Torna alla homepage Raccolta testimonianze sulle violenze compiute a Genova dalla Polizia e dai gruppi violenti di estremisti.
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Ero a Genova con il mio Gruppo di Affinità per Azioni Dirette Nonviolente
di Roma. Niente da aggiungere sulla cronaca di quei giorni così abbondante,
così come sulle tante e diverse riflessioni politiche che anzi mi
appesantiscono... ho da smaltire, da digerire un magma di emozioni che si
muovono dentro ancora caotiche. La paura di perdermi, di perdere i miei
cmpagni; la rabbia per essere stati dispersi e resi inabili, indifesi,
minacciati da quattro pazzi borchiati (o in divisa fa lo stesso) e armati
fino ai denti con la bottiglia mezza vuota di whisky in mano (forse che la
violenza gli richiede troppo coraggio?); l'ansia dell'inevitabile e il
sentirsi in trappola dentro un gioco perverso di blocchi e di scontri, il
panico di morte portato dai tamburi, dai lacrimogeni, dai fumi neri degli
incendi... Sentivo dentro andare e venire, salire e scendere la voglia di
scappare e di non mollare, di mettermi in salvo e di resistere, la
determinazione delle mie, delle nostre ragioni di pace e tutta la fragilità
del mio coraggio. Il sit-in si è disperso dopo neanche un'ora, alla prima
ondata di disordini. Ci eravamo preparati alle tecniche di autodifesa ma
non a 'soffrire'; avevamo organizzato con fatica ed entusiasmo il nostro
colorato e animatissimo sit-in ma non la nostra 'resistenza'; il breve
training ci ha iniziato alla fiducia e alla coesione di gruppo ma non a
'restare' lì e insieme; ci ha fornito tecniche e modalità della nonviolenza
ma non ha fatto in tempo a mostrarci e a farci respirare la sua forza. Io
la sento... e ne sento anche il limite che viene dalla poca padronanza dei
suoi mezzi, dei suoi fini, dalla ancora imberbe consapevolezza che la
nonviolenza è una forza ('morale', direbbe Ghandi), non solo un
atteggiamento o una tecnica.
Ho sentito nei convusli e drammatici giorni genovesi il cuore e lo stomaco
scossi, sconquassati, in balia degli eventi. E se è questo l'effetto
devastante della violenza io allora voglio fermarmi, respirare e resistere,
cercare proprio lì tra somaco e cuore il baricentro della mia forza. E poi
andare...
M.G.
GdA Roma 1

'C'è più fprza in una massa organizzata in una marcia pacifica di quanta ce
ne sia nelle armi in mano ad una manciata di uomini disperati' (Martin
Luther King).

[NOTA: PER RAGIONI DI PRIVACY TUTTE LE SEGNALAZIONI INVIATE ALL'ASSOCIAZIONE PEACELINK VENGONO RIPORTATE IN FORMA ANONIMA, MA CHI CI SCRIVE LO FA INDICANDO PER ESTESO IL SUO NOME, COGNOME, INDIRIZZO E NUMERO DI DOCUMENTO D'IDENTITA']


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