Torna alla homepage Raccolta testimonianze sulle violenze compiute a Genova dalla Polizia e dai gruppi violenti di estremisti.
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TESTIMONIANZA DI L.R. - Genova

Questa è la testimonianza personale di quella piccola parte di fatti che
ho visto con i miei occhi.

Chi non c'è stato non può crederci facilmente, visto che stentiamo a
crederlo noi che c'eravamo.

Ora che moltissime notizie sono ormai passate anche sulla stampa più cauta,
che la gravità dei fatti è emersa addirittura a livello internazionale, ora
che è appena caduta qualche testa e sembra non ci sia più niente da
aggiungere... ancora mi spinge a scrivere il bisogno di comunicare lo
sconcerto provato nel vedere calpestati in un attimo non solo i più sacri
principi democratici, ma addirittura le più elementari regole della
convivenza umana.

Ciò che è accaduto riguarda tutti i cittadini, e ancor di più riguarda noi
gay e lesbiche, se solo vogliamo buttare un occhio a quel passato non così
lontano che abbiamo ricordato col GAY8 e la memoria dell'Omocausto.

Non dimentichiamoci mai che i bersagli più collaudati dell'odio sono, da
sempre, tre : sporco negro, sporco ebreo, sporco frocio.

Venerdì 20 dalle ore 14 circa

A Piazza Manin, era regolarmente autorizzato il raduno d'ambientalisti,
scout, gruppi femministi, Lilliput, GSF. La manifestazione era
assolutamente pacifica e senza tensioni. Si scende lungo Via Assarotti. Si
parla di mutande sulle grate, di palloncini tirati al di là delle reti,
cosa che è stata fatta, in un clima un po' teso, con qualche getto di
idrante, ma tutto complessivamente composto, nonostante un lacrimogeno che
ancora sembrava avere il significato di 'attenti, non esagerate con le
provocazioni...' - in quei momenti ancora mi fidavo delle Forze
dell'Ordine...
Ancora: la ragnatela gigante in piazza marsala, il gruppo con la banda, un
ragazzo in mutande che
distribuisce finte bombe carta agli agenti, i fiori sulle barricate (già,
le barricate: chi non
è di genova non può capire la beffa, dopo il frenetico maquillage alla
città degli ultimi giorni, i fiori, gli intonaci ridipinti, gli ineffabili
teloni con finti palazzi d'epoca sui palazzi ritenuti meno interessanti ,
di dover intravedere tutto questo esercizio di raffinatezza affiancato e
chiuso dietro barricate di rete fitta e spessa di ferro grezzo alte sei
metri: in realtà il G8 non è stato fatto davvero a Genova, ma dentro lo
scheletro di una città che, come è stato detto, era stata
'disinfestata' dei suoi abitanti...)
Eravamo in Piazza Marsala.
Improvvisamente, mentre tutto sembrava tranquillo, sono comparse persone
col volto coperto, e subito dopo, a ruota, prima di poter capire cosa
stesse succedendo, i lacrimogeni e il caos: risaliamo via Assarotti e
vediamo altri lacrimogeni sullo sfondo, nella parte alta, che cominciavano
ad avvicinarsi :
cerchiamo una via d'uscita verso brignole, dove però tutti gli accessi
liberi dalle barricate di ferro della zona rossa sono ora bloccati dai
container; dopo aver girovagato almeno un'ora in cerca di un varco (l'unica
possibilità era corso montegrappa, ma arrivavano notizie di disordini in
zona brignole) siamo tornati indietro verso via assarotti, per andare a
casa - a causa della zona rossa per raggiungere tutta genova al di là di
s.lorenzo era necessario passare da Circonvallazione a Monte:

Proprio mentre stavamo salendo ci avvisano via cell di evitare quella zona
perchè ALLA TV hanno detto che ci sono bande di black bloc che mettono a
ferro e a fuoco la via. Non avendo alternative proseguiamo, pensando
comunque di trovare sbarramenti di polizia e invece, con nostra enorme
sorpresa, abbiamo incontrato due bande di black bloc, quasi sicuramente
tedeschi, in prossimità dell'arrivo della Funicolare Sant'anna, armati di
spranghe e bastoni, vestiti di nero, per lo più con la testa coperta, molti
col volto stravolto , che spadroneggiavano tranquillamente al centro della
strada, con una sicurezza assolutamente inspiegabile, senza che ci fosse
nei dintorni alcuna traccia nè
di polizia nè di carabinieri, nonostante in quel pomeriggio il cielo
pullulasse di elicotteri...
Gli unici poliziotti (o finanzieri) incontrati, in una via praticamente
deserta, poco prima dei black bloc, erano tre o quattro occupati a
trafficare nel vano motore di un'auto gialla che evidentemente era stata
incendiata da pochissimo: pensavo che cercassero di spegnere il fuoco, ma
il giorno seguente ho rivisto quella macchina completamente bruciata...

