GUERRA CLINTON-SADDAM,
MA IL POPOLO HA DIRITTO ALLA PACE
Appello dei Beati i Costruttori di Pace
No, non ci rassegnamo a ingoiare tutto. Non vogliamo ne' tacere, ne' stare a
guardare.
Ancora una volta il Governo degli Stati Uniti ha deciso di risolvere i
problemi della sua politica interna e riaffermare la sua supremazia mondiale
sulla pelle del popolo iracheno, gia' abbastanza offeso e provato. Sara' di
nuovo guerra.
Non siamo mai stati sostenitori di Saddam Hussein e dei suoi metodi
antidemocratici di governo. (Ma chi della Comunita' internazionale dal 1991
ad oggi si e' mai preoccupato per la democrazia in Iraq o in Kuwait?).
Siamo molto preoccupati per le popolazioni irachene che hanno gia' pagato con
migliaia di morti per una guerra che riguardava le scelte del Governo e che
sono ridotte alla fame da un embargo ingiusto che ha gia' provocato piu' morti
della guerra stessa (oltre 1 milione di persone in maggioranza bambini).
La macchina da guerra e' gia' partita; gli Stati Uniti hanno deciso da soli.
Rovesciando totalmente il senso e la funzione della diplomazia, il
Segretario di Stato Madeleine Albright, ferrea ambasciatrice di guerra, sta
percorrendo il mondo per costringere gli alleati ad allinearsi sulla
decisione statunitense. L' unica garanzia offerta: si trattera' di un'
operazione chirurgica; le nuove armi saranno dirette dal satellite, non dal
laser come nel 1991. La nuova generazione di armi aprira' un fiorente
mercato; si offre l' occasione propizia per sperimentarle.
Riteniamo che non conosce la guerra chi sgancia le bombe, ma coloro su cui
cadono e noi stiamo da questa parte della storia. Ancora una volta non sara'
Saddam Hussein e il suo governo a soffrirne, ma la gente.
Come nel 1991 gli USA con la guerra faranno un grande regalo a Saddam:
- nello scontro con la piu' grande potenza mondiale si rinforzera' il suo mito simbolo di paladino dei popoli arabi umiliati dagli occidentali;
- ricevera' nuova legittimazione politica perche' gli USA non possono
permettersi alcuna destabilizzazione nei paesi del petrolio
L' embargo e' servito ad affamare il popolo iracheno, ad azzerare ogni voce
di opposizione, a permettere a Saddam di servirsene per la sua lotta contro
l' Occidente. Togliere la guerra a Saddam significa svuotare il suo ruolo da
protagonista internazionale.
Il Governo italiano, dopo una chiara presa di posizione per il dialogo, sta
tentennando paurosamente perche' la politica estera italiana (lo affermano in
pubbliche conferenze i nostri parlamentari) e' totalmente sottratta al
Parlamento ed e' in mano a un vero e proprio club, sostenuto da una forte
lobby di opinionisti filo-statunitensi; opinionisti che in questi giorni,
come durante la guerra nel Golfo del �91, si schierano senza alcun pudore e
dignita' intellettuale a favore degli interessi e delle decisioni americane.
Per loro sarebbero i pacifisti i nemici da combattere, non i grandi
imbroglioni dell' informazione, che per confondere l' opinione pubblica non
hanno avuto paura di trasformare la guerra in uno spettacolo pirotecnico, di
accreditare notizie totalmente false, di nascondere le motivazioni reali.
Se anche tu non ti rassegni al silenzio, se ti sta a cuore un po' di
giustizia per la povera gente, chiedi con noi:
al Governo italiano
- di essere fermo sulla posizione del dialogo per risolvere il conflitto con l'Iraq
- non conceda le basi militari in Italia come supporto logistico per azioni di guerra
- la controversia venga riportata e risolta in sede ONU
- si impegni perche' venga tolto l' embargo che si ritorce esclusivamente
contro la popolazione
ai Parlamentari
- pretendano che per decisioni cosi' gravi per il popolo italiano e per il
rispetto della costituzione il governo consulti il Parlamento ed esegua le
risoluzioni prese.
alle comunita' ecclesiali
- non aspettino ad esprimersi a fatto avvenuto, ma diano concretezza alle
parole del Papa di domenica 8 febbraio: �Mai piu' la guerra in ogni angolo
della terra, a partire dall' Iraq� e si mobilitino perche' �i responsabili
della vita delle nazioni ricorrano agli strumenti diplomatici e al dialogo
per scongiurare ogni forma di impiego delle armi�.
alle associazioni di volontariato
- mettiamo in moto una campagna di sensibilizzazione con volantinaggi e
manifestazioni tra la gente e una pressione sui mezzi di informazione perche'
diano spazio alla voce dei cittadini e perche' diano una informazione
corretta sugli interessi reali ed oscuri che sono alla base delle decisioni
di guerra.
