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PeaceLink al "Global Forum"
Una "voce fuori dal coro" al "Global Forum" di Napoli

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Sostieni la telematica per la pace, versa un contributo sul c.c.p. 13403746 intestato ad Associazione PeaceLink, via Galuppi 15, 74010 Statte (TA) - PeaceLink 1995/2000

Manifesto per la libertà della comunicazione


- INTRODUZIONE

Nuovi modelli e sistemi comunicativi

I nostri tempi vedono affermarsi un nuovo sistema comunicativo basato sulle reti.

Realizzazione di principi democratici

Le reti rappresentano una nuova opportunità globale per la realizzazione effettiva di antichi principi democratici e di nuovi principi di condivisione orizzontale del governo della società da parte di singole persone e gruppi organizzati.

Nuove libertà e nuovi diritti

Una nuova democrazia dal basso può oggi sorgere. Noi vogliamo affermare e difendere, in rete e fuori, nuove libertà e nuovi diritti, che per svilupparsi richiedono scelte consapevoli e la definizione di nuovi diritti per i cittadini di questo mondo.

Una rete di comunità

Le reti non sono un semplice accostamento di cavi, computer, software e modem. Non si tratta nemmeno di un insieme multimediale di testi, immagini, audio e video. La rete è anche e soprattutto l’esperienza e la conoscenza collettiva di innumerevoli comunità, ognuna con le proprie modalità di relazione, il proprio linguaggio, le proprie forme di espressione culturale.

- COMUNICAZIONE

Aspetto fondamentale per individui e comunità

La comunicazione è fondamentale per la vita di tutti gli individui e delle loro comunità.

Pieno diritto alla comunicazione

Ciascun individuo ha pieno diritto di partecipare alle comunicazioni e alle decisioni che avvengono all’interno dei sistemi sociali di cui fa parte, come pure ha diritto a non essere limitato nella conoscenza sociale e tecnologica. Il diritto a comunicare include il diritto a partecipare alla comunicazione, attraverso l’interazione, l’organizzazione, l’azione politica, la mobilitazione, la riunione, la collaborazione, la compravendita, la condivisione e la produzione editoriale.

Comunicazione negata

La maggior parte degli abitanti del mondo è priva delle risorse minime necessarie alla sopravvivenza e alla comunicazione. Metà degli abitanti del pianeta non ha mai fatto una telefonata.

La comunicazione non è una merce

La commercializzazione dei mezzi di comunicazione e la concentrazione della loro proprietà nelle mani di un ristretto gruppo di potenti danneggia tutti e compromette le basi culturali, politiche, produttive e informative su cui poggia la nostra società, a cominciare dalla pluralità delle opinioni e dalla diversità delle culture e dei linguaggi necessari per la democrazia, fino alla limitazione delle possibilità produttive e creative degli individui.

Nuove opportunità

I nuovi mezzi di comunicazione orizzontali che vediamo oggi sorgere prepotentemente danno nuove opportunità all’affermazione di antichi diritti e definiscono uno spazio per nuovi diritti vitali.

Valore centrale della comunicazione

La comunicazione nell’era delle reti assume un valore centrale; esserne esclusi significa più che mai esclusione dalla stessa possibilità di esistenza per gli uomini e le donne. La comunicazione è quindi una risorsa produttiva fondamentale per la vita di tutti gli individui e delle loro comunità.

- MASS MEDIA

Rischi dei mezzi di comunicazione

I mezzi di comunicazione di massa, quando sono accentrati e gerarchici, con la loro capacità di persuasione e la violenza dei loro messaggi danno una visione negativa della società. La verticalità comunicativa insita in questi mezzi esaspera i conflitti e alimenta paura e sfiducia, rendendo gli individui vulnerabili e dipendenti da un falso senso di sicurezza indotto dallo stesso consumismo dissennato che alimenta l’azione di questi media.

Rifiuto della violenza

I media hanno il dovere di opporsi attivamente all’odio, al pregiudizio, alla violenza, alla guerra. Gli atti violenti non devono essere presentati come fenomeno normale, "virile" o divertente, ma devono essere dimostrate le conseguenze della violenza e le alternative alla stessa.

