ZambiaScegliere per non morireDi Singy Hanyona
La controversia che circonda la manipolazione genetica, ha lasciato drammaticamente soli molti paesi africani che si trovano a dover lottare per difendere o garantirsi gli indispensabili e delicatissimi sistemi di sicurezza biologica. Ghana, Kenya e Zambia, soprattutto, in un momento tanto difficile non dispongono di politiche e linee di condotta generali per affrontare e gestire queste tecnologie. La dottoressa Dorothy Mulenga, affermata consulente zambiana in materia di sicurezza degli alimenti, ritiene che, se da un lato l’ingegneria genetica promette importanti benefici per la società, dall’altro solleva, per sua natura, delicate questioni di carattere etico, ambientale e legate allo sviluppo. A suo avviso manca, oltretutto, da parte della gente della strada una se pur minima conoscenza delle questioni inerenti gli organismi geneticamente modificati, cosiddetti OGM. La ricercatrice spiega che, per esempio, il cotone ed il mais, modificati col BT (Bacillus Thuringiensis), sono piante geneticamente modificate adeguatamente controllate sul campo che rivestono un interesse economico per il Paese. Afferma inoltre che il materiale genetico del bacillo viene introdotto nel cotone e nel mais facendo sì che queste piante producano sostanze velenose per gli insetti che normalmente le attaccano. Questa manipolazione implica però, a suo dire, tutta una serie di nuovi problemi inerenti a norme e regolamenti ai quali non sono ancora state date risposte esaurienti. La Mulenga sostiene che al momento non si conosce ancora abbastanza delle piante GM per poter affermare categoricamente che si tratta di elementi benefici o dannosi per l’ambiente. Consiglia comunque agli africani, indipendentemente dalla carestia e dal drammatico bisogno di alimenti, di non allarmarsi per le tecnologie OGM introdotte nei cibi. Non è possibile, a suo modo di vedere, raccomandare di non mangiare alimenti geneticamente modificati semplicemente poiché coloro che li producono e propongono affermano sotto la propria responsabilità che nessuno é mai morto per causa di questi…. Lo Zambia si trova, in questo momento, invischiato in un acceso dibattito che riguarda soprattutto la discutibile sicurezza del mais transgenico offerto dagli Stati Uniti e rifiutato dalle autorità del paese. Il Presidente della Repubblica, Leviy Mwanawasa, ha già inviato un gruppo di scienziati in America per accertarsi della sicurezza alimentare di questo prodotto. Due mesi fa l’ambasciata americana in Zambia ha respinto l’insinuazione che gli Stati Uniti intendessero costringere lo Zambia ad accettare il mais GM per reconditi motivi, offrendo contemporaneamente un ‘ulteriore donazione di 28.000 tonnellate di mais, sempre che il governo intendesse accettarla. A difesa degli alimenti GM, il responsabile di USAID Andrew Natsioss, afferma semplicemente che l’America non può offrire altro che ciò che produce, in quanto non è più praticamente possibile inviare del mais sul quale non si sia intervenuti con le biotecnologie. Recentemente, Natsioss, nel corso di una conferenza dedicata a dialogo ed attenzione sulla carestia in Africa Australe, si è spinto ad affermare che se un paese vuole ricevere mais dagli Stati Uniti deve accettare di riceverlo della qualità geneticamente modificata. L’Unione Nazionale degli Agricoltori dello Zambia (ZNFU) e l’Associazione dei Produttori Organici, si sono alleati nell’esercitare una decisa opposizione alla donazione di quest’alimento. Gli agricoltori temono che i problemi derivanti dalla “fuga genetica” nell’ambiente possano manifestarsi pericolosamente nel contesto zambiano, in cui le pratiche agricole tradizionali espongono al rischio che, soprattutto i contadini più sprovveduti, possano utilizzare queste granaglie GM per la semina nella prossima stagione. Lovemore Simwanda, rappresentante della ZNFU, ritiene che se ciò accadesse si andrebbe incontro al rischio che il mais GM si mescoli e confonda con quello non modificato contaminando le piante locali e costituendo una minaccia per l’agricoltura. Simwanda ha affermato che il dibattito sugli alimenti GM si è recentemente focalizzato soprattutto sulle questioni inerenti la salute, piuttosto che prendere in considerazione gli aspetti