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Padroni della guerra

A guidare le Forze Armate italiane in guerra è il ministro della Difesa Antonio Martino, che a suo tempo non ha fatto il militare: fu riformato per "ridotte attitudini militari". Anche il ministro degli Esteri Renato Ruggiero è stato sfortunato: quindici giorni prima di indossare l'uniforme cadde dagli sci a Roccaraso e ottenne l'esonero. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha fatto solo pochi giorni di Car (Centro addestramento reclute) e poi è ritornato a casa: non ha avuto neanche il tempo per scattarsi una foto col fucile in mano da inserire nella sua biografia illustrata, quella distribuita a tutti gli italiani per le elezioni. Il leader dell'opposizione Francesco Rutelli le armi non le voleva assolutamente usare e si è dichiarato obiettore di coscienza: tuttavia ora è schierato per la guerra. Il presidente degli Stati Uniti George Bush ha invece fatto il servizio militare (a differenza di Bill Clinton) ma come il suo predecessore non ha provato l'emozione del Vietnam.

Volete un'informazione utile? Se state partendo per il militare controllate se avete una sinusite cronica: basta per non indossare la divisa e seguirete così le orme del ministro degli Interni Claudio Scajola. Il sottoscritto ha fatto le guardie armate con la broncopolmonite cronica, ma pazienza, gli sarà sfuggita qualche informazione. Al ministro Umberto Bossi invece non è sfuggito nulla: "nipote di inabile" ha saputo sfruttare una vecchia leggina che ad alcuni milioni di italiani è forse sfuggita.

N.B. Per la stesura del testo mi sono avvalso delle informazioni apparse sul Corriere della Sera del 7/11/2001.

Alessandro Marescotti
presidente di PeaceLink
a.marescotti@peacelink.it