Immagini stereotipate

Altre violazioni della dignità e dell’integrità dell’uomo da evitare sono le immagini stereotipate che distorcono la realtà e la complessità della vita delle persone. I media non devono ridicolizzare, stigmatizzare o demonizzare persone in base a genere, razza, classe, etnia, lingua, preferenze sessuali, condizioni fisiche o mentali.

Rispetto della giustizia

La gente ha il diritto di pretendere che i media rispettino gli standard delle regolari procedure nella cronaca dei processi giudiziari. Ciò implica che i media non devono presumere colpevolezza prima del giudizio di colpa né invadere la privacy degli imputati.

Rispetto dei consumatori e dei bambini

Le persone hanno il diritto a una informazione utile e reale, e alla protezione contro informazioni pubblicitarie distorte e ingannevoli. I media devono evitare di diffondere pubblicità camuffata da notizie o intrattenimento, di trasmettere programmi per l’infanzia che utilizzano personaggi o giocattoli a scopo pubblicitario, di alimentare bisogni, richieste, prodotti e attività dispendiosi, inutili, nocivi o dannosi per l'uomo o l'ambiente.

Censura

Rivendichiamo la molteplicità e la pluralità delle fonti informative e rifiutiamo qualsiasi forma di censura preventiva o a posteriori da parte di chiunque voglia utilizzare il proprio potere per imbavagliare e reprimere la libera informazione.

Concentrazione dei poteri informativi

Denunciamo il modello dittatoriale che domina il flusso planetario delle notizie. La maggior parte delle informazioni che circolano su giornali, telegiornali, radio e riviste proviene da un oligopolio di agenzie di stampa internazionali, che ogni giorno svolgono un’opera di selezione, controllo e filtraggio delle informazioni. La gente comune è esclusa dal grande circo dei media, i cui attori principali sono le 300 società che dominano il mercato dell’informazione mondiale. Di queste società 144 appartengono all’America del nord, 80 all’Europa, 49 al Giappone, e 27 al resto del mondo. 4 agenzie tra queste trecento gestiscono l’80 per cento del flusso delle notizie: sono le americane Associated Press e United Press International, la britannica Reuter e la francese France Presse. Dai soli Stati Uniti viene il 65 per cento delle informazioni mondiali. La quasi totalità delle informazioni del sud del mondo passa attraverso queste grandi agenzie di stampa prima di raggiungere i nostri giornali e i nostri TG. Spesso le realtà più emarginate e le più grandi ingiustizie sociali vengono semplicemente ignorate. Tutta l’informazione prodotta al di fuori del cerchio ristretto delle grandi agenzie di stampa viene soffocata e travolta dai colossi dell’informazione. I protagonisti delle notizie vengono immediatamente espropriati delle informazioni che li riguardano, e immediatamente i fatti vengono raccontati, una volta filtrati dai grandi gestori dell’informazione, senza che coloro che sono parte in causa abbiano la possibilità di esprimersi. Tutto ciò può essere combattuto soltanto garantendo una molteplicità delle fonti informative e garantendo a ogni individuo l’accesso a potenti canali comunicativi attraverso il pieno utilizzo delle nuove tecnologie della comunicazione.

Libertà di stampa

La concentrazione di grandi gruppi editoriali, televisivi e mass-mediatici, frutto del cammino inesorabile verso il mercato globale, sta soffocando la piccola editoria, l’autoproduzione letteraria, la stampa locale, le piccole riviste delle associazioni e degli organismi no profit, schiacciati da un "libero" mercato sempre più esigente e competitivo. Ogni giorno, nell’indifferenza generale, muoiono riviste, case editrici, piccole radio locali e molte altre forme di espressione editoriale, radiofonica e televisiva che non possono garantire il profitto necessario alla propria sopravvivenza. Questa nuova forma di censura e di limitazione della libertà di stampa, che si nasconde dietro la presunta ineluttabilità delle leggi economiche, è un grave pericolo per la nostra libertà di espressione, per il nostro pluralismo e per la nostra democrazia. I nuovi bavagli alla libertà di stampa, alla libertà giornalistica e alla libertà editoriale passano inosservati alla maggior parte delle persone, e proprio per questo rappresentano una preoccupante minaccia per una società civile distratta. Di fronte a questa grave crisi editoriale, già da tempo avvertita dagli operatori del settore, rivendichiamo il diritto a forme di espressione, di stampa e di scrittura costruite con nuove regole, che diano priorità ai contenuti e non alla vendibilità di un prodotto culturale come un libro o una rivista, che favoriscano la produzione di informazione locale, variegata, multiforme, pluralistica e autogestita, in alternativa alle strutture che possono permettersi di sostenere i pesantissimi costi fissi necessari per la distribuzione dei propri prodotti editoriali nei supermercati, negli autogrill e nelle edicole di ogni città d’Italia.

