BotswanaGli ospizi distruggono la famigliaDi Thabang Masilo
Un vecchio di un piccolo villaggio del Botswana non ne vuole sapere dell'idea di andare a vivere in un ospizio per anziani, cosa che ritiene corrispondere all'essere cacciato in prigione. "Voglio morire qui" ha detto del suo villaggio di Bobonong. " Qui è dove i miei genitori ed i miei bisnonni sono sepolti. Sarebbe una maledizione per loro se mi portaste da un'altra parte. Se i miei figli non si vogliono prendere cura di me, lo faranno degli altri parenti." Aggiungendo che quando era giovane questa idea degli ospizi per vecchi proprio non esisteva e non se la sognava nessuno! I commenti di questo vecchio riflettono ciò di cui la maggior parte del milione e settecentomila abitanti del Botswana è convinto: cioè, che la famiglia deve rimanere unita. Mandare qualcuno in un ospizio per vecchi sarebbe visto come un atto completamente dissonante e contrario a questa regola. Il Botswana è un paese che attribuisce molto valore alle sue tradizioni, come dimostra anche l'esistenza dei Kgotlas (tribunali tradizionali) che tuttora funzionano, perfino nei centri urbani. In questo paese, contrariamente a gran parte di quelli in via di sviluppo, la gente, a tutt'oggi, non si sente a suo agio a vivere nelle città, ed i centri urbani sono visti come luoghi dove la gente può lavorare, ma non basare interamente la propria esistenza. La maggior parte, se non tutti, ha villaggi d'origine che vengono chiamano la "casa vera". Diversamente da altri paesi il dilagare della modernizzazione non colpisce né danneggia la struttura della famiglia estesa. Gladys Kokorve, Vice Ministro degli Interni, ha chiarito pubblicamente che il suo governo non ha nessuna intenzione di mettere mano alla costruzione di case per anziani, concettualmente viste come qualcosa di "occidentale". Il Ministro si è espresso in questo modo rispondendo recentemente a delle interrogazioni parlamentari che chiedevano se il governo avesse in mente una politica di sviluppo di ospizi di questo genere. Ciò nondimeno, con l'epidemia di HIV/AIDS che imperversa fra la popolazione, il Governo potrebbe anche essere costretto a cambiare idea, dal momento che il flagello colpisce per lo più i giovani, ed i vecchi vengono lasciati soli. Ma, un assistente sociale spiega che: " Perfino di fronte all'imperversare dell'epidemia è difficile pensare di portare i vecchi negli ospizi, dal momento che sono loro che si prendono cura degli orfani lasciati dalle vittime dell'AIDS." Le statistiche sull'AIDS dimostrano che il gruppo di età che va dai 15 ai 49 anni, quello economicamente più attivo, è anche il più duramente colpito dall'epidemia. L'assistente sociale ha proseguito, affermando che la creazione di ospizi per vecchi allontanerebbe gli anziani dai loro figli e dai loro nipoti, argomentando che ciò: " Condurrebbe al decadimento morale dell'intera popolazione, non fosse altro per il fatto che i botswana ritengono che i vecchi siano la guida dei giovani. Per cui la scelta di allontanare i vecchi dalle case sarebbe considerata da chiunque da gente senza cuore che fa sentire i suoi anziani famigliari degli indesiderati." L'intervistato ha comunque convenuto che è necessario che il governo pianifichi la creazione di istituzioni per l'assistenza degli anziani soli e privi di famigliari per far sì che, in ogni caso, agli emarginati venga garantito appoggio e sostegno.
