Donna Nuba

Aprile 1996 monti Nuba

1000 famiglie senza casa e cibo a causa dell'intervento delle truppe governative



15 Aprile 1996, Montange Nuba (Kordofan, Sudan).
Avevo visitato queste colline ai piedi delle Montagne Nuba lo scorso agosto, quando erano verdeggianti di un raccolto promettente, e i contadini erano occupati a sarchiare i vasti campi di sesamo e di arachidi. Le ho viste in dicembre, a raccolto quasi completo, con gli anziani seduti intorno all'ombra dei grandi manghi e i giovani, finalmente liberi dal duro lavoro dei campi, impegnati ad allenarsi nella lotta libera tradizionale. Non avrei mai immaginato di vederle come sono oggi, a pochi giorni dalla ripresa della stagione delle pioggie: delle capanne restano in piedi solo i muri fatti con pietre a secco, anneriti, i tetti sono bruciati.

Bruciati sono anche i granai e il loro contenuto, strinate dal fuoco perfino le chiome dei grandi alberi, perche la paglia che era stata ammucchiata sotti di essi per ritoccare i vecchi tetti e farne di nuovi e stata incendiata. Poche persone si aggirano fra le macerie, cercando qualche cosa che possa essere scampato al disastro: una zappa, un coltello, qualche seme. La scena e' resa ancor piu desolante e irreale dall'habub, il vento del nord carico di sabbia.

Ma qualcuno ha gia incominciato a ricostruire, e sta posizionando sui muri le travi fatte col duro cuore della palma di "deleb", per accogliere i nuovi tetti.

Siamo in un villaggio vicino a Toror, sulle montagne Nuba, e la desolazione e il frutto di un attacco del governo di Khartoum avvenuto lo scorso 24 marzo. Un contingente dell'esercito del Governo fondamentalista islamico di Khartoum - 700 uomini e otto veicoli fuoristrada - sono usciti da Kadugli, e, quando i ribelli dello SPLA (Sudan People Liberation Army) hanno cercato di fermali a Kauda e a Toror, non hanno ingaggiato battaglia ma si andati al loro vero obiettivo: distruggere villaggi e raccolti.

Hanno anche dissacrato la piccola chiesa, rompendo a bastonate il crocefisso, asportando la statua della Madonna, sacceggiando il magazzino dove c'erano in deposito vestiti e medicine per i poveri fatti arrivare da Nairobi, e derrate locali, raccolte fra la gente stessa per aiutare gli anziani e ammalati. Dopo poche ore lo SPLA e riuscito a metterli in fuga e li ha inseguiti fino a Kadugli. Secondo il comandante dei ribelli, Yusuf Kuwa, non ci sono state vittime fra i civili perche lo SPLA aveva avuto tempo di farli evacuare poche ore prima, e ci sono stati 25 morti fra i governativi e 5 fra i ribelli.

E' un episodio in una guerra che negli ultimi dieci annni e sempre piu stata combattuta contro i civili piuttosto che fra militari e movimento di liberazione. L'obiettivo di queste azioni governative e di creare paura, insicurezza, e soprattutto fame fra la popolazione civile, cosi che quest'ultima si convinca ad andare nei "campi della pace" istituiti dal governo, notoriamente dei campi di concentramento.

Nei "campi della pace", come ampiamente documentato da African Rights di Londra, c'e in atto un genocidio culturale e genetico che mira a distruggere i Nuba cosi come sono oggi conoscuti, e come sono entrati nella leggenda della cultura africana, del'arte, della fotografia e dell'antropologia.

La guerra civile e causata dal tentativo - comune a tutti i governi che si sono succeduti a Khartoum dal giorno dell'indipendenza, 1 gennatio 1956 - di imporre anche agli africani del Sud la "sharia" o legge islamica, la lingua araba e la religione musulmana. La resistenza contro l'oppressione culturale, religiosa ed economica del governo dei fondamentalisti islamici di Khartoum qui sui Monti Nuba e iniziata nel 1987, piu tardi che in altre parti del Sudan, ed e diretta dallo SPLA. Da allora tutta la zona, circa 50,000 chilometri quadri con un milione e mezzo di abitanti, e rimasta quasi completamente isolata. Il movimento di liberazione controlla ormai piu della meta dell'area, con una popolazionie di circa 300,000 persone, in continua crescita perche la gente riesce a filtrare dalle zone governative a quelle controllate dalla resistenza. Il governo proibisce a tutte le organizzazioni umanitarie, osservatori delle Nazioni Unite inclusi, di visitare la zona. Anche l'accesso alle guarnigioni governative e estremamente difficile, e quando viene concesso gli ospiti si muovono solo in campagnia dei servizi di sicurezza.