- INFORMAZIONE

Diritto di accesso

L’accesso all’informazione e ai mezzi di comunicazione (telematici e non) è un diritto fondamentale per ogni essere umano. Gli stati, le istituzioni, gli operatori pubblici e privati devono garantire operativamente questo diritto. Il vero valore della comunicazione in rete è rappresentato dalla persone, non dalla tecnologia. Il massimo potenziale della rete sarà raggiunto solo quando chiunque lo desideri potrà usarla in modo aperto e libero.

Partecipazione garantita

Tutti devono poter partecipare alle attività dei mezzi di comunicazione, producendo, consultando e rielaborando informazioni, in rete e fuori, senza nessun controllo governativo o commerciale, indipendentemente dalle possibilità economiche e dalle condizioni fisiche e mentali, senza nessuna discriminazione di sesso, razza, classe sociale, lingua, orientamento sessuale e culturale.

Rispetto delle culture e delle lingue

I singoli e le comunità non devono essere forzati a rinunziare alla loro lingua o alle loro tradizioni e culture locali per partecipare alle attività in rete. Per preservare la vitalità associata alla diversità dei punti di vista è necessario che tutto il mondo partecipi alla comunicazione in rete come all'interno di una comunità di eguali. Tutti gli individui hanno il diritto di difendere la propria identità culturale e linguistica e allo stesso tempo il dovere di rispettare le attività per lo sviluppo delle altre culture e delle altre lingue. Ogni lingua può essere utilizzata senza discriminazioni per la comunicazione, l’informazione e la libera espressione delle idee. Ogni persona ha diritto alla diversità della lingua. Ciò comporta il diritto di comunicare, esprimersi e di accedere all’informazione nella propria lingua, il diritto di usare la propria lingua nelle istituzioni dello stato e il diritto di avere, quando necessario, adeguate regole create per l’uso di lingue di gruppi di minoranza.

Libertà dell’informazione

Lo scambio libero e senza alcun ostacolo dell’informazione, così come l’esercizio della comunicazione orizzontale e interattiva, realizzati con tutti gli strumenti che le nuove tecnologie mettono a disposizione, sono elementi essenziali delle nostre libertà fondamentali e devono essere sostenuti e difesi in ogni circostanza. L’informazione vuole essere libera: appartiene a tutto il mondo, essa è prodotta da e per tutto il mondo e l’accesso all’informazione non deve più essere diritto esclusivo di un’élite o di un gruppo privilegiato.

Rispetto della sfera privata degli individui

La completa trasparenza e la libertà dell’informazione, così come i meccanismi che ne regolano la circolazione hanno il dovere di fermarsi solo davanti alla sfera privata degli individui, cioè alle attività, ai rapporti, agli interessi, ai gusti, alle tendenze, che i singoli, da soli o associati con altri, scelgono di praticare senza volere esplicitamente divulgarli.

Proprietà

La proprietà delle reti non deve essere sotto il controllo di monopoli o oligopoli privati o pubblici. La comunicazione e l’informazione devono essere di tutti. Il popolo delle reti deve essere in grado di controllare e partecipare alle scelte gestionali di coloro che possiedono le reti. I singoli pezzi della rete, come cavi, router e server, hanno dei proprietari, a cui va accordato il rispetto dei loro diritti. Tuttavia, così come nessuno può appropriarsi dell’ecosistema in cui viviamo, così la rete stessa non è proprietà di nessuno.

