Torna alla homepage Raccolta testimonianze sulle violenze compiute a Genova dalla Polizia e dai gruppi violenti di estremisti.
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Gruppo di affinità (Nodo Bologna - Rete Lilliput)
La citta' dell'assurdo.
Una giornata in balia degli eventi....
La giornata è iniziata con tante aspettative e molta partecipazione.
Eravamo a Genova gia' da due gioni ed avevamo preso parte alla
manifestazione dei migranti, una bella manifestazione, viva e molto
partecipata; siamo stati raggiunti dagli altri ragazzi del
nodo bolognese della rete Lilliput in Piazza Manin, dopo i saluti ed i giri
per la piazza tematica abbiamo iniziato le azioni.
Secondo le decisioni prese il giorno precedente dovevamo facilitare il
posizionamento del block fatto dai gruppi di affinita di azione non
violenta che avrebbero tentato di bloccare un accesso alla zona rossa a
Piazza Portello. Abbiamo fatto una perlustrazione della zona che dopo pochi
minuti sarebbe stata percorsa dai gruppi. Siamo tornati in Piazza Manin
all'appuntamento con gli altri gruppi di affinità, definiti no-block, il
cui obiettivo era di fare un sit-in dinamico, contrapponendo alla zona
rossa un altro mondo possibile di luci, colori e suoni.
Il sit-in sembra tranquillo anche se disorganizzato, ci sono molti altri
che del sit-in non conoscono nulla, parlano con la polizia che ci sbarra il
passo e ci propongono di andare a 'baciare' la zona rossa in fila indiana.
Magari appendendo il manifesto, che non sia provocatorio però. C'è molta
gente in piedi, facciamo uno sbarramento per cercare di oridinare il
sit-in. Passa il Pink block a margime, è una prima conferma: e' chiaro che
siamo pochi e mal organizzati rispetto agli altri. Il blocco di polizia si
sposta, ma il trambusto a piazza Marsala crea agitazione. Si decide di
lasciare il sit-in per tornare alla piazza tematica della Rete Lilliput.
Notizie dal centro stampa dei magazzini del cotone: gruppi di violenti,
vestiti di nero (i 'black block'), stanno salendo verso piazza Manin, la
piazza della non violenza. Ad un certo punto compaiono poche avanguardie,
poco dopo altri, ma in tutto non più di qualche decina. Dopo un breve giro
di consultazione, decidiamo di contrapporci in modo non violento, per
impedire che intrappolino i restanti pacifisti presenti lungo via
Assirotti. La strada è praticamente cieca, tranne due vicoli, e la
famigerata grata laggiù in basso. Ci schieriamo in fila, le mani bianche
alzate, e iniziamo la trattativa. Interviene anche don Benzi. I black
capiscono, promettono di cambiare direzione. Applauso.
Ed ora il caos. Lacrimogeni a pioggia lontano, in mezzo alla piazza, la
polizia sopraggiunge dietro ai black, carica all'improvviso. I black
fuggono per primi, i pacifisti non violenti si radunano ai lati della
strada, le magliette e le mani bianche bene in vista, la testa ed il viso
scoperti. La polizia attacca. Non i black. Sfruttando il panico indotto dai
lacrimogeni si scaglia su di noi, spara ancora lacrimogeni, ad altezza
uomo, ed a questo punto tutti scappano in ordine sparso. Quindi si cunsuma
l'incredibile: le botte piovono su tutti quelli che si sono accucciati,
confidando in un qualche raziocinio dell'azione della polizia. Tutt'altro:
siamo in balia si un esercito di agenti che, mentre i black continuano a
devastare la zona circostante (rovesciando macchine ed incendiando
cassonetti), si accaniscono su di noi.
Ci si perde di vista, ognuno segue un gruppo, in un vicolo, per cercare di
dare tregua ad occhi e stomaco. Finchè la furia non si placa, ma ancora si
vedono gruppetti di celerini picchiare nelle stradine in salita. Chiediamo
ai poliziotti COSA FARE per evitare questo scempio. Siamo in gruppo con
alcuni francesi, con persone di una certa età. Chiediamo DOVE ANDARE...
'Affanculo', ci risponde il celerino, prima di colpire al viso un giovane
(non un black, questi stavano già sfasciando vetrine molto lontano da lì).
Finalmente ci dicono di defluire su un lato. Lentamente, senza fidarci
troppo, ci allontaniamo, e ci riuniamo, in salvo.
Bilancio? Giovanni ed Elisabetta malmenati mentre erano accucciati a terra,
tutti noi intossicati dai gas, la delusione di chi pensava di poter portare
il proprio messaggio di non violenza. Non possiamo evitare di pensare che i
conti non tornino, che ci sia qualcosa che non va nelle strategie delle
forze dell'ordine. Perchè questa valanga di teppisti è arrivata fino a noi?
Perchè ha continuato a scorrazzare per tutti i quartieri fino a sera? Come
si giustifica la violenza delle forze dell'ordine su persone inermi a mani
alzate, in un luogo dedicato alla non violenza?
Cerchiamo di tirare le fila della nostra storia: il black block distrugge
la città, la polizia gli balla intorno e picchia indiscriminatamente, le
manifestazioni pacifiche e ricche di contenuti falliscono.

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