Torna alla homepage
    
Cerca nel sito con FreeFind
Clicca per mandare un email Scrivi a PeaceLink
Homepage  |  Chi siamo  |  Come contattarci  |  Mappa del sito  |  Come navigare nel sito  |  Aiuta PeaceLink
Editoriale

PeaceLink-News
L'agenzia stampa di PeaceLink

PeaceLink database
Una banca dati in cui sono state organizzate informazioni utili sulle associazioni e le riviste dell'area ecopacifista e del volontariato.

PeaceLink-Dossier

PeaceLink-Libri
Libri per imparare e aiutare

Appelli
Appelli medici e diritti umani violati

Appuntamenti
Calendario delle iniziative di Pace in Italia


Sostieni la telematica per la pace, versa un contributo sul c.c.p. 13403746 intestato ad Associazione PeaceLink, via Galuppi 15, 74010 Statte (TA) - PeaceLink 1995/2000

Grozny bombardata

Rassegna stampa Sulla Cecenia

Internazionale N. 127 - 26 APRILE 1996

I tre cavalli di battaglia di Boris Eltsin

OLEG TOD, VEK, RUSSIA


Torna alla rassegna stampa
Il Presidente vuol vincere le elezioni di giugno al primo turno. Ecco su quali temi può puntare

Gli strateghi della campagna presidenziale individuano tre problemi che Boris Eltsin dovrà risolvere contemporaneamente nella sua qualità di capo di Stato alla fine del mandato e di candidato di primo piano al posto di capo del Cremlino. Se il Presidente ha già preso le sue decisioni a proposito di due di essi - la Cecenia e la lotta alla corruzione - il terzo, quello principale, che consiste nel superare o almeno alleviare la crisi economica, resta in sospeso. Eppure Eltsin si è assegnato, e l’ha assegnato ai suoi assistenti dello stato maggiore della campagna, un obiettivo praticamente irraggiungibile: vincere al primo turno, con pressappoco il 56 per cento dei suffragi.

La Cecenia

Pochi hanno notato che, per la prima volta dall’estate scorsa, è stato l’esercito e non le truppe del ministero dell’Interno a prendere parte ai combattimenti di Novogrozny [città presa il 20 febbraio. Il 6 marzo, per rappresaglia, gli indipendentisti ceceni hanno lanciato un’offensiva su Grozny]. È un fatto dunque: la Russia ha rotto gli accordi di pace dell’estate 1995 sulla fine dei combattimenti in territorio ceceno, ma è anche vero che si è trattato solo di una risposta alle numerose violazioni di quest’intesa compiute dai partigiani di Dzokhar Dudaev. Nello stesso periodo è stato messo a punto un piano globale comprendente un appoggio militare e politico a Doku Zavgaev ["capo" filorusso della Repubblica cecena] combinato con la distruzione delle principali basi dei ribelli. Novogrozny è stato scelto per due ragioni. Questo villaggio urbanizzato costituiva un nodo di comunicazione dei combattenti di Dudaev e nello stesso tempo era quello che ospitava meno civili (la maggior parte degli abitanti, operai russi degli stabilimenti di trasformazione del petrolio di Grozny, se ne sono andati un anno e mezzo fa). I punti successivi del piano sono Vedeno, Shali e Bamut, dove in seguito saranno condotte importanti operazioni militari allo scopo di eliminare le basi dei ribelli. L’unico ostacolo è rappresentato dalla popolazione civile, che in questi villaggi è molto più numerosa. Conformemente a questo piano, Zavgaev è la sola persona con cui Dudaev può negoziare e, secondo l’idea di Mosca, è dalla volontà di questi due uomini politici che dipende ormai la fine dello spargimento di sangue.

La corruzione

Boris Eltsin non aveva mai combattuto con tanto ardore la corruzione. Aleksej Illushenko, ex procuratore generale a interim, rinchiuso nella prigione di Lefortovo, è accusato di aver abusato dei suoi poteri e di essere corrotto. I famosi 1.200 funzionari indagati e i 1.000 che, a detta del Presidente, stanno "per essere messi sotto accusa" servono a dimostrare che Eltsin ha deciso seriamente di mettere ordine nel paese. Come affermano certe fonti interne alla sua amministrazione, alcuni membri dell’apparato del Consiglio di sicurezza russo, organismo che coordina le azioni dei poteri federali in Cecenia, potrebbero aggiungersi agli uomini già indagati. Quest’ultimo affare è strettamente legato alla Cecenia, dove molti affermano che sono stati rubati miliardi di rubli del bilancio federale destinati al risanamento economico della Repubblica. Secondo la stessa fonte, la responsabilità di queste distrazioni di fondi potrebbe ricadere su una parte dell’apparato del Consiglio di sicurezza. In questo contesto, è anche possibile una vasta riorganizzazione dell’amministrazione presidenziale. Il ministro della Difesa, Pavel Gracev potrebbe anche lui restare vittima della lotta contro la corruzione. Se si segue la logica secondo cui gli accusati di oggi sono quelli che denunciava la stampa ieri, Gracev è un candidato ideale. Non è un caso se in questi ultimi tempi rifiuta le interviste ed è bersaglio di violente critiche da parte del capo dello Stato; è possibile che gli strateghi di Eltsin ritengano che, senza Gracev, circa due milioni di elettori con i galloni voteranno meglio che se rimane al suo posto.

Economia

Se il capitolo ceceno e quello dei cambiamenti del personale politico col pretesto della lotta alla corruzione sono chiari per il Presidente, in campo economico, in compenso, il "capro espiatorio" non è stato ancora trovato. Si è detto che Viktor Cernomyrdin, il primo ministro, era un buon candidato per questo ruolo, ma che non poteva essere "scaricato" prima che la Russia avesse ottenuto il suo nuovo credito presso il Fondo monetario internazionale. Da quando Michel Camdessus, il presidente del Fmi, ha non solo promesso al Cremlino 10,2 miliardi di dollari [circa 16mila miliardi di lire] per i prossimi tre anni, ma ha anche indicato a che cosa questo denaro debba essere destinato, il capo del governo è diventato molto meno necessario al Presidente. Cosa che Boris Eltsin ha chiaramente espresso in un messaggio all’Assemblea federale, minacciando per la prima volta pubblicamente di ricusare primo ministro e governo se non fosse stato risolto il problema del pagamento dei salari e delle pensioni. Su questo fronte il Cremlino ha adesso le mani libere, ma, come sempre, resta il problema della successione. La mossa più populista e più redditizia dal punto di vista strategico sarebbe la nomina di Jurij Lujkov [attuale sindaco di Mosca, vicino al "partito del potere"] al posto di Cernomyrdin. Ma, all’interno stesso del governo c’è un uomo candidato da molto tempo: l’"inaffondabile" Oleg Soskovels [primo vicepremier incaricato dell’Industria], già soprannominato "principe nero" dalla stampa straniera che lo vede destinato a succedere all’attuale primo ministro. Tuttavia, man mano che si avvicinano le elezioni, le decisioni saranno essenzialmente motivate non dalla scelta fra due candidati, ma dalla necessità di rendere pubblico al più presto il nome del responsabile di tutti i mali - i mancati pagamenti, il possibile balzo dell’inflazione in caso di pagamento in massa dei salari e delle pensioni, la crisi del sistema bancario, eccetera. Qui Cernomyrdin non ha concorrenti, e il Cremlino deve risolvere un unico problema: quale sarà il momento migliore per silurarlo? (C. P.)