Alex Zanotelli - Gli occhi asciutti del sistema

Dal mensile "Partecipazione" maggio-giugno 1996 della Comunità di Capodarco


Conoscete i volti delle vittime dell'emarginazione? Sono uomini e donne che gridano, stretti dalle morse dell'assetto mondiale attuale. L' umanita' e' al bivio: scomparire o far vincere la vita?

Grazie per questo invito, davvero non me ne sento degno. Io non sono mai stato a Capodarco, ne ho sempre sentito parlare, ci sono sempre passato vicino col treno e vi ho sempre guardato con enorme interesse e con tanta ammirazione. Don Franco l'ho conosciuto recentemente a Roma quando siamo stati a mangiare insieme dopo un incontro organizzato dai salesiani. E con don Vinicio ci siamo visti forse qualche anno fa, ma di sfuggita. Mi sono trovato anche imbarazzato a sentirmi invitato qui, quasi come qualcuno importante.

Mi fa una certa impressione perche'- mi sento un povero diavolo che cerca di capirci qualcosa, mi sento spesso brancolare nel buio, e quindi non sono in grado di aprire orizzonti. Sono qui questa sera per dirvi alcune cose che mi porto dentro da tanto tempo. Vorrei partire proprio da voi, sottolineando alcuni aspetti importanti. Prima di tutto l'aspetto del volontariato in un'esperienza come quella di Capodarco. Ritengo che il volontariato sia un grande dono, in un mondo come il nostro in cui tutto e' valutato in termini monetaristici, il donare parte della propria vita a qualcosa di bello sembra davvero una gemma estremamente preziosa.

Ricordo che quando ero a "Nigrizia", una delle battaglie che e' stata fatta e' stata quella con gli organismi di volontariato internazionale. Tre mesi dopo che avevamo fatto quell'attacco che ci ha sbattuto sulle pagine di tutti i giornali per i 1.900 miliardi di sprechi denunciati, avevo pubblicato un articoletto dal titolo "Semaforo giallo" in cui chiedevamo agli organismi di volontariato, internazionale in particolare, di stare attenti perche'- rischiavano, cosi' come noi umilmente vedevamo, sia di diventare "i paletti dell'avanzante commercio estero italiano nei Paesi poveri" come scrivevamo, e sia di infeudarsi talmente al Ministero degli Esteri per i soldi da diventare funzionali a dei progetti che alla fine non servivano alla gente ma servivano solo alle nostre ditte. Ricordo che quando abbiamo pubblicato questo materiale, la rabbia che abbiamo scatenato era talmente tanta, che sono arrivate tantissime denunce a "Nigrizia".

So che chi ha scritto quell'articolo e' stato perfino silurato dal lavoro, anche se il pezzo era firmato dalla redazione. Il volontariato e' volontariato e meno si dipende dai soldi, soprattutto dai soldi dei ministeri o di altro, piu' si e' liberi, anche se le risorse si devono utilizzare. L'importante e' far partire delle cose belle e nuove dal basso, perche'- piu' ci infeudiamo in mille maniere, piu' rischiamo grosso. Questa analisi l'avevo fatta allora. Poi quando il Ministero ha tagliato i fondi destinati alla Cooperazione allo Sviluppo, c'e' stata gente che e' venuta da me a chiedere che io firmassi perche'- il governo rifinanziasse gli organismi di volontariato internazionale.

Ho detto di no.

Se gli organismi di volontariato adesso passano un momento difficile va bene, perche'- e' il momento di purificarsi. Penso che tantissimi di loro siano nati sulla spinta dei soldi e non da una spinta dal basso. E' incredibile. Arrivare al punto in cui in Italia abbiamo quasi seimila volontari rientrati dei quali non si sente la voce.

Gli organismi di volontariato si sono persino rifiutati di rispondere quando gli ho chiesto di costituire un'organizzazione dei rientrati, perche'- stimolassero gli organismi, sia la base. Nulla. Voi avete posti dove volontari rientrati dall'Africa hanno in mano interi ospedali, ma dove non si sente nulla di nuovo le citta' sono razziste. Allora il volontariato a che cosa serve?

Il volontariato e' un grande dono in questo tipo di societa' ed e' per quello che io sono qui questa sera per difenderlo a denti stretti e fare di tutto perche'- rimanga il piu' possibile volontariato puro. Gli organismi debbono lentamente ritornare alla base; debbono tirar su i fondi di cui hanno bisogno dalla base; si devono coscientizzare, devono fare dei piccoli progettini, perche' ormai i mega progetti sono partiti per fortuna. Queste piccole realizzazioni risponderanno nel Sud del mondo molto piu' alle esigenze dei veri destinatari, ci guadagnamo tutti ma e' una lezione che non vogliamo capire.





Homepage


Sostieni la telematica per la pace, versa un contributo sul c.c.p. 13403746
intestato ad Associazione PeaceLink, via Galuppi 15, 74010 Statte (TA)
PeaceLink 1997