Le mie visite ai Nuba sono sempre state effettuate con voli clandestini, ed hanno sempre scatenato l'ira di Khartoum. Quando vivo fra i Nuba per qualche settimana, come lo scorso dicenbre, evito di dormire per piu di due o tre giorni nello stesso villaggio. In questi giorni l'habub riducendo la visibilita ha garantito protezione ai voli clandestini (le guarnigioni governative della zona non dispongono di radar) ma ha anche creato problemi. Al primo tentativo di visitare la zona colpita dalla furia di Khartoum il pilota che mi ha portato con un volo di oltre tre ore si e rifiutato di tentare l'atterraggio perche l'habub avera ridotto la visibilita a poche decine di metri. Siam dovuti ritornare alla base e abbiamo ritentato, con esito positivo ance se con qualche rischio, il giorno successivo.

Noah Najib, trentenne capo di una comunita cristiana, mi mostra la sua casa distrutta. Vicino c'e un granaio di creta che ha la forma di un enorme pentolone, 2 metri di diametro e altrettanti in altezza. Contiene tutto l'ultimo raccolto del prezioso e nutrientissimo sesamo.

"Quando son tornato e l'ho visto intatto - dice Noah - non credevo alla mia fortuna. Ma e stata una gioia di breve durata: presto mi sono accorto che i soldati governativi vi avevano orinato e defecato dopo aver rimosso il coperchio. Tutti gli altri raccolti - sorgo, mais, arachidi e fagioli - sono stati bruciati. Sono riusciti a salvare solo alcuni capi di bestiame. Adesso sara molto difficile trovare sementi per seminare in tempo per la nuova stagione delle pioggie. Abbiamo davanti a noi molti mesi di fame, prima di arrivare al prossimo raccolto di dicembre. Ma non ci arrendiamo. Non mi rifugero mai nei loro "campi della pace". I Nuba continueranno la lotta per la loro dignita".

Di fronte al tentativo di arabizzazione e islamizzazione forzata i Nuba hanno riscoperto non solo la loro identita culturale e religiosa, ma anche quella politica. In una straordinaria conferenza generale tenutasi nel momento piu forte della repressione di Khartoum, nel 1992. Duecento delegati, per la piu parte civili, si sono ritrovati nel cuore delle montagne per discutere apertamente se confermare o ritirare al movimento di liberazione il mandato di continuare la guerra. Non fu un esercizio propagandistico, fu un dibattito genuino con capi-villaggio e comandanti dello SPLA che per ore presentavano i diversi argomenti a favore o contro alla continuazione della guerra. La decisione finale fu di continuare la resistenza, decisione condivisa anche dai musulmani Nuba che non si riconoscono nel fanatismo di Khartoum. Da allora la resistenza e diventata sempre piu un fatto di popolo.

Viste da qui le elezioni di marzo e il "trattato di pace" firmato a Khartoum lo scorso dieci aprile fra il governo e due gruppi che si erano divisi dallo SPLA, appaiono per quello che sono: un tentativo, neanche troppo ben orchestrato, di gettar fumo negli occhi. Le elezioni, organizzate frettolosamente per legittimare il regime prima della scadenza dell'ultimatum delle Nazioni Unite per la consegna dei terroristi che hanno attentato alla vita del Presidente egiziano Hosni Mubarak, hanno visto un'affluenza alla urne estremamente bassa anche nelle roccaforti governative - si dice che nella cittadina di Wau non abbiano votato che un centinaio di persone - e non rappresentano certamente la volonta popolare del Nord, tanto meno quella del Sud. Il trattato di pace e stato l'infelice ma pronosticata conclusione di uno SPLA che in alcune aree del paese e piu preoccupato dei rapporti di poteri interni che della resistenza contro Khartoum, e che quindi si presta al gioco di divide et impera in cui i politici di Khartoum sono maestri. Comunque i contadini di Toror non hanno bisogno di studiare geopolitica per capire che il governo di Khartoum vuole il loro annientamento.

L'attacco delle truppe governative contro i contadini della zona di Toror e avvenuto mentre ero in Italia per appoggiare la richiesta che le Nazioni Unite trovino il modo di far accettare al governo di Khartoum che adeguati aiuti umanitari arrivino alla popolazione civile sulle Montagne Nuba. Lo scorso ottobre tremila bambini Nuba sono morti di morbillo, perche non hanno avuto accesso alla minima assistenza sanitaria. Oggi questo appello diventa sempre piu urgente perche l'azione combinata delle malattie, dei "campi della pace" e della distruzione sistematica dei raccolti minacciano la stessa sopravvivenza dei Nuba.

Renato Kizito Sesana

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