6. ZONE DENUCLEARIZZATE
E' vero che
l'Italia e' costretta ad accettare i rischi nucleari perche' appartiene alla
Nato?
No.
L'appartenenza alla Nato non impone l'obbligo di ospitare dispositivi nucleari.
Nella storia della Nato vi sono state nazioni che hanno posto limiti in tempo
di pace alla presenza di dispositivi nucleari, come la Norvegia, l'Islanda e la
Danimarca.
Tutte le
nazioni della Nato accettano il rischio nucleare?
No.
Solo otto nazioni della Nato ospitano armi nucleari: Grecia, Turchia, Germania,
Belgio, Olanda, Gran Bretagna, Francia e Italia.
Vi sono esempi
di porti che hanno rifiutato il transito nucleare delle unita' navali
americane?
Si',
e' il caso di Kobe, porto del Giappone, dove la prefettura locale nega dal 1975
l'accesso nel porto alle navi americane dotate dispositivi nucleari. In Nuova
Zelanda i governi laburisti si sono opposti ad ogni transito - sia civile sia
militare - che potesse comportare un rischio di inquinamento radioattivo del
mare.
Nel mondo vi
sono zone denuclearizzate?
Si'.
"La creazione di zone libere da armi nucleari - spiega il prof. Paolo
Cotta Ramusino dell'USPID - ha svolto un ruolo importante nella
denuclearizzazione regionale. Attualmente sono stati sottoscritti accordi per
la denuclearizzazione dell'Antartide (1959), dell'America Latina (trattato di
Tlatelolco del 1967), del Pacifico del Sud (trattato di Rarotonga del 1985),
dell'Asia Sudorientale (trattato di Banglok del 1995), dell'Africa (trattato di
Pelindaba del 1996) che coprono assai piu' della meta' della superficie
terrestre. Altre possibili zone libere da armi nucleari sono in discussione
(Asia centrale, Europa centrale, Medio Oriente) con prospettive di
realizzabilita' diverse. Le zone libere
da armi nucleari rappresentano uno strumento assai utile per sensibilizzare gli
stati delle regioni interessate sulla necessita' di non procedere a tentativi
per l'acquisizione di armi nucleari, per limitare (almeno in linea di
principio) il transito di armi nucleari, per contribuire ad circoscrivere anche
geograficamente i paesi nucleari. In generale la messa al bando dell'arma
nucleare in una parte del pianeta sempre piu' vasta, e' una buona premessa per
la realizzazione di una messa al bando totale. (Si veda a questo proposito la
relazione di Jan Prawitz The
Role
and Theory of Nuclear Weapon-free Zones al Convegno di Castiglioncello
del
1997)".