Salviamo la vita al prof.Vidanovic!Dedichiamo questo editoriale di PeaceLink ad un'iniziativa che chiunque puo' intraprendere scrivendo ad un parlamentare e rimaneggiando, se vuole, questo messaggio.
Per l'on.Vittorio Angelici - PPI Commissione Difesa Camera del Deputati 00100 Roma
Oggetto: salviamo la vita al prof.Vidanovic!
Gentile on.Vittorio Angelici, Le invio un drammatico messaggio che ho ricevuto via Internet dal prof.Vidanovic, docente di linguistica presso l'Universita' di Nis, in Serbia. Il prof.Vidanovic esprime scelte ideali e politiche nettamente diverse da quelle di Milosevic. E tuttavia, come Lei avra' modo di leggere, la sua vita e' in pericolo per i bombardamenti Nato. Le scrivo perche' voglio che il prof.Vidanovic non venga ucciso. E con lui la sua famiglia. E con lui tutte quelle persone che rischiano di morire innocenti in raid che si fanno sempre piu' indiscriminati, provocando vittime persino fra i profughi, figuriamoci fra i serbi. Per me l'uccisione di un innocente e' un crimine, sono sicuro che lo sia anche per Lei.
Le chiedo pertanto di fare - nella sua qualita' di membro della Commissione Difesa - tutti i passi necessari presso il governo italiano e la Nato affinche' si imponga il piu' rigoroso rispetto delle Convenzioni di Ginevra: colpire obiettivi civili e' un crimine. Al di la' delle differenze fra chi e' a favore e chi e' contro la guerra, credo debba consolidarsi un sentire comune di civilta' che superi la sciagurata e dilagante mentalita' secondo cui "uccidere un serbo non e' un reato" ma e' al massimo un errore. Credo che la pace si potra' affermare solo garantendo la vita a intellettuali e uomini del valore del prof.Vidanovic. Sono convito che anche Lei la pensera' come me, quando avra' letto il messaggio che allego.
Le chiedo che al prof.Vidanovic venga garantita la possibilita' di esprimersi tramite Internet. I recenti bombardamenti Nato hanno invece interrotto il flusso di energia elettrica e spento i computer. Chi ci scriveva per e-mail e' ora "out". Se si colpisse anche la rete telefonica non avremmo neppure piu' la possibilita' di monitorare quanto avviene la'. Chi bombarda con simili sistemi toglie oltre alla luce anche la "voce" al prof. Vidanovic, facendo un bel regalo a Milosevic
Percio' mi aspetto da Lei, on.Angelici, dei passi precisi che comunichero' al prof.Vidanovic. Monitoreremo insieme i risultati ottenuti.
La ringrazio per aver letto questo appello e le chiedo cinque minuti di pazienza per leggere il messaggio del prof.Vidanovic, che allego. A me ha cambiato la vita, spero anche a Lei. Le chiedo gentilmente di farne fotocopia e di metterlo nella casella postale di tutti i deputati. Grazie. Mi scusi se l'ho importunata, ma voglio che il prof.Vidanovic viva.