In quel momento abbiamo capito che qualcosa non quadrava,ma avevamo ancora
in testa il pacifico e colorato corteo dei migranti, del giorno prima, le
immagini di danze e canzoni,
tutto il gioco della folla che passando invocava gli abitanti affacciati di
stendere le mutande, e gli applausi quando questi, quasi tutti, le
stendevano; il gruppetto/boschetto di ecologisti con gli alberi nello
zaino, il gruppo queer inglese con le parrucche fucsia e i loro trashissimi
balletti, il bagno in mare, alla fine di quel corteo, di una decina di
ragazzi che si sono spogliati nudi poco lontano dagli ultimi manifestanti
che arrivavano a piazzale M.L.King, in pieno centro
città, e capire in quell'occasione che davvero il nostro essere lì come
omosessuali era molto importante: oltre la globalizzazione dei diritti,
oltre la protesta contro la legge economico-machista del più forte, si
trattava davvero di ripartire dal corpo, dalla nostra biologia, dal nostro
(di tutti) essere primordiale, organico, fragile, per ricostruire là dove
il profitto e la mercificazione stanno per fare tabula rasa di tutto quanto
abbiamo ancora di umano, e se nel mondo lontano l'impoverimento è palese,
qui da noi avviene dentro, nelle anime, nelle relazioni, nelle emozioni, ma
non è meno
grave...
Ma la sensazione era chiara: qualcosa non quadrava.

SABATO 21

Eravamo anche in quell'ultimo corteo, io e Marco, questa volta con un po'
di apprensione - era stata data notizia di nuove devastazioni dei black
bloc nella mattinata - e insieme a noi di LiberiTutti c'erano esponenti
dell'arcigay e dell'arcilesbica, e anche due ragazze trans.
Corteo sconfinato, pacifico, pacifista, nonviolento - di fianco a noi
verdi, lipu, un gruppo cristiano per la cancellazione del debito -
mantenuto compatto, per evitare infiltrazioni - la gente dall'alto ci
buttava secchi d'acqua x rinfrescarci, la splendida giornata... certo, era
ormai chiaro che le tute nere ( black bloc, anarchici, provocatori,
skinhead o infiltrati che fossero) erano contro di noi, e
probabilmente con il beneplacito, in alcuni casi sembra addirittura con la
protezione, della polizia... ma queste sembravano ancora voci, anche se chi
era il giorno precedente nel gruppo di piazza dante aveva riferito di
lacrimogeni lanciati su una folla assolutamente pacifica che stava già
defluendo... anche se avevamo constatato la completa impunità concessa ai
devastatori di circonvallazione a monte proprio mentre, ci era stato detto,
venivano caricari i pacifisti a mani alzate della rete lilliput..
ma ancora si voleva credere alla confusione, alla disorganizzazione delle
Forze dell'Ordine...
la vera, profonda paura ci prende, mi prende nel momento in cui, dopo
essere stati fermi bloccati in Corso Italia senza notizie per quasi un'ora
(grazie, grazie alla brezza che ha evitato all'estate di cuocerci, sempre x
tornare al nostro essere fragile), abbiamo capito che da Piazza Rossetti
stavano rimandando indietro il corteo, ed in particolare ne stavano
rispedendo indietro la testa, i più violenti: in quel momento, mentre per
interminabili minuti i neri incazzatissimi sfilavano
a fianco a noi, e facevamo doppio cordone per teneli fuori, e ogni tanto ci
minacciavano, o attaccavano briga con qualcuno che gli diceva di andare
via, la paura arriva quando realizzo inequivocabilmente che per le decine e
decine di carabinieri schierati lì davanti alla caserma di s.giuliano, per
i dieci, quindici motoscafi di polizia sul lato opposto, per i due o tre
elicotteri che volano sopra le nostre teste, non c'è nessuna distinzione
tra il grandissimo corteo pacifico e il manipolo di violenti:
ci stanno a guardare senza muovere un dito, immobili, spettatori di
qualcosa che non li riguarda, come a dire 'ora vedetevela tra voi'... Ma
non era ancora tutto: arrivano i lacrimogeni, ad altezza d'uomo, nella
folla fittissima, a decine, arriva un gruppo più numeroso di neri icazzati,
sfondano ormai facilmente il nostro cordone, vedo un nero che prende un
lacrimogeno (da terra? da una borsa?) e lo tira in mezzo alla folla e
allora capisco che non c'è una nemico giurato e una polizia
impotente, ma che noi manifestanti pacifici siamo chiaramente tra due nemici.