per rivolgerti al Presidente del Consiglio Romano Prodi
fax: 06/6796894, 06/6783998
per rivolgerti al Ministro degli Esteri Lamberto Dini
tel: 06/36911
fax: 06/3222850
per rivolgerti all' ONU Roma:
tel: 06/6789907
fax: 06/6793337
Beati i costruttori di pace
Padova, giovedi' 12 febbraio 1998
URL : http://www.mripermedia.com/AltraPD/Beati/index.shtml
address : Via Marsilio da Padova 2 -35139 Padova
Scongiurare azioni di guerra e favorire un cammino di Pace
Appello di Pax Christi Italia
Bisceglie, lì 9.02.1998
A tutti i Consiglieri Nazionali
Ai punti Pace
Ai singoli aderenti ed agli amici di PX
Carissimi,
di fronte all�attuale situazione irachena, aggravatasi notevolmente
negli ultimi giorni a causa delle minacce statunitensi, è necessario alzare
all�unisono una voce in sostegno della popolazione civile su cui gravano
pesantemente tutte le conseguenze delle sanzioni economiche imposte dalle
Nazioni Unite.
Conformemente a quanto espresso da Giovanni Paolo II in merito all�embargo
che da anni impone a tutta la comunità irachena condizioni di vita
insostenibili, sino a causare la morte di tanti bambini per fame e
malattie, Pax Christi Italia ha ritenuto necessario promuovere un appello
-allegato alla presente- rivolto al Governo italiano con l�auspicio che una
forte e compatta richiesta di Pace possa contribuire alla risoluzione
diplomatica di questo interminabile conflitto.
E� divenuto, infatti, improrogabile porsi in sostegno della comunità
irachena da parte di tutti noi credenti, di tutte le comunità cristiane e
quant�altri rigettino ogni guerra e qualsiasi forma di violenza.
Pertanto, invito tutti voi a sottoscrivere l�appello, pubblicato nel
quotidiano "Avvenire" e a diffonderlo presso le vostre associazioni locali,
le parrocchie ed i gruppi presenti nel vostro territorio. Le adesioni
dovranno essere tante perché vogliamo dare un segnale preciso al governo: i
credenti e gli uomini e le donne di buona volontà non cedono al richiamo
subdolo della violenza e cercano la pace con tutte le proprie forze.
Tutte le sottoscrizioni potranno essere inviate presso la Segreteria
Nazionale di Pax Christi (-Tel: 080/3953507; Fax: 080/3953450; E-mail:
[email protected]) la quale provvederà a darne celermente comunicazione
alla redazione di Avvenire.
Con l�augurio che le nostre comuni Utopie di Pace possano divenire realtà,
vi invio un saluto fraterno.
Shalom
Tonio Dell�Olio
Coordinatore Nazionale Pax Christi
Testo dell'Appello
Scongiurare azioni di guerra e favorire un cammino di pace
(Giovanni Paolo II, Angelus dell�8.02.1998)Appello al governo italiano
Mentre sembrano esaurirsi le speranze di una soluzione diplomatica e
negoziale della crisi irachena e si prospettano tetri scenari di guerra, la
nostra coscienza di credenti non può rimanere inerte e silenziosa. La
minaccia di guerra è tragica e drammatica soprattutto in considerazione del
potenziale bellico che verrebbe riversato in terra irachena e
dell�inevitabile coinvolgimento della popolazione civile.
Con Giovanni Paolo II riteniamo che "le Parti in causa hanno ancora la
possibilità di intendersi e di riaffermare i principi che regolano
pacificamente la convivenza internazionale. La stessa situazione esistente
in Iraq e nell�intera regione del Medio Oriente ci insegna che i conflitti
armati non risolvono i problemi, ma creano maggiori incomprensioni fra i
popoli" (Angelus di Domenica 08. 02.1998)
Dai reiterati appelli di S. S. Giovanni Paolo II, all�insegnamento
tradizionale della Chiesa Cattolica, tutto ci induce a concludere che
l�attacco sarebbe sproporzionato rispetto ai fini, disastroso nel suo epilogo.
Siamo peraltro realmente preoccupati di questa gravissima emarginazione
politica cui sembrano ineluttabilmente condannate le Nazioni Unite che
consideriamo la sede più idonea per qualsiasi trattativa in materia.
