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N.47 - Aprile 2002

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Ghana

I musulmani elogiano la CIA

di Amos Safo

La Coalizione delle Organizzazione Musulmane, ha violentemente protestato per i dati concernenti la religione apparsi sul censimento governativo, mettendo in rilievo il centenario timore dell’Islam di trovarsi in subordine alla cristianità. E rilevando, al contempo, che la statunitense CIA ha rilevato dati in cui la percentuale di islamici è molto più alta.

I governanti del paese passano notti insonni a causa di una questione che divide profondamente la loro gente ed è potenzialmente esplosiva. Il quesito è il seguente: quale religione abbia il maggior numero di seguaci nel Ghana.

I ghaniani sono rimasti scioccati da una singolare conferenza stampa della Coalizione delle Organizzazioni Musulmane, nel corso della quale il gruppo ha respinto i risultati finali del censimento del 2000, pubblicato dal Servizio Statistico Nazionale. L’accusa consisteva nella denuncia del fatto che, a loro parere, i dati riguardanti il numero di musulmani presenti in Ghana é errato e riportato per difetto.

Secondo i dati del censimento, dei 18,8 milioni d’abitanti complessivi, i musulmani sono circa 3 milioni, rappresentando solo il 15,6%, mentre i cristiani raggiungerebbero il 69% della popolazione. Sheik Seebaway Zakaria, portavoce della Coalizione, ha sostenuto che le cifre finali erano zeppe di gravi errori e di conseguenza non potevano essere considerate ed utilizzate come dati affidabili nella programmazione e pianificazione nazionale. Il portavoce ha fatto sapere che la Coalizione considera il dato del censimento che riporta 2,9 milioni d’abitanti musulmani come una chiara indicazione del fatto che s’intende sottostimare la forza dell’Islam nel paese. Ha fatto perciò appello al governo perché ritiri tout court il censimento. La Coalizione ha citato statistiche, scaricate dal sito della CIA, a sostegno del proprio punto di vista. Secondo la statunitense CIA, infatti, i musulmani del paese sono circa il 30%, i cristiani arrivano al 34%, mentre i seguaci delle religioni tradizionali africane si attestano al 38%.

I musulmani hanno anche fatto riferimento alla Legge per la Registrazione delle Entità Religiose del 1989, che richiede a tutte le fedi religiose di registrarsi alla Commissione Nazionale della Cultura. Questa legge fissa la percentuale della popolazione musulmana al 45%. Non è stato difficile per la Coalizione affermare che tutti questi dati non vanno chiaramente d’accordo con quelli forniti dall’ultimo censimento del 2000. La coalizione ha reso noto che, secondo le sue stime, la popolazione ghaneana dovrebbe ammontare a circa 21 milioni e 350.000 persone e non ai 18,8 milioni che il Servizio Statistico Nazionale ha rilevato. Le organizzazioni musulmane, inoltre, hanno affermato che, anche se gli aderenti alle religioni tradizionali africane non fossero la maggioranza nelle aree rurali, non ha senso logico, comunque, stimarne la componente al solo 8,5% della popolazione, considerando il fatto che moltissimi ghaneani vivono nelle aree rurali.

La Coalizione delle Organizzazioni Musulmane ha preso di mira anche un altro rilevamento statistico, che ha, fra le altre cose, diviso la popolazione per componenti religiose. Si tratta di un’indagine sul tenore di vita, secondo la quale la popolazione islamica è rimasta ferma al 14% del totale, mentre quella cristiana ha fatto un salto grandioso dal 53% nel ’73 al 64% nel ’92. L’indagine è stata finanziata dalla Banca Mondiale e realizzata dal Servizio Statistico del Ghana. Sheik Seebaway ha affermato che non ha tenuto nel dovuto conto il fatto che gli uomini musulmani hanno in genere diverse mogli e quindi molti figli, per questo si è ironicamente domandato: "Il Servizio Statistico non vorrà per caso far credere ai ghaneani che la popolazione musulmana è rimasta ferma al 14% per vent’anni?!" Hanno aggiunto, dicendo: "Quando fa comodo ai nostri avversari ci accusano di essere troppo prolifici, ma sono di tutt’altro avviso e non esitano a prenderci in giro, quando il nostro incremento numerico rischia di tradursi in un potenziale vantaggio per noi."

Il Segretariato del Censimento ha contrattaccato dopo la conferenza stampa degli islamici ha affermando che i risultati del suo censimento sono accurati ed affidabili. Il dottor Kwaku Twum-Baah, portavoce del Segretariato del Censimento, ha dichiarato che i risultati riflettono in modo assolutamente veritiero il numero di cittadini che vive nel Ghana e che il Servizio Statistico Nazionale ne ha avvallato i risultati.

Twum-Baah , reagendo alla richiesta della Coalizione di ritirare il censimento, ha affermato che il Segretariato non farà mai una cosa del genere. Ha aggiunto che, sebbene nessun censimento al mondo possa essere accurato al 100%, il Segretariato si è procurato con tutti i mezzi di garantire che i risultati riflettessero appieno il numero e le proporzioni della popolazione del paese.

Il funzionario, definendo fuorviante il rigetto dei risultati da parte della Coalizione, oltre tutto espresso senza alcuna base scientifica, ha affermato: "La Coalizione non possiede alcun serio elemento per respingere i dati, in quanto è semplicemente impossibile che il paese abbia una popolazione di 21,3 milioni d’abitanti nel suo complesso." L’esperto statistico del governo ha messo in discussione i dati della CIA, che collocano la popolazione musulmana al 45%, chiedendo alla Coalizione di fornire prove sulla correttezza di questi dati.

Le rimostranze della Coalizione delle Organizzazione Musulmane mettono comunque in evidenza il problema generale delle difficoltà connesse alla rilevazione statistica in Ghana. Dal 1984 al 2000, quando è stato fatto l’ultimo censimento, la pianificazione nazionale è stata condotta basandosi su dati stimati e provvisori. I dati statistici fondamentali, come le nascite e le morti, sono di difficile raccolta, semplicemente in quanto in molte parti del paese mancano i centri di registrazione.

La rivendicazione della Coalizione Musulmana che denuncia il fatto che la popolazione della sua componente è stata sottostimata nel tentativo di negargli possibilità di sviluppo non può essere presa alla leggera. Di fatto, molte comunità islamiche, chiamate popolarmente "Zongos", sono fra le più povere del paese e non dispongono neanche delle necessità più elementari, ma soprattutto non viene garantita loro neanche l’istruzione di base. E questa gravissima mancanza è divenuta ormai un grosso svantaggio per il loro sviluppo umano e sociale. Alcuni analisti sociali hanno suggerito che non si tratta tanto, ora, del timore dei musulmani di venire marginalizzati in un paese dominato dai cristiani, bensì del fatto che la paura atavica degli islamici di essere soggiogati dai cristiani potrebbe essere pericolosamente messo in gioco un’altra volta.

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