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Lettera a Walter Veltroni"I care" il motto di don Milani al congresso DSmi sono collegato al sito Internet dei DS che riportava il tuo discorso al Congresso. Campeggiava lo slogan pacifista americano "I care", che don Milani aveva appeso a scuola e che significa "mi sta a cuore", "mi riguarda". "I care" mi e' tornato alla mente quando hai fatto cenno alla guerra in Cecenia. E' difficile ripetere "I care" quando il parlamento italiano ha recentemente approvato ben due leggi di cooperazione militare con la Russia, una delle quali finalizzata a coprodurre un aereo da guerra. Ci vuole stomaco a vendere armi a chi massacra i civili e bombarda in violazione di ogni norma umanitaria. "I care" veramente? "I care" lo puo' dire padre Angelo Cavagna (gavci@iperbole.bologna.it) che a Bologna sta digiunando ad oltranza da due settimane per il diritto alla vita dei ceceni. Ma perche' ti scrivo? Perche' pochi minuti fa sono stato folgorato dalle parole di un consulente legale dell'Alleanza Atlantica Max Johnson. Egli ha dichiarato ad Amnesty International che la Nato non ha sottoscritto le Convenzioni di Ginevra e che la Nato "non dovrebbe essere equiparata a uno Stato in termini di obblighi internazionali". Non conoscevo questa informazione, che risale al marzo '96, forse non la conosci neppure tu. Controlla e' riportata a pagina 235 di "Crimini di guerra", un libro che si avvale della consulenza legale del generale britannico A.P.V.Rogers e che e' uscito in Italia in questi giorni, grazie all'associazione "Amani" (in Africa significa "pace"). Ti scrivo perche' sono rimasto turbato dal fatto che le Convenzioni di Ginevra non siano considerate norme vincolanti dalla Nato e che ad esempio di conseguenza un suo pilota non potrebbe essere processato per la violazione di tali Convenzioni. E' quasi superfluo ricordare che le Convenzioni di Ginevra sono la massima espressione del diritto internazionale umanitario in guerra vietano di uccidere i civili, di distruggere le loro case, di effettuare bombardamenti indiscriminati contro ospedali, scuole, di colpire la Croce Rossa, ecc.
Io ho fatto il servizio militare come ufficiale di complemento. Ora sono un
insegnante di italiano e storia, ma sarei teoricamente ancora richiamabile
dalla Patria e dalla Nato. Fino a questo momento pensavo che la Nato - in
caso di mobilitazione - non potesse comandarmi azioni contro i civili e che
giuridicamente in quel caso mi sarei potuto avvalere della facolta' di non
obbedire facendo parte di uno Stato che ha ratificato le Convenzioni di
Ginevra. Ora so che - come ufficiale - sono invece al servizio di
un'Alleanza che non ha ratificato tali convenzioni a protezione dei civili.
Al corso per allievi ufficiali non me l'avevano mai detto. Potranno mobilitarmi, richiamarmi, denunciarmi, ma io da ora non ho piu' alcun obbligo giuridico derivante da qualunque legge italiana che si richiami alla Nato. Io non ho piu' nulla a che fare con la Nato in attesa che lo facciate voi, io da ora sono gia' uscito fuori dalla Nato. Ti chiedo di porre all'attenzione congressuale questo problema o la Nato accetta come "obbligo giuridico" le Convenzioni di Ginevra, oppure l'Italia ha definitivamente revocato la sua Costituzione e fa parte di un'alleanza fuorilegge rispetto al diritto umanitario. C'e' un modo di schivare il problema pagare un esercito professionale fatto di persone che non abbiano i miei dubbi e con pochi "I care" per la testa. Don Milani faceva notare che all'inizio del secolo il 90% delle vittime di guerra era rappresentato da militari e il 10% da civili ma che nelle guerre contemporanee la situazione si e' rovesciata il 90% delle vittime e' costituito da civili e il 10% da militari. Don Milani proponeva l'obiezione di coscienza di fronte ad una guerra, come quella nucleare, che avesse falciato i civili. Io la mia scelta l'ho fatta. E non so se ad essermi posto fuori dall'autorita' della legge - dal tuo punto di vista - sia a questo punto io o la Nato. Desidero gentilmente una tua risposta. I care. E tu?
Alessandro Marescotti
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