Sudan: un grido nel silenzio

FATIMA

Discorso di Fatima Ahmed Ibrahim nell'ambito della campagna Italiana per il Sudan


Fatima Ahmed Ibrahim

Membro dell'Unione Donne Sudanesi
Scrittrice musulmana, che vive in esilio a Londra, e' una delle voci piu' autorevoli che si sono levate contro il regime fondamentalista di Khartoum.
La sua trentennale carriera politica e' sempre stata caratterizzata dalla lotta per i diritti delle lavcoratrici e dall'impegno per i diritti umani.

Vorrei innanzitutto ringraziare da Pax Christi, tutte le organizzazioni non governative, Amnesty International, agli enti locali che hanno aderito e hanno dato il via a questa immensa campagna per la pace.
E' la prima volta che la vicenda del Sudan trova un posto con la possibilità di mettere in luce gli eventi delle guerra civile e la situazione dei diritti umani. Infatti, la situazione in Sudan è incredibile.
Il Sudan è uno dei paesi più vasti dell'Africa e si trova nella zona nord-est del continente africano. Il Sudan è uno dei paesi più ricchi dal punto di vista delle risorse, contrariamente al fatto che invece la popolazione è una delle più povere.
La nazione è ricca dal punto di vista delle risorse naturali, infatti ha una vastissima area molto fertile. Finora solo il 5 per cento di questa area fertile è stata utilizzata dal Sudan. E' molto ricca di acqua. E' inoltre ricca di cotone, oro, uranio e altri minerali pregiati. Cosi' come di gomma araba, frutta e ortaggi.
E proprio a causa di queste ricchezze, il Sudan è stato assoggettato da un lungo imperialismo. Prima l'imperialismo Turco- Egiziano e poi quello Britannico-Egiziano. Durante l'imperialismo britannico, gli inglesi sfruttarono le risorse naturali del Sunad e rivenderono i manufatti britannici al Sudan. Cercarono quindi di separare il Sudan del Nord dalla regione del sud, sfruttando il fatto che la popolazione del Nord era composta dalla maggioranza di arabi musulmani mentre nel sud era formato da africani di religione cristiana e animista.
Sfortunatamente, dopo l'indipendenza raggiunta nel 1956, i partiti che presero il potere non fecero nulla per fermare questa guerra civile che era iniziata sotto il dominio britannico e quindi le ostilità continuarono. L'indipendenza del Sudan fu raggiunta appunto nel 1956 e nel 1957 gli Stati Uniti offrirono il loro aiuto, chiedendo all'allora primo ministro di usare le armi nei confronti del paese. Iniziò così il primo regime militare e tutte le altre organizzazioni politiche, sindacali; tutte le altre forme di organizzazioni non governative furono bandite completamente e iniziò la dittatura. Quindi, solo dopo un anno di indipendenza, iniziò una nuova forma di imperialismo.
Esperti e consulenti americani arrivarono in Sudan per dirigere l'economia sudanese. Queste affermazioni sono provate da un dossier di un ex agente della CIA pubblicato in suo libro dal titolo "Dentro la CIA" pagina 82 testimonia questo fatto. E da allora la situazione economica del paese iniziò a deteriorarsi.
Nel 1964 il primo regime militare fu rovesciato grazie ad una rivoluzione popolare. Per alcuni anni si ebbe un periodo democratico e poi nel 1969 Nimeiri instaurò una seconda dittatura militare. Continuò così la guerra civile nel Sud. Nel 1973 Nimeiri riconobbe all'interno del governo centrale un ulteriore governo del Sud, marcando ancor di più il distacco tra la regione del nord e quella meridionale. Nel 1983 il fronte islamico che faceva parte del governo di Nimeiri elesse El Turabi che diventò deputato del governo di Nimeiri. Il governo militare di Nimeiri iniziò ad avere una connotazione religiosa, si proclamò uno stato islamico. La guerra civile ricominciò di nuovo.