La cosa che va assolutamente urlata a gran voce è che solo per miracolo c'è
stato un solo morto: in quel frangente, se non fosse venuta qualche folata
di vento verso nord i lacrimogeni non sarebbero stati dispersi, e migliaia
e migliaia di persone assiepate si sarebbero trovate a fuggire lungo una
strada senza uscite, impaurite e con gli occhi chiusi (per chi non ha
provato: il lacrimogeno non fa solo lacrimare, ma 'ustiona' tutta la
faccia e gli occhi bruciano in modo insopportabile...)


Chi era lì in quei momenti ha INEQUIVOCABIMENTE capito subito che la
polizia nel suo insieme non aveva
nessuna indicazione di proteggere nè il corteo nè la città e la
cittadinanza: tutto ciò che era al di fuori delle barricate è stato
lasciato al più completo sbaraglio, e questo sarebbe già assolutamente
inaccettabile anche senza considerare le indegne cariche, ormai
documentatissime, sui pacifisti e il sanguinoso blitz al gsf .
Ma anche prima che cominciassero a venir fuori le impensabili violenze per
strada, fuori dagli ospedali, in caserma, gli attacchi alla croce rossa,
ecc. come non fare caso al fatto che la manifestazione dei migranti ( e in
seguito anche il sit-in) senza polizia, era stata tranquillissima? Come non
osservare che i black bloc avevano tentuto i disordini lontano dalla zona
rossa, vicino alla sede del gsf? Come non sdegnarsi se, come abitanti della
propria città, si è stati perquisiti fino alla nausea, mentre le bande di
violenti, chiunque fossero, avevano girato ovunque impunite? E infinite
volte, nelle loro scorribande potevano essere fermati, ma invece la polizia
ha regolarmente preferito portare scompiglio nelle manifestazioni pacifiche?

La spiegazione c'è, l'ha data il Governo stesso: bisognava proteggere i
cittadini. ERGO, le centinaia di migliaia di manifestanti pacifici, e
tantopiù pacifici e pacifisti in quanto non hanno reagito alle
provocazioni dei violenti nè di una parte nè dell'altra, per il fatto
stesso di 'manifestare civilmente un dissenso' hanno perso lo status di
cittadini, e sono stati equiparati perfettamente ai violenti. Siamo
diventati improvvisamente terroristi, nemici dello stato, nella migliore
delle ipotesi un gregge inutile e rompicoglioni... Siamo diventati, e ci
siamo sentiti, INDESIDERATI.

Cittadini sono solo le persone perbene, preferibilmente non interessati
alla politica, con un certo reddito e obbedienti ai consigli per gli
acquisti, ormai diventati tout court 'consigli per i comportamenti '.

Questo abbiamo visto e vissuto. Pensavamo di abitare in una evoluta
democrazia europea, dove si potesse dialogare coi potenti, parlando da
occidentali a occidentali in favore dei popoli senza diritti..
Abbiamo scoperto che quei diritti potevano essere tolti anche a noi, in un
secondo, con la violenza, senza nemmeno troppo sforzo per cercare una
parvenza di giustificazione: ci avrebbero pensato i media.... Per fortuna,
almeno per ora, qualcosa è andato storto.

Mi auguro che di quanto accaduto si faccia tesoro, nella certezza che
violenza chiama violenza.
Spero che noi omosessuali, in virtù del la nostra storia di perseguitati
(ma non è detto che sia finita: come abbiamo visto col nostro GAY8, ci sono
preoccupanti analogie tra la situazione attuale e quella degli anni venti,
e allora Hitler riuscì ad annientare tre decenni di conquiste civili di
affermate organizzazioni omosessuali) saremo sempre tra i più attivi nel
contrastare la logica dell'odio e della prevaricazione, e tra i primi a
ricordare a tutti, con Christa Wolf, che

'tra uccidere e morire esiste una terza via: vivere'

(come era scritto sullo striscione smarrito nella fuga sotto i lacrimogeni...)

L.R.

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