Torna alla homepage Raccolta testimonianze sulle violenze compiute a Genova dalla Polizia e dai gruppi violenti di estremisti.
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Ecco il primo resoconto di ciò che è successo a piazza Portello il 20 luglio.
Invitiamo coloro che erano presenti a fornirci contributi per ricostruire
la cronaca dell’evento.
Per contributi scritti: marco.forlani@rcm.inet.it
Se avete delle foto: alma.mazzoleni@galactica.it


IL SIT-IN NONVIOLENTO AL VARCO DI PIAZZA PORTELLO
(Genova, 20 Luglio 2001)
Gruppo di Affinità di Milano

Non ne hanno parlato per nulla, i media, di un “azione diretta nonviolenta”
che si è svolta nel corso delle manifestazioni di Genova contro il G8 dove
gran parte della pubblica attenzione è stata attratta dagli scontri,
cariche della Polizia e gli atti di teppismo dei Black block.
Quell’azione è stata portata avanti dai “gruppi di affinita’” di mezza
Italia al varco del Portello, nella zona di Ponente. Si tratta di un
“azione diretta” che forse è l’unica manifestazione di successo sul
limitare della “zona rossa” presidiata dalla Polizia.
Circa 200 persone che per due mesi si erano preparate alle tecniche della
nonviolenza in diverse città (Milano, Torino, Genova,….) suddivisi in
“gruppi di affinità” di 15-25 persone, hanno concordato quell’azione comune
(il gruppone si è definito “bloc”).

Sin dalla mattina del 20, dopo essere confluiti (verso le ore 11) in piazza
Manin dove una parte è rimasta a compiere azioni di sensibilizzazione
dell’opinione pubblica (il “nobloc”)- e sarà purtroppo coinvolta negli
scontri tra Polizia e Black Block- quelle 200 persone si avviano verso il
varco di piazza Portello, uno dei 16 passaggi presidiati verso la “zona
rossa”.
In prossimità di piazza Portello i due portavoce incaricati intavolano un
dialogo con le forze dell’ordine, comunicando l’intenzione pacifica e
determinata di bloccare il varco, senza alcuna azione di impedimento
attivo, solo con l’interposizione dei loro corpi. All’arrivo del gruppo
Bloc il varco è utilizzato: passano macchine, motorini, passanti.
Dopo una breve riunione del consiglio degli speaker i manifestanti si
dispongono in un sit-in ordinato.
La polizia sembra capire, c’è un clima disteso, vengono intonati canti con
le mani alzate dipinte di bianco, mentre arrivano notizie di scontri piu’ a
monte; elicotteri che passano veloci, cellulari che squillano.
Proseguono intanto le riunioni del “consiglio degli speaker”: 15-20 persone
che rappresentano i vari gruppi di affinita’ presenti. La prima decisione è
quella di coprire anche la parte del varco che da su un vicolo laterale dal
quale arrivano alcuni passanti: lentamente viene effettuato lo spostamento.
Il blocco ora è veramente totale
Iniziano a funzionare le staffette, in gran parte in bicicletta (bici
controg8), alcune appiedate, col compito di esplorare che cosa succede nei
dintorni e di comunicare con il bloc tratime celluari o di persona.
Due “addetti stampa” gestiscono i rapporti con i giornalisti presenti per
spiegare le motivazioni e le modalità del blocco, mentre un’altra persona
ha il compito di intervenire nel caso in cui gruppi non nonviolenti
arrivino nella piazza.
Intanto arrivano i primi civili che hanno bisogno di oltrepassare il varco,
poiche’ abitano o lavorano di la’. La polizia è attenta, pronta a cogliere
un gesto di trattenimento fisico.
Un ragazzo con borsone scavalca allegramente i corpi, senza rabbia, e
quando un manifestante gli trattiene furbescamente il manico della borsa,
lo speaker lo richiama, lui smette, il ragazzo raggiunge il varco, grande
applauso, allegria.
Parecchi passanti tenteranno di entrare in zona rossa, ma diversi di loro
dopo qualche tentativo rinunceranno, convinti dai manifestanti che
instaurano con loro una dinamica scherzosa (es. slogan ritmati: “con noi,
con noi, con noi”; gli offrono da bere, ecc.). Qualcuno addirittura si
siederà con gli altri del sit-in. Qualcuno si arrabbierà e se ne andrà.
Nel pomeriggio iniziano i cambi della guardia del presidio di polizia. Il
colonnello fa presente la necessita’ che il blocco si apra per far passare
i militari. Il consiglio degli speaker si riunisce; la risposta e’: il
blocco, sempre nonviolento, e’ totale, riguarda anche i poliziotti. Un
agente particolarmente arrabbiato s’infila i guanti, tira giu’ la visiera,
impugna il manganello, gli altri lo fermano. La prima squadra di poliziotti
sfila via, attenta a non calpestare i manifestanti, quelli che subentrano
sono invece piu’ duri e arrabbiati- solo alcuni di loro evitano di fare del
male ai manifestanti. Due addirittura battono i piedi a passo di marcia
mentre passano tra le persone sedute per terra.
Intanto la tensione cresce, da sopra via Caffaro arrivano le notizie delle
staffette: un gruppo di 200 Black Block si sta avvicinando, infilano la via
in discesa. I poliziotti si preparano alla battaglia: si chiudono i guanti,
tirano giu’ la visiera, impugnano i manganelli e chiedono di aprire un
varco per farli passare. Uno furbescamente dice che i Black Block hanno le
molotov e che senz’altro stanno per apprestarsi a tirarle contro le persone
del sit-in. Per un attimo regna l’incertezza: una parte del sit-in crea un
varco convinta che i poliziotti siano la’ per difenderci, mentre l’altra
parte ­ la maggioranza- urla agli altri di chiudere il varco: bisogna fare
interposizione tra Black Block e Polizia- due facce della violenza, quindi
andrebbero bloccate entrambe. La polizia approfitta del momento di
confusione e passa.
Il presidio laterale di polizia lancia alcuni lacrimogeni, da’ il via ad
una carica correndo in salita per via Caffaro e li disperde. Quelli
scappano ed in numero minore torneranno piu’ tardi, stessa scena.
Una ragazza e’ presa, non si sa chi sia ne di quale gruppo faccia parte,
una parte dei manifestanti assiste al pestaggio urla: “lasciatela”, lei
viene portata in un cellulare. Li’ di lato si forma uno schieramento
compatto di poliziotti; ed ecco che si avvicina in maglia gialla un
avvocato del GSF, i poliziotti sembrano inamovibili. Lui non demorde, alla
fine lo fanno passare, applausi tra i presenti. Solo un giovane e due
ragazze lanciano slogan sanguinari, cercano di coinvolgere i presenti, ma
questi non ci cascano.
Sei, sette ore dura il blocco e vede anche l’arrivo del Presidente della
“Circoscrizione Centro” che fa i complimenti alle persone del sit-in per i
sistemi di blocco usati e confessa di essere d’accordo con loro nei
contenuti e nella critica al G8, parla di lezione di civilta’ per tutti-
poliziotti compresi.
Verso le 17 arrivano le notizie delle violenze incredibili, delle cariche
continue, della morte di Carlo Giuliani. Il GSF chiede di sospendere le
diverse azioni e di convergere i piazzale Kennedy per un’assemblea. Si
riunisce il consiglio degli speaker che decide di anticipare alle 18 la
chiusura del blocco (si era previsto di continuare fino alle 20). La
proposta è però quella di concludere con un’azione simbolica: appendiamo
alla rete gli striscioni, le mutande, le magliette colorate, tra canzoni e
slogan.
Alla fine il blocco si scioglie ordinatamente. Attraversiamo le vie
saccheggiate, le auto incendiate, le zone che hanno ancora l’odore dei
lacrimogeni, l’atmosfera irreale di chi tutto sommato era rimasto nelle
retrovie, contribuendo con una strategia di distruzione, alla tranquillita’
di quelli del G8, ed alla criminalizzazione del movimento.