Nel 1988 le forze dell'esercito presentarono un memorandum al consiglio supremo in cui si chiedeva la fine immediata di questa guerra civile. La Corte Suprema quindi invitò tutte le forze politiche, i sindacati, esercito e polizia a firmare un accordo per fermare la guerra civile in Sudan, di privare tutte le forze in conflitto delle armi di cui erano in possesso e di firmare una costituzione e trovare una soluzione radicale per i problemi del sud.
L'unico gruppo politico che rifiutò di firmare questa costituzione fu proprio il fronte islamico che è oggi al potere in Sudan. Il fronte islamico prese il potere nel 1989 proclamando uno stato islamico. Mentre è assolutamente importante affermate che non esiste uno stato islamico in islam. In alcuni versi del Corano Dio dice al profeta Maometto: "Tu non hai nessun potere sulla gente, tu devi portare loro solo il mio messaggio". E se Maometto non ha ricevuto nessun potere sulle persone quale altro musulmano potrebbe arrogarsi il diritto di averlo?
Il fatto è comunque che ricomincia questa guerra civile contro le popolazioni del Sud, chiamandola questa volta "Guerra Santa". E anche questa guerra va contro i pincipi islamici perché sempre il Corano recita che Dio dice a Maometto "E' un diritto quello di creder o di non credere". In più: l'islam è una religione di pace. I musulmani pregano cinque volte al giorno: "pace su di voi, pace su di voi".Quindi lo stato islamico è sia contro la religione, sia contro i diritti umani, sia contro la democrazia. Non solo la popolazione del sud sta soffrendo; altrettanto soffrono le popolazioni dei monti Nuba che quelle della parte ovest del Sudan.
Poiché oltre a conflitti di tipo religioso ci sono conflitti di tipo etnico. E comunque gli stessi musulmani vengono uccisi da questo governo. Questo è il primo regime che ha permesso lo sviluppo dell'intervento di banche occidentali in Sudan. E questa è la nuova forma di colonialismo responsabile di tutta la miseria e la povertà africana. Come risultato oggi in Sudan esiste una classe capitalista parassita milionaria ed è scomparsa del tutto la classe media. Tutto il resto della popolazione sudanese vive nell'assoluta povertà e deve affrontare problemi come la disoccupazione, la fame, la povertà, mancanza di cure sanitarie, carenze dal punto di vista dell'istruzione e molto spesso addirittura senza casa.
Ben sette milioni di sudanesi hanno abbandonato il paese come rifugiati perché questo governo ha arrestato deine di migliaia di sudanesi senza una vera e propria ragione. Migliaia di uomini e donne sudanesi hanno perso il proprio lavoro a causa della persecuzione del governo. Vengono praticate torture e stupri indifferentemente su uomini e donne. Per questo motivo le Nazioni Unite hanno condannato il governo sudanese, giudicandolo come governo terrorista. Il governo sudanese ha portato nel paese gli estremisti terroristi provenienti da altri paesi arabi. Questi terroristi sono stati armati, sono stati forniti di passaporto sudanese per entrare in Sudan a difesa del regime militare.
Come il Sudan, altri paesi stanno vivendo questo tipo di situazione di terrorismo; paesi come l'Algeria, la Tunisia, il Marocco l'Egitto, l'Uganda. Ci sono prove investigative che asseriscono che il dittatore El Turabi ha complottato per l'assassinio del presidente egiziano Mubarak. Per tutte queste ragioni le Nazioni Unite hanno condannato questo regime.
Le donne sono state le prime vittime di questo regime islamico fin dal 1954. Da quando cioè l'unione delle donne sudanesi chiese allo stato un intervento più attivo delle donne nella vita politica e chiese il diritto di voto delle donne. Il governo intraprese una campagna contro l'unione delle donne sudanesi accusandole di essere contro l'islam e contro i principi e i valori dell'islam.
