ZimbabweLegname pregiato in via di estinzioneDi Rodrick Mukumbira
Diverse specie di alberi dal legno duro presenti nelle foreste intorno alla città di Mutare che si trova sul confine orientale dello Zimbabwe sono minacciate di estinzione a causa dell'eccessiva attività di intaglio di prodotti d'artigianato destinati al sempre crescente mercato sudafricano. Commercianti frontalieri che una volta trafficavano con il Sud Africa lavori ad uncinetto, come copriletti, tovaglie ed altri oggetti, adesso vendono lavori di intaglio che a detta loro si vendono meglio. Nancy Pfende, una commerciante frontaliera, afferma per esempio che i piatti di legno hanno un ottimo mercato in Sud Africa, dove gli oggetti di legno sono oggi molto di moda nell'arredamento. Gli intagliatori, per lavorare i loro oggetti d'artigianato, prediligono il mogano rosso come l'Afzello - Quancesnensis ed il Petrocarpus, specie che gli ambientalisti prevedono vengano spazzate via e fatte scomparire entro il 2005 se non viene posta fine al taglio incontrollato. Solomon Moyana, un intagliatore che da due anni fornisce i commercianti frontalieri, afferma che questo tipo di legname è particolarmente adatto per intagliare i piatti di legno. Sebbene egli si trovi d'accordo sul pericolo di estinzione di questi alberi si schermisce dicendo che è stato costretto a dedicarsi al mestiere di intagliatore dalla povertà e dalla mancanza di impiego. Nel giugno scorso era stato detto che alcune specie di alberi di legno duro preferite dagli intagliatori della città turistica di Hwange, nella parte occidentale del paese, erano ormai state spazzate via e che gli intagliatori avevano rivolto il loro interesse ad altre specie. Anche a Mutare, comunque, si cominciano già a sentire gli effetti del taglio incontrollato di alberi pregiati. L'intagliatore di legno Albert Mondlane afferma di essersi procurato il legname fino a poco tempo fa poco lontano da casa, mentre ora il luogo più vicino dove lo stesso legname è disponibile si trova a ben cinquanta chilometri di distanza. Continua spiegando che gli abitanti dei villaggi si dedicano all' abbattimento degli alberi per conto degli intagliatori che pagano per ognuno di questi 1500 dollari zimbabweani (circa 28 $). Il commercio frontaliero non ufficiale e spesso illegale con paesi come il Sud Africa, il Botswana e la Namibia non ha fatto che aumentare dal1991 quando il governo zimbabweano ha introdotto le riforme economiche che hanno portato a diffusi licenziamenti e molta disoccupazione. Il lavoro di intaglio, oltre a provvedere un valido mezzo di sopravvivenza per i giovani del posto, ha garantito anche la salvezza di giovani mozambicani che non sono ritornati a casa quando la guerra civile nel loro paese è terminata, agli inizi degli anni 90. ZERO, un'organizzazione di ricerca ambientalistica con sede nella capitale, Harare, fa sapere che le leggi per proteggere le foreste dal taglio senza scrupoli ci sono, ma gli ambientalisti ritengono che non vengono fatte rispettare perché il potere di farlo è stato lasciato nella maggior parte del paese nelle mani degli agricoltori e dei capi tradizionali tribali. Enti parastatali, come la Commissione Forestale, hanno fatto rispettare le leggi, ma ovviamente solo nelle loro proprietà. I capi tradizionali applicano normalmente multe che vanno dai 60 ai 250 dollari zimbabweani ( da 1 a 4 $) senza però avere il personale necessario per controllare vaste aree di proprietà pubblica sotto la loro giurisdizione. L'intagliatore Moyana conferma, affermando che solo le grandi proprietà delle Parastatali non sono state prese di mira dagli intagliatori perché al loro interno si corre il rischio di essere arrestati. Capi tradizionali come Chief Rusike Marange, allarmati ormai dai pericolosi sviluppi della situazione, hanno reagito appendendo a certi alberi, specialmente il Petrocarpus, alcuni amuleti sacri e cominciando a comminare multe più salate per cercare di frenare il taglio indiscriminato. Chief Rusike spiega che gli antenati usavano celebrare proprio sotto questi alberi riti propiziatori delle piogge per cui ritiene giusto cercare di salvaguardarli punendo e multando di una vacca coloro che vengono sorpresi a tagliarli. Ma egli si trova comunque impotente ad agire contro gli intagliatori che anche quando vengono sorpresi in possesso del legno proibito se la cavano sempre con degli improbabili giri di parole. La polizia afferma di potersi muovere solo dietro denuncia e che comunque di non aver mai colpito gli intagliatori, la maggior parte dei quali vive e lavora in aree rurali sparse intorno alla città di Mutare. Cephas Zinhumwe, dell' Alleanza per le Risorse Indigene, un'organizzazione non governativa che si occupa della conservazione delle risorse locali, dice che la sua organizzazione sta cercando invano, da parecchio tempo, di informare gli intagliatori riguardo i problemi ambientali. Viene consigliato agli intagliatori di provare ad usare legname già tagliato per lavorare gli oggetti che producono, ma si sentono rispondere che loro comprano il legname da commercianti/tagliatori che sono i veri responsabili dell'ecatombe. Gente di cui loro non sanno nulla, tantomeno del loro operato. L'Alleanza incoraggia la gente dei villaggi a piantare baobab ed altri alberi indigeni i cui semi sono disponibili, anche se i suoi responsabili sono consapevoli che si tratta di specie dalla crescita assai lenta. In ogni caso gli sforzi di Chief Rusike Marange nel controllare il taglio selvaggio hanno dato i loro frutti che egli attribuisce al rispetto che incute nella sua area di comando dove non ha problemi a convincere la gente della necessità di proteggere le risorse naturali di loro proprietà. Il Dipartimento delle Risorse Naturali, infine, suggerisce di tassare i commercianti frontalieri e raccomanda anche la registrazione degli intagliatori per poter controllare la loro attività, considerando queste misure efficaci per la protezione e conservazione dell'ambiente.
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