Memory Ntlole, uno dei tanti giovani che lavorano nella città mineraria di Selebi Pikwe, ha detto: Nei villaggi e nelle aree rurali, bambini, anche solo di 12 anni, sono costretti certe volte a lasciare la scuola per prendersi cura degli anziani. E la Ntlole dice che: " Problemi di questa natura dovrebbero spingere il governo a ripensare e rivedere tutta la questione dell'assistenza sociale alle persone anziane. I vantaggi offerti dagli ospizi sono di gran lunga maggiori di ogni altra considerazione. Dopo tutto, non si deve considerare obbligatorio mettere qualche famigliare in un ospizio per vecchi. Questi ricoveri, oltretutto, se disponibili, darebbero un bel sollievo finanziario a coloro che non hanno le sostanze necessarie per tenersi i vecchi in casa." In ogni caso, comunque, tutto lascia credere che il Botswana sia ben lontano dal veder sorgere case di riposo per vecchi. Paulos Nkoni, impiegato del municipio di Selebi Pikwe, afferma che le case di riposo non hanno ragione d'esistere per ragioni culturali. " In Botswana abbiamo legami famigliari fortemente intrecciati e ciascuno di noi sente la responsabilità di prendersi cura degli anziani, ma, è pur anche vero, che questa tradizione culturale da segni d'indebolimento, forse a causa della grave crisi economica e dell'epidemia dell'AIDS." Sta di fatto che il Governo non ha elaborato finora alcuna politica sulla questione e secondo Nkoni: " Il governo è perfettamente consapevole del forte legame tradizionale che tiene unite le famiglie e, sebbene ciò stia lentamente cambiando, ha sempre dato una mano alle famiglie estese a garantire assistenza ai famigliari bisognosi. In ogni caso esistono centri per emarginati, non necessariamente anziani, che si prendono cura della gente sola che non sa dove stare." Tebelelo Gareebine, un alto funzionario del Dipartimento per lo Sviluppo Sociale e Comunitario, a sua volta, dice che la popolazione del Botswana non è affatto abituata a istituzioni del genere delle case di riposo per anziani e afferma che i locali confidano tradizionalmente nella famiglia estesa per la loro assistenza. Non ritiene che la questione delle case di riposo possa essere considerata d'attualità, essendo la famiglia estesa un'istituzione ancora intatta. Se i figli muoiono di AIDS o trovano un impiego in città c'è sempre qualcuno che si prende cura dei vecchi. Dopo tutto se venissero messe a disposizione delle case di riposo non ci sarebbe più nessuno che si prende cura degli orfani dei morti di AIDS, dal momento che sono proprio i vecchi che generalmente lo fanno; lo svilupparsi delle case di riposo creerebbe la necessità di mettere a disposizione della comunità più orfanotrofi…. Reteng Badisa, funzionario senior dello Sviluppo Comunitario, sostiene che le case per anziani sarebbero utili, ma che, al momento, non esiste alcun programma governativo che preveda di costruirle. Inoltre, ritiene sussistano gravi problemi per un'istituzione del genere, dal momento che le case di riposo danneggerebbero le famiglie estese tradizionali, allontanando i parenti l'uno dall'altro. E conclude dicendo che in ogni caso non c'è motivo che il Governo venga posto sotto pressione perché elabori una politica delle case di riposo, dato che la situazione al momento non è affatto grave e non le giustifica. Badisa afferma che secondo lui il 95% della popolazione del paese è ancora fortemente attaccato alle tradizioni e alla famiglia estesa. La gente che lavora in città torna spesso a trovare i suoi famigliari nei villaggi. A Gaborone, la capitale, per esempio, il 90% della cittadinanza proviene dai villaggi e culturalmente non è affatto cambiata da quando vi risiedeva. Secondo l'assistente sociale Mathews Mzingwani, non si profila alcuna minaccia di disintegrazione della famiglia, pur con l'avvento della terribile epidemia di AIDS e dell'urbanizzazione. La stragrande maggioranza della gente attribuisce ancora grande valore alle sue tradizioni e si può tranquillamente dire che l'idea degli ospizi per vecchi è del tutto estranea praticamente a tutta la popolazione batswana. Un amministrativo statale, tale Gaopalelwe Letsobe, riconosce che la gente anziana che se la passa male non manca, ma ritiene non sia poi così tanta quella a cui manca un alloggio e pensa che, comunque, nel Paese la densità della popolazione è così bassa che lo Stato è in grado di assistere i vecchi bisognosi a domicilio senza alcun bisogno di ricoverarli negli ospizi. A suo parere i servizi di assistenza sociale sono disponibili e pronti a fornire sostegno materiale e finanziario ai bisognosi. Esiste anche un programma governativo per assistere coloro che hanno perso parenti per l'AIDS o sono troppo poveri per provvedere a se stessi. Si tratta di pochi casi, comunque, e, oltretutto, lo Stato già possiede strutture destinate ad ospitare gli emarginati, in genere. Gli osservatori fanno presente che i donatori internazionali, che nel '99 hanno addirittura minacciato l'uscita dal Paese se non si fosse pensato a costruire altri orfanotrofi, premono ora sul governo perché metta mano alla realizzazione di case di riposo per anziani. Un funzionario governativo che ha voluto mantenere l'anonimato sostiene che la questione è attualmente oggetto di attenzione e studio da parte del Governo, semplicemente e solo perché i donatori stranieri premono sull'argomento chiedendo che queste strutture vengano realizzate. D'altronde, rammenta che il Governo ha già provato a mettere mano alla questione una decina d'anni fa senza venire a capo di nulla, lasciando che l'iniziativa morisse di morte naturale. Un gruppo di esperti stranieri si trova ora nel paese per conoscere il punto vista delle varie autorità locali sulla questione delle case di riposo; la prima riunione si è svolta il 5 dicembre a Gaborone e riguardava il sud del paese, una seconda ha avuto luogo a Francistown il 12 dello stesso mese per prendere in considerazione la situazione del nord. Come finirà la battaglia per gli ospizi?
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