Il governo del Sudan è quindi contrario a quelli che sono i diritti delle donne e il coivolgimento delle donne nella vita politica. A quel punto, visto che il governo asseriva che le donne erano contro l'islam, esse decisero di studiare il Corano per fornirsi delle stesse armi, scoprendo che in realtà la religione islamica parla di perfetta uguaglianza su tutti i campi tra uomo e donna. L'islam è contro la poligamia. Le donne iniziarono così la vera lotta partendo dalla reale conoscenza dell'islam.
Come si diceva prima, nel 1957 c'è il primo regime militare che bandì l'organizzazione delle donne sudanesi, che continuò ad agire clandestimanente, organizzando le donne affinché lottassero per la democrazia e per i diritti umani. E per la prima volta le donne, nella storia del Sudan, presero parte allo scontro per rovesciare questo regime militare. La prima cosa che le donne ottennero dal nuovo governo democratico fu il diritto al voto.
Una cosa che stupì molto fu che lo stesso fronte islamico presentò come candidata una donna. Essa però non fu eletta. L'unione delle donne sudanesi rese noto alla popolazione che fin dal 1954 si chiese di dare il voto alle donne, rifiutato proprio dagli islamici, gli stessi islamici che presentavano ora una donna nelle loro liste.
Come membro del parlamento, Fatima lavorò per le donne, per migliorare le condizioni delle donne e per l'uguaglianza nel mondo del lavoro. Fu formato fuori dalle aule parlamentari un comitato, chiamato "comitato per le donne che lavorano". E tutti, insieme ai comitati degli studenti e dei giovani lavorarono per gli stessi diritti.
Nel 1969 le donne ottennero l'uguaglianza e stsssi diritti sul lavoro e stesso salario degli uomini, partecipando finalmente a tutti gli incarichi istituzionali, politici e sociali del paese. In seguito riuscirono anche ad ottenere delle leggi che tutelavano la vita delle donne all'interno della famiglia. Tutti questi risultati raggiunti con grande fatica, vennero soppressi con l'avvento del nuovo regime militare.
Il governo licenziò tutte le donne che occupavano cariche politiche, diplomatiche, nella magistratura, nella polizia e nell'esercito. Alle donne fu proibito di viaggiare all'interno del proprio paese senza essere accompagnate da un membro della loro famiglia o senza evere un permesso scritto dal padre e rilasciato dalle autorità.
Il costume che indossa Fatima (una tunica molto colorata) venne proibita e venne imposto il chador. Per contro, l'organizzazione delle donne sudanesi proibì alle donne di indossare il chador, perché non c'è nessun brano del Corano nel quale si dice che il chador iraniano è l'abito islamico.
Fu rivelato che l'Iran aveva fatto dono al Sudan di decine di migliaia di questi chador chiedendo al governo sudanese di vendere a un costo molto alto i chador in modo da ottenerne profitto. Hanno innalzato la bandiera dell'islam solo per arricchirsi. Nel 1983 fu emanata una nuova legge, chiamata legge dell'adulterio che consentiva di perseguire una donna trovata per la strada accompagnata da un uomo che non fosse membro della sua famiglia, che veniva mandata immediatamente di fronte a un tribunale militare per subire 80 frustate, doveva pagare una multa pari a 100 sterline sudanesi e condannata a un anno di prigione.
Questa legge è totalmente contro l'islam. Perché l'islam afferma che non si puo dire che ci sia stato adulterio a meno che non ci siano quattro testimoni che colgano sul fatto gli adulteri e questo è praticamente impossibile. Quindi l'obbiettivo di questa legge era di fare in modo che tutte le famiglie impedissero alle donne di uscire di casa da sole per protggere l'onore e la reputazione. La verità è che questa legge non è mai stata rispettata perché in membro del governo è stato arrestato per aver commesso adulterio e il governo l'ha aiutato a fuggire a Londra.
