CAPITOLO 4: L'A.T.C. 4A3

Per quanto concerne specificatamente l'attività venatoria, quello di cui abbiamo sinora parlato, ossia il Polesine Orientale, ossia il Delta del Po Veneto, viene definito, nella specialistica terminologia venatoria,territorio lagunare e vallivo ricompreso nell'Ambito Territoriale di Caccia (A.T.C.) 4A3.

Gli Ambiti Territoriali di Caccia sono strutture associative che non hanno fini di lucro, perseguono scopi di programmazione dell'esercizio venatorio e di gestione della fauna selvatica, hanno l'obiettivo di "legare il cacciatore al territorio" (cioè di bloccare il fenomeno del nomadismo venatorio) e nella Provincia di Rovigo sono stati istituiti nel 1996.

Ciascun A.T.C. è formato da tutti i cacciatori (detti soci dell'A.T.C.) che hanno il diritto di esercitare la caccia nel territorio agro-silvo-pastorale (così è chiamato tecnicamente il territorio in cui si può andare a caccia) in cui sono iscritti ed è gestito da un Comitato Direttivo, formato da un Presidente e dai Componenti il Direttivo (tre rappresentanti delle associazioni venatorie più importanti a livello nazionale, tre rappresentanti delle associazioni agricole, due rappresentanti delle associazioni ambientaliste, e due rappresentanti dell'Amministrazione Provinciale). Il Presidente della Provincia competente sovrintende alla regolare gestione degli ambiti, mediante la supervisione dell'assessorato alla caccia competente ed al relativo ufficio caccia e pesca.

Il cacciatore che intenda iscriversi ad un A.T.C. deve farne richiesta al Presidente della Provincia ove è ubicato l'ambito, versare la quota prevista per l'iscrizione ed indicare l'ordine degli ambiti di preferenza.

Poiché l'A.T.C. 4A3, per "l'appetito venatorio" che suscita nei seguaci di Diana (vista la gran quantità di fauna selvatica che ospita) è ambìto da tutti i cacciatori del Veneto e delle regioni adiacenti, tenendo presente che esiste un indice di densità venatoria massimo (cioè un numero massimo di cacciatori per porzione di territorio agro-silvo-pastorale disponibile, fissato dalla Regione Veneto in 7cacc./100ha, che equivale a dire che ad ogni singolo cacciatore spettano 14,25­Ha) che non può essere superato, non può accontentare tutti i cacciatori che richiedono di associarsi ad esso, consente l'iscrizione alle sue liste secondo le seguenti priorità:

a)essere proprietari, possessori o conduttori di fondi inclusi nell'ambito (questo è il primo criterio di valutazione e, secondo l'adagio tipicamente italiano <<fatta la legge, trovato l'inganno>>, accaniti cacciatori di altre province ed altre regioni, abituati a venire a caccia nel Polesine Orientale quando esisteva il cosiddetto "nomadismo venatorio", cioè quando non c'erano gli ambiti territoriali di caccia e tutti potevano andare a caccia dove volevano, intasando le zone più ricche, come per l'appunto il Delta del Po, pur di continuare ad andare a caccia nel Polesine Orientale hanno avuto la "bella pensata" di comperarsi degli appezzamenti di terreno solo per potersi garantire il diritto di continuare l'esercizio venatorio nel Delta! Il precursore di questo trend è stato proprio l'ex assessore regionale alla caccia e pesca!);

b)essere residenti nel territorio dell'ambito, con preferenza a coloro che posseggono maggiore anzianità nell'esercizio dell'attività venatoria;

c)essere residenti in ambiti limitrofi;

d)essere residenti nella Provincia ove ricade l'ambito;

e)essere residenti nelle altre Province del Veneto.

L'A.T.C 4A3 comprende i seguenti Comuni del Polesine Orientale: Corbola, Taglio di Po, Ariano, Porto Viro, Rosolina e Porto Tolle, per un totale di 611,29 km², così ripartiti:

Comune Sup.urb-agr. km² Sup.valliva km² Sup. lagunare km² S.acque dolci km² Tot  territor. km²
Ariano 70,64 --,-- --,-- 10,28 80,92
Corbola 14,80 --,-- --,-- 03,59 18,39
Porto Tolle 122,25 17,90 63,99 22,61 226,04
Porto Viro 77,70 35,30 09,19 11,33 133,52
Rosolina 30,56 28,39 12,05 02,01 73,01
Taglio di Po 68,30 --,-- --,-- 11,11 79,41
Tot. in km² 384,25 81,59 85,23 60,93 611,29

 

Poiché, per legge, il territorio agro-silvo-pastorale deve prevedere una quota tra il 20 ed il 30% di superficie in cui è vietata la caccia, per l'A.T.C. 4A3 tale porzione é stata stabilita in 196,64 km², così ripartiti: 116,64 km² sono costituiti da oasi di protezione della fauna selvatica e zone di ripopolamento e cattura (istituite dalla Provincia) e riserve naturali delle bocche di Po (vennero istituite nel 1977 dal Ministero dell'Agricoltura e Foreste e si possono considerare le precorritrici del Parco del Delta), 80 km² dal Parco Naturale Regionale del Delta del Po Veneto (istituito nel 1997).

La superficie in cui si può esercitare la caccia nel Delta del Po Veneto, quindi, ammonta a 414,65 km² (in realtà ad essa si dovrebbero sottrarre anche i 50 metri da ciascun lato delle strade ed i 100 metri dalle case, in cui l'esercizio venatorio è vietato ai sensi della legge quadro sulla caccia, ma la cui esatta quantificazione risulta oltremodo difficile).

