanno riferito di esecuzioni effettuate tra il 18 dicembre e il 21 marzo

    • 13 febbraio: approssimativamente 100 rifugiati sono stati massacrati a Kingulube
    • 14 febbraio; soldati appartenenti all'AFDL hanno tagliato la gola a un rifugiato a Kibandamango
    • 20 febbraio: 17 rifugiati sono stati uccisi a Luseke, Sud Kivu
    • 21 febbraio: 29 rifugiati che venivano da Shabunda sono stati uccisi a Kingulube
    • 21 febbraio: un gran numero di persone sono state assassinate in un'imboscata
    • 22 febbraio: 16 rifugiati sono stati mutilati a morte a Mitaba
    • 25 febbraio: la Nunziatura ha riferito che 11 rifugiati, preti e suore, sono stati assassinati a Kalima, Maniema, da soldati appartenenti all'AFDL. Le vittime erano Antoine Hatakekimana, Emmanuel Munyakazi, Jean Uwizeyimana, Norbert Mulino Ubona Mihigo, Francois-Xavier Muyoboke, Urbain Twagirayezu, Etienne Kabera, Augustin Nkuli Kiyumukiza, Marie-Francine Nyurarynkundu, Felicite' Mukamihogo e Clotilde Myirabakungu
    • 8 marzo: due donne e due bambini, tutti rifugiati, erano trattenuti da membri dell'AFDL a Kingulube
    • 11 marzo: un membro delle vecchie FAR sarebbe stato ucciso da soldati dell'AFDL a Mwezo
    • 15 marzo: soldati appartenenti all'AFDL hanno ucciso un Hutu, che viveva in Zaire da anni, nella sua casa, dopo averlo interrogato e torturato il giorno prima.
  45. Un testimone ha riassunto brevemente la situazione: "Nella regione di Masisi i Banyamulenge sparano quasi tutti i giorni sui rifugiati e sugli zairesi. Ma la situazione dal punto di vista della sicurezza non e' allarmante, dato che dopo i massacri torna la calma".

    Conclusioni e raccomandazioni

    Conclusioni

  46. La missione affidata al Relatore dall'Alto Commissario per i Diritti Umani e' stata soggetta a quattro generi di restrizioni:
    • le direttive erano compilate in termini di preparazione a una missione piu' approfondita
    • il Relatore era supportato da un singolo assistente e dal funzionario in carica dell'Ufficio dell'Alto Commissario a Kinshasa, e non era fornito di alcun supporto scientifico
    • in termini di tempo, il Relatore doveva limitarsi a solo 5 giorni, dato che gli era stato richiesto di presentare le sue raccomandazioni alla sessione corrente della Commissione sui Diritti Umani
    • non gli e' stato richiesto di produrre un rapporto sulla situazione complessiva dei diritti umani in Zaire, e nemmeno nella regione occupata dai ribelli, ma soltanto sulle dichiarazioni di massacri contro i rifugiati Hutu.
  47. Nell'insieme, l'informazione raccolta in questo rapporto ha confermato la situazione gia' descritta dal Relatore nel suo rapporto annuale, presentato il 31 dicembre (E/CN.4/1997/6, par. da 197 a 209), che riguarda la pesante violazione del diritto alla vita commessa dall'Alleanza. Benche' le informazioni siano spesso insufficienti e perfino contraddittorie, di regola le azioni denunciate si sono realmente svolte. Gli episodi a Lemera e a Kidote il 6 ottobre, a Bukavu il 31 ottobre, a Goma ai primi di novembre; a Matanda, Katale, Mugunga, Chimanga, Nyakariba, Nyamitaba e altrove, sono in massima parte confermati da numerosi resoconti e testimonianze, benche' vari la stima del numero delle vittime.
  48. Alcuni resoconti, che presentano cifre al di fuori delle proporzioni anche nel numero degli abitanti delle scene degli avvenimenti, sono senza dubbio esagerati. Nel caso di Nyakariba, le cifre variano da 300 a 15.000, mentre nel caso di Nyamitaba la cifra spazia da parecchie centinaia a 4.800 e perfino a 50.000.
  49. E' INDISCUTIBILMENTE VERO CHE L'ALLEANZA DELLE FORZE DEMOCRATICHE PER LA LIBERAZIONE DEL CONGO-ZAIRE E' LONTANA DALL'ADEMPIERE AI PROPRI DOVERI DI RISPETTO DEI DIRITTI UMANI. Raccomandazioni

  50. Il Relatore crede che gli eventi descritti in questo rapporto preliminare non debbano rimanere impuniti. "Cio' che e' descritto qui e' tuttora in corso, nell'impunita' completa". Come tutti sanno, il modo migliore per prevenire le violazioni dei diritti umani e delle leggi umanitarie internazionali e' quello di investigare sugli eventi, individuare i responsabili e imporre appropriate sanzioni.
  51. Sin dal 1974, la Commissione dei Diritti Umani ha messo a punto un insieme procedurale per investigare sulle violazioni dei diritti umani, o in un particolare paese o quando costituiscono una violazione particolarmente riprovevole o perversa della dignita' umana. L'efficacia crescente di questi meccanismi puo' essere giudicata dalla fiducia mostrata in essi dagli attivisti e dalle istituzioni che si occupano dei diritti umani, e dall'impatto prodotto dai loro rapporti. Un ulteriore vantaggio e' costituito dalla loro natura pubblica.
  52. Sono stati stabiliti vari tipi di coordinamento tra queste procedure, in conformita' col mandato della Conferenza Mondiale sui Diritti Umani, allo scopo di unificare missioni e rapporti.
  53. Benche' questi rapporti siano stati finora presentati solo a uno, o al massimo due, forum (la sessione annuale della Commissione sui Diritti Umani e, in alcuni casi, la sessione dell'Assemblea Generale), niente vieta che altri organismi, come il Consiglio di Sicurezza, possano utilizzarli.
  54. Alla luce di quanto sopra, il Relatore Speciale desidera fare le seguenti raccomandazioni alla Commissione:
    • in conformita' con la procedura varata nella risoluzione 1235 (XLII) del Consiglio Economico e Sociale, la Commissione dovrebbe decidere di investigare sulle gravi violazioni del diritto alla vita commesse nello Zaire orientale contro i rifugiati e la popolazione locale, nominando una commissione, che potrebbe comprendere un membro del Gruppo di lavoro delle sparizioni provocate, il Relatore speciale sulle esecuzioni illegali, il Relatore speciale sulla questione della tortura e il Relatore speciale sui diritti umani in Zaire
    • il Segretario Generale dovrebbe fornire alla futura commissione tutto il necessario supporto tecnico e finanziario, compresa la partecipazione di esperti legali, antropologi, esperti balistici e qualunque altro esperto sia richiesto.
    • l'Alto Commissario per i diritti umani dovrebbe tenere informato il Segretario Generale, e attraverso di lui l'Assemblea Generale e il Consiglio di Sicurezza, sui progressi compiuti dalla commissione durante il suo lavoro, e sui rapporti intermedi e finale prodotti da essa.




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