Distinti saluti
Alessandro Marescotti presidente di PeaceLink - telematica per la pace c.p.2009 74100 Taranto tel.099/7303686 e-mail: kfqma@tin.it
Messaggio del prof. Diordje Vidanovic di Nis (Serbia)
Non ci hanno risparmiati neanche stanotte. E' stato all' 1:10. Stavo scrivendo al computer, quando mia moglie, Snezana, che stava per mettere la gatta sul balcone, ha esclamato: "Gli aerei !". In men che non si dica, c'e' stata un' esplosione incredibile e tutti i vetri hanno tremato, e siccome una delle finestre era chiusa (cerchiamo di tenerle sempre socchiuse) si e' rotta, spaccata in due, per la precisione. Poi c'e' stata una serie di esplosioni martellanti, fortissime, e mia madre, che era chiusa nella sua stanza, continuava a chiedere che cosa stesse succedendo. Le ho detto: "Ci bombardano di nuovo, mamma. Cerca di stare calma. Tanto non possiamo farci niente." Allora mi sono seduto, tremante, come mia moglie e mia figlia, del resto. Il cielo era in fiamme. Ci sono state 16 esplosioni qui intorno, specialmente nel nord-est della citta'. Ci siamo sentiti stuprati (passami la crudezza del termine, ma e' il piu' vicino alla verita'). Credo che "stupro" sia la parola giusta in questo caso, anche perche' non c'e' altra metafora calzante. Non riesci nemmeno a vedere il tuo aggressore, ti senti inerme, molestato contro il tuo volere e, la cosa piu' angosciante, hai quell' idea stupida ed ingenua che a tutto il mondo questo vada bene. Tuttavia, questo stupro e' ancora piu' perverso perche' e' fatto ad una nazione, ad un intero paese. E' collettivo. Nel nostro piccolo microcosmo familiare, noi quattro, compresa la mia anziana madre, abbiamo sempre condiviso i principi di democrazia propugnati dall' Occidente. E non eravamo certo i soli, in Serbia. Durante le manifestazioni nel 1996 e 97, piu' di tre milioni e mezzo di Serbi hanno marciato per 100 giorni per ottenere una giusta amministrazione della giustizia locale e la giustizia sui risultati elettorali. Adesso, diciassette grandi citta' serbe sono governate dall'opposizione. E sono quelle piu' bombardate... Noi abbiamo votato per i democratici, per la pace, per le riforme, per la coesistenza pacifica, per il libero mercato, per l' amore e la speranza. E guarda che cosa ci fanno, adesso... Guarda che cos' hanno fatto alla mia citta'. L' hanno stuprata. L'hanno resa cosi' vulnerabile. Cosi' indifesa. Come si sentirebbero, loro, se anche un solo aereo nemico volasse sulle loro citta' e bombardasse anche un solo obiettivo militare, anche se in modo chirurgico, pulito, preciso? Come spiegherebbero ai loro figli la paura ? Gli adulti, in un modo o nell' altro, sono in grado di razionalizzare e incasellare questa paura nel loro io gia' formato, ma i bambini non hanno nessuna categoria in cui inquadrare questa paura. Allora, fin da subito, la paura diventa parte della loro personalita'. Cosi', oltre ai morti, ai mutilati, agli invalidi, avremo anche tanti bambini malati, la cui unica colpa e' essere serbi in un particolare momento della storia. Proprio come i piccoli albanesi, che non hanno altra colpa se non quella di essere albanesi, in questo momento. E LORO, li hanno aiutati questi bambini, sia serbi sia albanesi ? NO. Guarda che cos' hanno fatto ad entrambi. Guarda i bambini rimasti senza mamma e senza papa'. Guarda i bambini che non hanno piu' casa. Guarda alle citta' che non esistono piu'. Pristina c'era, una volta. E' stata messa a ferro e fuoco. Pristina (un nome bellissimo) e' stata devastata dalla vanita' dei potenti, dagli auto-proclamati sceriffi del mondo. Anche i ponti della Serbia sono stati distrutti sistematicamente, e i ponti sono una metafora dell' incontro tra menti, culture e popoli diversi, non soltanto tra le rive di un fiume. Questa non e' altro che una spedizione punitiva. Non ha niente a che fare con l' aiuto umanitario, ne' con l' esodo. LORO stanno punendo entrambe le parti, senza aiutare nessuno. I peccati e i vizi di un solo uomo non possono mai giustificare l' immensa efferatezza, la brutalita', la follia, la ferocia cieca e l' odio che oggi si vive in Serbia. Vi saluto tutti con affetto, Djordje
Il professor Djordje Vidanovic, docente di Linguistica e Semantica presso l' Universita' di Nis, ha pubblicato un volume anche in Italia, per Il Mulino, "Introduzione alla neurolinguistica". e' esperto in Filosofia del Linguaggio ed attualmente sta lavorando, missili NATO permettendo, ad uno studio su Wittgenstein. Ha 47 anni, e' sposato ed ha una figlia di 23 anni.
Fonte: PeaceLink http://www.peacelink.it |
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