relativi alla produzione. Egli ritiene che si debba al più presto esaminare, con la massima attenzione, i possibili effetti sull’infrastruttura agricola dello Zambia derivanti dall’introduzione di piante geneticamente modificate. Peter Manda dell’Associazione dei Produttori Organici spiega che la produzione organica dello Zambia gode del sostegno di 3000 membri sparsi in tutto il paese, tutti decisi ad esercitare una tolleranza zero nei confronti dei GMO perché si sentono responsabili della difesa degli interessi dei contadini e degli agricoltori su piccola scala. A favore del mais GM si trova invece Luke Mumba, Preside della Scuola di Scienze Naturali dell’Università dello Zambia, che sostiene che la questione è controversa e che il governo dovrebbe chiarire la sua posizione nel più breve tempo possibile altrimenti è possibile che gli zambiani facciano del problema del mais modificato una questione spropositata e priva di senso. Egli ritiene che le possibilità d’incrocio del mais GM con quello locale convenzionale siano marginali, poiché il mais GM che entra nel paese è nella forma in grani commestibili e non di semente. La possibilità che, una volta eventualmente piantato, germini, è davvero assai bassa e in una situazione di carestia come questa la gente è sicuramente incline a consumare il mais che riceve, piuttosto che immagazzinarlo per seminarlo nella prossima stagione. Secondo Mumba il mais GM è un alimento sicuro ed i posteri giudicherebbero severamente questa generazione se oggi si decidesse senza buoni motivi di lasciar morire di fame 2,3 milioni di zambiani per non usare i GM e trent’anni dopo si confermasse trattarsi di alimenti innocui, come tutti gli altri. Ma, il movimento femminile zambiano si oppone fermamente alla promozione degli alimenti GM ed Emily Sikazwe, la direttrice di Donne per il Cambiamento, denuncia le sollecitazioni ad accettare l’ingresso di alimenti GM, ritenendole alla stregua di attentati contro l’umanità. Come scienziato, afferma di non essere disposta ad associarsi a coloro che intendono esporre senza scrupoli la gente ai rischi degli alimenti GM. Secondo la Sikazwe, già durante la seconda guerra mondiale, gli scienziati ricorrevano alla manipolazione genetica commettendo crimini contro l’umanità e si deve sperare che gli scienziati zambiani non cadano ora preda della stessa tentazione. Alcuni zambiani, preoccupati dagli eventi, hanno suggerito che il governo, tramite una direttiva, richieda che tutto il mais GM sia trasformato in farina al porto di entrata non appena arriva nel paese, eliminando così il pericolo che le granaglie lascino i depositi in una forma potenzialmente pericolosa. Indicazioni preliminari suggeriscono che le aziende molitorie del paese hanno la capacità di lavorare 45,000 tonnellate al mese. Attualmente sembra che in Zambia si trovino già 20,000 tonnellate di mais modificato arrivate con gli aiuti alimentari, sollevando questioni di carattere legale ed etico riguardo alla modalità del loro ingresso nel paese. A questo proposito, secondo un noto scienziato e tecnico dell’alimentazione, il Dr. Mwananyanda Lewanika, sulla base del Protocollo di Cartegena sulla Sicurezza Biologica, i governi devono usare norme internazionalmente riconosciute quando si tratta di decidere se accettare o meno l’ingresso d’alimenti GM. Il protocollo di Cartagena è uno strumento internazionale legalmente vincolante che governa i movimenti trans frontalieri di Organismi Modificati Viventi. Oggi come oggi sia lo Zambia che gli Stati Uniti non hanno ratificato il Protocollo, nonostante abbiano partecipato al lavoro per la sua adozione, col risultato che lo Zambia non è in grado attualmente di individuare o gestire il movimento di alimenti GM di qual si voglia natura. Lewanika conclude affermando che il paese non è perciò in grado di controllare l’introduzione illegale, intenzionale o non intenzionale di alimenti di questo tipo. Il governo zambiano, in assenza di un quadro legislativo nazionale sulla sicurezza biologica ha, comunque, costituito un comitato provvisorio sui GMO con il compito di elaborare norme e leggi cui il governo si possa conformare nelle sue scelte e decisioni relative a questi alimenti
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