Produzione ed elaborazione delle informazioni

Le semplici possibilità di accesso tecnico alle informazioni non sono sufficienti a garantire la libertà delle persone. Gli individui e le comunità di individui devono essere lasciati liberi di ricercare, di scegliere e di utilizzare gli strumenti critici e cognitivi necessari per elaborare le informazioni a cui accedono, per reinterpretarle, rivestirle di senso e trasformarle in nuova comunicazione significativa. Le persone non sono terminali passivi di un flusso informativo organizzato dall’alto. La loro libertà consiste nel produrre azioni e comunicazioni sociali libere da pregiudizi e discriminazioni di ogni tipo, anche quando queste dovessero andare contro gli interessi economici o politici costituiti. Limitare il diritto all’elaborazione delle informazioni, occultandole o limitandone l’uso, è limitare la stessa capacità produttiva e creativa dell’individuo e della collettività.

- INFORMAZIONE AUTOPRODOTTA

Utilità pubblica

Riconosciamo l’utilità pubblica di ogni forma di comunicazione popolare e autogestita, dell'informazione prodotta dalle associazioni, dai gruppi di volontariato e dai singoli cittadini, realizzata attraverso la rete Internet, i "Bulletin Board System", la stampa cartacea e altri mezzi di diffusione. L’autonomia di produzione ed elaborazione delle informazioni e la libertà dai grandi oligopoli mediatici ed editoriali è una ricchezza sociale che va stimolata, preservata e tutelata.

Autorizzazioni

L’attività di produzione delle informazioni condotta nel rispetto dei diritti dell'uomo e della dignità della persona non deve essere subordinata ad autorizzazioni burocratiche o sottoposta a censure, e deve essere riconosciuta a tutelata in quanto strumento di utilità sociale per la libera manifestazione del pensiero.

- ISTRUZIONE

Libertà di istruzione

Perché l'informazione sia realmente libera è indispensabile che la scuola e le amministrazioni pubbliche siano realmente libere dalle pressioni di monopoli commerciali, economici o di categoria e dalle pressioni di gruppi politici.

La scuola

Gli insegnanti e gli studenti devono essere in grado di partecipare al processo educativo con la più ampia autonomia di insegnamento e apprendimento, scegliendo liberamente gli strumenti culturali, tecnologici e informatici da adottare per le attività didattiche.

Il software utilizzato a scopo didattico dagli istituti di istruzione deve essere messo a disposizione gratuitamente dalle case produttrici di software, in quanto l'adozione di un programma per elaboratore da parte del sistema scolastico favorisce la diffusione del programma stesso, compensando ampiamente i costi sostenuti per la cessione gratuita di strumenti didattici.

Gli stati, le istituzioni, gli istituti di istruzione pubblici e privati devono incoraggiare l'adozione a scopo didattico del Software Libero (Free Software), in quanto liberamente modificabile e riproducibile.

- TECNOLOGIA

Standard

Gli standard tecnologici di comunicazione in rete devono essere il frutto di una decisione globale e diffusa, e non di una politica economica imposta da un gruppo di potere ristretto.

Produzione e distribuzione

Le tecnologie e la loro conoscenza non devono sottostare a controlli o politiche economiche che ne frenino la distribuzione o produzione globale.

Libertà di accesso alla conoscenza.

Riconosciamo l'utilità sociale di tutti i prodotti culturali e tecnologici realizzati in maniera "aperta". I vantaggi economici e commerciali del segreto industriale non giustificano gli svantaggi culturali e sociali causati dal divieto di accesso al sapere. La conoscenza di un programma informatico, di un prodotto industriale, di una medicina o di qualunque dispositivo meccanico, elettronico, fisico o chimico non deve essere un'esclusiva riconosciuta unicamente ai realizzatori, ma dev'essere un patrimonio culturale condiviso da tutta l'umanità.

- PRIVACY

Anonimato

Deve essere consentito l’anonimato a tutela della privacy di ogni utente, per il rispetto della dignità e dell’attività di categorie e minoranze "a rischio", come ad esempio omosessuali, perseguitati politici o sieropositivi.