Qui di seguito le regole che ci siamo dati:

AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA PER GRUPPI DI AFFINITÀ

1. Modalità di avvicinamento
Incontro in piazza
Avvicinamento creativo (tutti)
Discesa divisi per GDA o gruppetti
In caso di sgombero si riunisce il CdS che prenderà una decisione in
proposito

2. Modalità del sit-in
Seduti, non ci si tiene a braccetto

3. Chi lasciamo passare?
No macchine, sì mezzi di soccorso
Per le persone la decisione viene presa dal CdS volta per volta

4. Cosa si fa durante il sit-in
Canti, slogan e silenzio alternati e coordinati da due portavoce

5. Chi parla con chi
Due portavoce si relazionano con i gruppi nonviolenti stranieri
Due portavoce si relazionano con la stampa
Due portavoce si relazionano con la polizia (trattano e ricordano le regole)
Un portavoce si relaziona con i gruppi non nonviolenti

6. Comportamento con la polizia
Se ci trascinano via: non trattenere i compagni, non reagire, non fare
resistenza (è reato)
Se caricano o usano idranti: assumere le posizioni viste al termine della
simulazione

7. Comportamento verso altri gruppi violenti
Pali, sentinelle, ciclisti (bicig8) che faranno staffetta
Portavoce il quale deve: tentare di dissuadere un eventuale intervento
violento
Ricordare gli accordi presi
Ricordare la nostra scelta di nonviolenza
Invitare a scegliere un altro possibile percorso
Far loro presente che non siamo il loro scudo e che non vogliamo essere
strumentalizzati
Il nostro atteggiamento sarà: il più possibile di resistenza (canti,
slogan ritmati e fermi, non battere le mani)
Mani alzate
“azione netta” (le ultime file del sit-in si voltano verso i manifestanti)
allontanamento (ciascun portavoce dovrà verificare il livello di tensione
del suo GDA, nel caso il gruppo volesse abbandonare il sit-in, il portavoce
dovrà alzarsi in piedi con le mani sollevate e indicando con gli indici),
sulle modalità vedi il punto 8

8. Allontanamento
Ci si alza per file, da quella più lontana a quella più vicina alla
polizia (le file sono formate dai GDA)
Ci si allontana IN SILENZIO
L’allontanamento sarà guidato dai genovesi

9. In caso di fermo o di arresto
Non opporre resistenza
Non fasre dichiarazioni fino alla presenza di un avvocato
Presentare solo le generalità
Richiedere l’avvocato (ASSISTENZA LEGALE 010 3627101 oppure 010 3627162)
Il GDA si farà carico di chiamare l’assistenza legale

10. Medici
Presenza sul posto di un medico e un infermiere (appostamento medico:
piazza Palermo e GSF alla scuola Diaz)

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