Come credenti non possiamo porre la nostra fede negli dei di metallo, siano
essi vitelli, aerei o missili e crediamo che lo Spirito sospinga il dialogo
verso un terreno di comune comprensione. Condanniamo decisamente la
preparazione di ogni guerra e la detenzione di armi di distruzione di massa
perché offendono la dignità dell�uomo e calpestano la vita. Armi nucleari,
chimiche e batteriologiche non possono essere né usate, né custodite da
alcuno. Ma ci sembra quanto meno paradossale che venga minacciato l�impiego
di quelle stesse armi per scongiurarne il possesso. Ci torna alla mente
l�espressione di Giovanni XXIII per il quale il ricorso alla forza delle
armi e della violenza è "alienum a ratione", follia.
Gli stessi ufficiali delle forze armate statunitensi definiscono
l�eventuale attacco "devastante e decisivo", non escludono l�impiego di
armamenti nucleari e ammettono come inevitabile il tragico coinvolgimento
della popolazione civile.
Per queste evidenti ragioni chiediamo con tutta la forza che è nel nostro
potere che si fermi il rullare dei motori degli aerei da guerra e riprenda
il dialogo della pace.
Allo stesso tempo giudichiamo irragionevole la "guerra senza lampi" cui la
popolazione irachena è sottoposta da sette anni e che, secondo i rapporti
delle stesse Nazioni Unite, ha causato più di un milione di morti la metà
dei quali bambini. Da fonte UNICEF apprendiamo che ogni mese le sanzioni
economiche imposte all�Iraq causano direttamente la morte di circa 4.500
bambini. Concordiamo con quanto riferito con forza da Giovanni Paolo II: "I
deboli e gli innocenti non possono pagare per le colpe delle quali non sono
responsabili" (Giovanni Paolo II, Messaggio al Corpo Diplomatico
accreditato in Vaticano, Gennaio 1998).
Ci rivolgiamo infine al nostro governo perché:
- si adoperi in tutti i modi per offrire la propria mediazione sulla via
del dialogo affinché nessun�altra tempesta di guerra abbia inizio. Sarebbe
questo anche il modo più eloquente per riproporre la vocazione naturale del
nostro paese come luogo di incontro dei popoli, delle culture e delle
religioni che si affacciano sul Mediterraneo. Un�Italia arca di pace e non
arco di guerra;
- di riproporre al Consiglio di Sicurezza dell�ONU la fine dell�embargo
sopportato dai più deboli e dai più indifesi tra la popolazione irachena;
- di chiedere con decisione che ogni trattativa torni nella sede
istituzionale più idonea, le Nazioni Unite.
Nella fede nel Dio della pace che ha scelto la via della croce e non
della forza per riconciliare il mondo, nutriamo la speranza che la ragione
prevalga sulla forza delle armi, il dialogo sulla violenza.
Invitiamo credenti e uomini di buona volontà a condividere la stessa
speranza inviando adesione scritta al presente appello.
Pax Christi Italia
9 febbraio 1998
Statement of Pax Christi International on the crisis with Iraq. 12 February
1998
Military strike will not work Plea for a diplomatic solution with Iraq
United with Pope John Paul II, Pax Christi International calls for a
diplomatic solution to the current impasse in Iraq. Iraq's obstruction of
United Nations weapons inspections does not justify a military intervention
by the USA, the UK or any other country. A military intervention to force
Iraq to co-operate with the UN can never be justified without an explicit
mandate of the UN, and for the international Catholic peace movement the UN
should decide against military intervention.
A military strike will not work. It will not contribute to stability,
security or democracy in the region and will be another obstruction for the
Middle East Peace Process. Such a strike will contribute nothing to the
solution of the problem long term and indeed, the suffering of the civilian
population in Iraq will intensify. The position of the present regime in
Iraq will most probably be strengthened and the problem of Iraq's weapons
of mass destruction will still not be solved as a result of military
intervention.
Pax Christi International pleads for a strategy by the UN to reduce the
suffering of the civilian population. It endorses the Secretary General in
his efforts to enlarge the Oil for Food program and asks the UN to
strengthen other programs which could contribute to help the suffering
people. More than seven years of sanctions have caused unimaginable
suffering for the people in Iraq, due also to the refusal by the government
of Iraq to cooperate with the UN. According to several sources, more than
half a million children have died through lack of food and medicine. We
join with Pope John Paul II in calling for an end to this "pitiless
embargo," agreeing with His Holiness that "the weak and the innocent cannot
pay for mistakes for which they are not responsible".
The United States and the UK do not exclude the use of tactical nuclear
weapons to destroy Iraq's chemical and biological weapons. This posture of
threatening with
nuclear weapons is dangerous and is a violation of international law.
Finally, Pax Christi International urges the UN, especially the Security
Council and the Secretary General, and all parties involved in mediation,
to intensify their efforts to find a diplomatic solution without
surrendering the demands made to Iraq as stated in the resolutions of the
Security Council regarding the inspection and destruction of Iraq's weapons
of mass destruction.