Questa è la situazione di questo regime islamico terrorista. C'è comunque dell'ottimismo tra i sudanesi perché sono convinti che a questo punto riusciranno a rovesciare il regime. Quattro sono le condizioni che permetteranno il rovesciamento del governo islamico sudanese. La prima è la completa distrizione dell'economia sudanese, che ha raggiunto oramai il fondo. La seconda è la crisi politica che ha raggiunto anch'essa i massimi livelli. La terza è la fame. Ne manca solo una di condizione. L'unione di tutte le forze dell'opposizione contro questo regime, che è stata raggiunta. Tutte le forze politiche, esercito, i sindacati, la polizia da nord a sud, da est a ovest si sono riunite in una conferenza ad Asmara lo scorso Luglio (1995) firmando un accordo nazionale in cui davano la propria adesione per rovesciare definitivamente questo regime, a porre fine alla guerra civile e separare la religione dalla politica e dallo stato e a impedire che qualsiasi partito possa basarsi sulla religione.
Questo accordo prevedeva inoltre l'autodeterminazione per le popolazioni del sud Sudan e della regione dei monti Nuba istituendo una costituzione permanente basata sulla democrazia e sui diritti umani e sociali. Pace senza fine sradicando ogni forma di discriminazione superando l'analfabetismo e incrementando lo sviluppo per le regioni più povere del sud. Uguaglianza fra le donne e gli uomini. Creare un comitato che abbia al suo interno rappresentanti di tutte queste forze per arrivare a libere elezioni.
Tuttavia in questa conferenza ci fù anche un aspetto negativo: ci si dimenticò dell'altra metà del cielo, le donne. Questa è una cosa molto grave. Per questo motivo le donne si stanno preparando per affrontare questa battaglia dopo aver rovesciato questo governo. Per questo motivo L'unione Donne Sudanesi si sta organizzando affinché le donne lottino per la pace, preparandole per una campagna itinerante di pace fatta di donne provenienti da tutte le regioni del Sudan con i bambini orfani che incontreranno il segretario generale delle Nazioni Unite, il centro internazionale per i Diritti Umani, Organizzazione per l'Unità Africana (OUA), la Lega Araba, i capi di stato, il papa, il presidente dell'Organizzazione Islamica affinché possano intervenire per la fine immediata di questa guerra civile.
L'Unione Donne Sudanesi ha contattato tutte le realtà locali, regionali e internazionali per supportare questa campagna moralmente politicamente e finanziariamente. Sono stati inviati telegrammi, fax e lettere a tutte le personalità citate. Tutti i sudanesi in esilio sono stati invitati di inviare nello stesso giorno fax, telegrammi e lettere alle personalità coinvolte dalla campagna. E' in atto anche una organizzazione a favore delle donne, dei bambini e dell'ambiente sudanese. Il quartier generale di questo fronte è a Londra dove si trovano molti rifugiati politici sudanesi. All'interno di questa unione ci sono donne ma anche uomini. Perché non è cosa saggia fare di tutte le erbe un fscio.
Perché in realtà non tutti gli uomini sono contro i diritti di uguaglianza delle donne così come del resto non tutte le donne ne sono coscienti. Questa volta le donne vogliono partecipare alla vita politica e alla gestione dello stato come gli uomini. Per dirigere la politica del proprio paese a beneficio dei bambini, così come delle donne, degli uomini e della intera società.
Perché le donne, come madri, sono più attente ai bisogni dei bambini rispetto agli uomini. E'provato in tutto il mondo che il potere in mano a un ristretto numero di uomini è sempre fallito. In questo mondo dove regna la povertà, la fame, l'analfabetismo e tutti i grossi problemi, tutto ciò è il risultato dello sconsiderato governo maschile.
E' ora che le donne si decidano a governare al pari degli uomini e questo è sicuramente possibile.
Fatima Ahmed Ibrahim



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