Crittografia

Gli utenti delle reti telematiche hanno il diritto di difendere la loro privacy e i loro dati personali con tutti i mezzi tecnologici e crittografici disponibili. Solo se non saremo implacabilmente seguiti dalla registrazione di ogni traccia che lasciamo, la costruzione della identità di ciascuno potrà essere libera, e potrà nascere la libertà di donne e uomini nel millennio a venire.

Banche dati

Nessuna informazione riguardante i dati personali dei singoli individui dev’essere ricercata, archiviata, venduta o acquistata senza accordo esplicito da parte della persona interessata, fermo restando il diritto alla produzione di controinformazione sociale alternativa che le associazioni, i gruppi di volontariato e le comunità non animate da scopo di lucro possono esercitare con i mezzi da loro ritenuti più opportuni.

- DIRITTI, RESPONSABILITÀ E LEGGI

Responsabilità personale

Chi gestisce nodi di reti telematiche non è responsabile dei materiali immessi da terze persone nel sistema da lui gestito, a causa della indiscutibile inviolabilità della corrispondenza privata e dell’impossibilità pratica di controllare tutto il materiale immesso nella rete per le stesse caratteristiche di quest’ultima. Le responsabilità dei gestori di sistema finiscono dove iniziano quelle degli utenti. Le comunicazioni interpersonali, elettroniche e non, vanno difese da qualsiasi forma di censura, controllo o filtraggio.

Sequestri

Il sequestro immotivato dei computer a scopo investigativo, in alternativa alla semplice copia dei dati in esso contenuti, è una grave violazione della libertà personale che non trova nessun fondamento logico, giuridico o tecnologico. Un computer è innocente fino a prova contraria.

Restrizioni

Ogni utilizzo della rete è intrinsecamente un esercizio della libertà di parola, la cui restrizione mette a rischio l’intera libertà del genere umano.

Regolamentazione e amministrazione

La comunicazione non può essere regolamentata da privati né essere di loro proprietà. Per il progresso dell’umanità la rete dev’essere amministrata in modo aperto e inclusivo. Nel prendere decisioni tecniche, sociali, politiche ed economiche riguardo alle attività delle reti telematiche vanno tenute in conto le necessità di tutti gli utenti attuali, dei potenziali utenti futuri, di coloro che non hanno la possibilità di utilizzare la rete e di coloro che decidono di non usarla. Tutti gli individui hanno il diritto di partecipare al processo decisionale pubblico relativo alle regole dell’informazione, allo sviluppo e all’utilizzo della conoscenza; alla applicazione di tecnologie per la comunicazione, alla struttura e alle politiche dell’industria dei media.

Libertà dei singoli paesi

La natura umana e l’uso delle tecnologie di rete dà un impulso forte e spontaneo verso l’interconnessione planetaria. Poiché i flussi informativi della rete trascendono i confini nazionali, qualsiasi restrizione all’interno di un singolo Paese può limitare anche la libertà di altre nazioni.

Leggi

Denunciamo e condanniamo una legislazione ingiusta, figlia di una falsa "società dell’informazione", nella quale i magistrati ormai da anni dispongono sequestri immotivati ai danni delle reti di telematica sociale di base e perseguono penalmente anche chi è solo sospettato di infrangere le leggi sui crimini informatici. Denunciamo e condanniamo una legislazione che tutela gli interessi delle grandi case produttrici di software ma non i diritti delle singole persone, e punisce con la carcerazione la copia dei programmi, anche se fatta senza scopi commerciali o criminali, per uso personale o didattico, a beneficio di associazioni, gruppi di volontariato, organizzazioni non governative, scuole. La storia ha dimostrato come dietro l’attuale legislazione sui crimini informatici ci siano gli interessi e le pressioni lobbistiche di una categoria imprenditoriale anziché la volontà popolare e democratica che dovrebbe essere il fondamento di qualsiasi legge. È tempo che vengano tutelati i diritti di tutti i cittadini del mondo e del cyberspazio, invece di continuare a difendere gli interessi delle grandi case produttrici di software. È tempo che la copia per uso personale dei programmi, che nulla ha a che vedere con la cosiddetta "pirateria informatica", esca dalla clandestinità e cessi di essere criminalizzata. È tempo di legalizzare e accettare la copia per uso personale, pratica sociale che affonda le sue radici nella storia dell’informatica, come una naturale evoluzione della tecnologia e dei comportamenti sociali, così come è avvenuto e sta avvenendo per la copia di opere musicali o di opere cinematografiche trasmesse in televisione. Il lavoro dei programmatori non si tutela mandando in galera altre persone, ma creando le condizioni affinché il mondo dell’informatica non sia più dominato da nessun monopolio che di fatto limiti la libertà di iniziativa nella programmazione.