I cacciatori iscritti all'ambito 4A3 sono 1547 (dati del 1998), di cui 152 sono proprietari, possessori o conduttori di fondi inclusi nell'ambito (di questi, 32 sono residenti nel Veneto, ma non nella Provincia di Rovigo e 19 in altre regioni; del resto abbiamo già detto dell'escamotage al quale sono ricorsi i patiti della caccia nel Delta per avere il diritto di poter continuare ad esercitare l'attività venatoria nell'A.T.C. 4A3),985 sono residenti nei Comuni dell'Ambito, 562 sono residenti in Ambiti limitrofi, sempre comunque della Provincia di Rovigo.

Occorre, precisare, però, che lo statuto dell'Ambito prevede che, a pagamento, possano accedere all'ambito anche 160 ospiti giornalieri. Quindi, ipoteticamente, 1707 cacciatori potrebbero essere autorizzati, durante i giorni ed i periodi previsti, ad esercitare l'attività venatoria nei 414,65 km² di territorio agro-silvo-pastorale effettivamente utilizzabile allo scopo venatorio nel Polesine Orientale! Questo significa che ciascuno avrebbe a disposizione 24,29 Ha di territorio, cioè 10,01 Ha in più rispetto alla densità massima prevista. In altri termini, purtroppo, vi è l'eventualità che altri seguaci di Diana possano essere ammessi all'ambito 4A3, perché, in teoria, i numeri direbbero che ci sarebbe ancora posto!

Per quanto riguarda la tradizione venatoria dei residenti nei Comuni dell'A.T.C. 4A3, "quelli che la fanno da padrone" nell'ambito stesso, essendo i più numerosi (come detto 985 su 1707), occorre subito dire che essa è fortissima, soprattutto se paragonata alla media nazionale di cacciatori per abitanti.

In Italia vi sono 56.510.000 abitanti; i cacciatori sono circa 800.000. Questo significa che vi è un cacciatore ogni 70 abitanti, ossia l'1,4% degli italiani risulta esercitare l'attività venatoria. Ma analizziamo ora i sorprendenti dati dei residenti nei Comuni del Polesine Orientale:           

Comune nr. abitanti

nr. cacciatori

nr. cacc.­/ab. percent.cacc. nel Comune
Ariano 5.292 112 1/47 2,1%
Corbola 2.624 41 1/64 1,5%
Porto Tolle 11.000 418 1/26 3,8%
Porto Viro 14.130 157 1/90 1,1%
Rosolina 5.708 141 1/40 2,4%
Taglio di Po 8.524 116 1/73 1,3%
Totale

47.278

985 1/48 2,0%

Balza subito agli occhi l'alto numero di cacciatori (quasi il doppio rispetto alla media nazionale) e soprattutto lo strabiliante dato degli abitanti del Comune di Porto Tolle!

Il Comune di Porto Tolle, come detto, il secondo più grande d'Italia per estensione, ma tra i bassi per densità abitativa (48 ab./km², rispetto ai 174 ab./km² della media nazionale), occupa quasi un terzo dell'intero territorio del Delta del Po Veneto ed in esso vi risiede il più alto numero di cacciatori (quasi il triplo della media nazionale!) del Polesine Orientale. Gli abitanti di Porto Tolle, tuttora osteggiano il neonato Parco Regionale, ormai accettato dagli altri Comuni del Delta, ed uno dei motivi per cui non lo vogliono è proprio perché, a causa del Parco, perdono 24 km² di territorio agro-silvo-pastorale, nel quale per anni sono andati a caccia, a modo loro, indisturbati.

Addirittura, durante le ultime elezioni amministrative, la seconda coalizione a prendere il maggior numero di voti è stata proprio "Insieme contro il Parco", formazione nata ex novo con lo scopo principale di boicottare il Parco Regionale.

Per concludere il quadro su Porto Tolle, riflettiamo su questi ulteriori dati, importanti anch'essi per rendersi conto di quanto sia forte il legame tra i suoi abitanti, le armi e la caccia.

A Porto Tolle, su 11.000 abitanti, vi sono circa 1100 detentori di armi (il 10%!) (che possono anche non coincidere con i cacciatori, trattandosi semplicemente altresì di persone che tengono un'arma in casa) e, tra fucili, pistole e carabine, quasi 3.000 armi!

Infine, meditiamo su questi ultimi numeri, inerenti due Frazioni di Porto Tolle, Boccasette e Pila, tristemente note per l'alto numero di bracconieri (1) e di atti di bracconaggio: a Boccasette, su 750 abitanti, vi sono 62 cacciatori (ossia 1/12ab., ossia l'8% dei suoi abitanti), ma a Pila, cui spetta il primato assoluto, su 370 abitanti, vi sono 41 cacciatori, cioè 1/9 ab., ossia l'11% dei suoi abitanti (ricordiamo che la media nazionale è di 1,4%) e se facciamo un calcolo empirico, tenendo presente che dei 370 residenti della Frazione di Pila, circa metà sono donne, nessuna delle quali è in possesso di licenza di caccia, significa che in tale zona vanno a caccia il 22% degli uomini! (percentuale che si innalza sicuramente se tra gli uomini non consideriamo i bambini!)

NOTE:

(1)Facendo la statistica dei cacciatori contravvenzionati, frazione per frazione, ed aggiungendovi anche quelli che sono sempre riusciti a "farla franca", Boccasette e Pila sono i centri abitati che si staccano dalla media anche per numero di cacciatori che non rispettano le leggi venatorie