Perche' ci
occupiamo del "caso peggiore"?
Non
vogliamo essere profeti di sventura ma portatori di speranza. Avvertiamo
disagio nello scrivere e nel diffondere questo studio sul rischio nucleare: a
noi piacerebbe dare invece le buone nuove. Non ci piace l'allarmismo ne' il
catastrofismo: vorremmo aver torto piuttosto che aver ragione. Ma come i militari
in guerra si occupano di fronteggiare il "caso peggiore" anche noi in
pace dobbiamo considerare come prevedere il "caso peggiore".
Occuparsi del peggio significa saper intervenire prima, cioe' saper prevenire.
Il valore positivo della protezione civile e della scienza stanno proprio in
questo: prevedere i rischi per evitare le catastrofi. Ecco la ragione di questo
manuale al servizio dei consiglieri comunali e dei cittadini.
La
responsabilita' verso le generazioni future
Occuparsi
del rischio nucleare non comporta l'adesione ad una "tendenza
politica": il pericolo di una catastrofe come quella di Chernobyl non e'
di destra, ne' di centro, ne' di sinistra ma e' un problema di tutti.
Ma
e' nostro dovere anche essere responsabili verso le future generazioni. E'
nostro dovere consegnare ai nipoti dei nostri nipoti un futuro vivibile.
Costruire un futuro nucleare lascia invece in eredita' i problemi da noi creati
e non risolti.
E' un
"argomento vecchio"?
Alcuni
pensano che questo argomento sia vecchio di almeno 15 anni. In realta' il
problema e' solo stato rimosso e i rischi della propulsione nucleare sono stati
solo ignorati per ragioni di cautela politica facendo credere alla popolazione
che il problema sia ormai "del passato". E invece solo oggi ci sono
le condizioni concrete per affrontare il problema efficacemente, lontano dalle
urgenze ideologiche, e per chiedersi: questi rischi sono ancora accettabili ora
che la guerra fredda e' finita?
Competenze
scientifiche per la pace e l'ambiente
Abbiamo
pertanto deciso di creare un gruppo di lavoro - denso di competenze - che ha
realizzato questo "manuale" destinato sia ai consiglieri comunali sia
ai cittadini impegnati per la pace e la difesa dell'ambiente.
"Antonino Drago - fisico"
<drago@unina.it>
"Alessandro Gimona - biologo"
<agimona@libero.it>
"Alessandro Marescotti - presidente di
PeaceLink" <a.marescotti@peacelink.it>
"Cristina Mangia - ricercatrice CNR"
<c_mangia@yahoo.com>
"Francesco Iannuzzelli - responsabile armamenti di
PeaceLink" <francesco@dialogo.org>
"Giuseppe Nardulli - fisico"
<Giuseppe.Nardulli@cern.ch>
"Mario Imperatrice - biologo marino"
<marioimperatrice@iol.it>
"Mario Lusi - avvocato" <m.lusi@tin.it>
"Massimo Zucchetti - esperto nucleare"
<zucchetti@polito.it>
"Mauro Cristaldi - biologo"
<Mauro.Cristaldi@uniroma1.it>
"Paola Gandin - Osservatorio Etico Ambientale"
<stopu238fvg@tin.it>
"Marco Saba - Osservatorio Etico Ambientale"
<marcosaba@usa.net>
"Paolo Ribeca - fisico"
<ribeca@fisica.unige.it>
"Roberto Giua - chimico" <giua@peg.it>
"Paolo Bartolomei - ricercatore Enea"
<bartolo@bologna.enea.it>
"Angelo Mastrandrea - giornalista"
<mastrandrea@katamail.com>
"Emanuele Giordana - giornalista"
<world-news@katamail.com>
"Giancarlo Tenaglia - esperto di armamenti"
<gctenaglia@mclink.it>
"Sabrina Fusari - interprete e traduttrice"
<safusar@tin.it>
Il
risultato del lavoro di gruppo e' in questo testo, composto in parte di
domande/risposte e in parte di documentazione raccolta e prodotta in questo
periodo di rivendicazione dell'"informazione e della sicurezza
nucleare". Ringraziamo gia' da ora chi ci aiutera' a migliorare il testo e
a correggerne inesattezze o errori. Le osservazioni possono essere inviate per
e-mail all'indirizzo a.marescotti@peacelink.it
o all'indirizzo postale di PeaceLink. Infine alleghiamo i messaggi di
incoraggiamento che ci sono giunti da due associazioni di grande valore etico
come Pax Christi e l'AIFO (Amici di
Raoul Follereau).
Siamo
sicuri che questo lavoro invogliera' le persone di buona volonta' ad impegnarsi
per dare vita ad una "rete dei porti a rischio nucleare".
Alessandro
Marescotti