Uso dell’informazione

Chiunque ha il diritto di disporre di qualsiasi informazione e di utilizzarla nella più totale libertà, nel rispetto del diritto alla privacy delle singole persone e a condizione che vengano riconosciuti all’autore dei benefici intellettuali ed economici proporzionali a quelli ottenuti da chi ha utilizzato la sua opera. Le esigenze e la durata del diritto d’autore non devono in nessun caso limitare la legittima evoluzione del sapere, la sete di conoscenza dell’intera umanità e la creatività individuale e collettiva. Le restrizioni all’utilizzo e all’accesso delle informazioni devono essere consentite solo per buoni e validi motivi, ad esempio per evitare violazioni dei diritti umani fondamentali.

Segretezza militare

Rifiutiamo qualsiasi restrizione governativa sull’accesso a informazioni militari di interesse pubblico: ogni cittadino ha il diritto di accedere a informazioni riguardanti la sua sicurezza e quella del suo Paese. Ogni cittadino ha diritto di sapere dai suoi governanti quante testate nucleari sono presenti nel suo Paese, quante mine e componenti per mine antiuomo vengono prodotti e venduti dal suo Paese, quali sono le industrie del suo Paese che producono e commerciano armi.

Autorizzazioni

Rifiutiamo qualsiasi forma legislativa presente o futura che introduca in rete elementi di restrizione o repressione, o che limiti l’utilizzo delle tecnologie telematiche, come è già accaduto per le tecnologie radio, dove un sistema di autorizzazioni e licenze ha di fatto impedito l’accesso diffuso e popolare alle possibilità di cambiamento sociale offerte dalle trasmissioni radio. L’utilizzo di tecnologie per la comunicazione elettronica in rete non deve essere vincolato ad autorizzazioni o concessioni né limitato da ostacoli fiscali o burocratici, né deve essere regolato in maniera differente da quanto avviene per le altre forme di esercizio della libertà di pensiero, di opinione, di associazione e di stampa.

Brevetti

Nessun ente, organismo, nazione o persona ha il diritto imporre brevetti che trasformino in prodotti commerciali alcuni fondamentali settori della conoscenza fondamentali per tutto il genere umano. In particolare rifiutiamo l'imposizione di brevetti su organismi o sequenze molecolari che li descrivono, su algoritmi matematici elementari e procedure software che facciano già parte o possano entrare a far parte del patrimonio di conoscenza dell'umanità. Chi vuole brevettare oggi tecnologie che domani potrebbero entrare a far parte della nostra vita quotidiana, diventando di dominio pubblico, deve chiedersi come sarebbe diventato il mondo se anni addietro qualcuno avesse brevettato l'invenzione del fuoco, della ruota o dell'alfabeto, imponendo una tassa per ogni combustione, per ogni produzione di materiale circolare o per ogni utilizzo della lingua parlata e scritta.

- CONCLUSIONI

Questo manifesto è un documento in evoluzione continua, e segue l’evoluzione della "frontiera elettronica" in cui dovranno trovare spazio nuovi diritti e nuove regole. Il manifesto è frutto del lavoro culturale e dell’azione militante di tutte le realtà di base che in Italia e in altre parti del mondo hanno contribuito a dare senso e contenuto alla comunicazione elettronica. Questo documento è libero da ogni forma di copyright, e può essere utilizzato liberamente, in forma completa o parziale, per qualsiasi azione che abbia come obiettivo l’affermazione dei principi in esso contenuti. Si consiglia vivamente l’utilizzo di questo manifesto per il dibattito e l’approfondimento culturale all’interno delle associazioni, delle realtà locali e di tutti i soggetti coinvolti a vario titolo nel settore della comunicazione e dell’informazione.

Associazione PeaceLink Telematica per la Pace - Volontariato dell'informazione

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