Dal 1975 circa 300.000 Saharawi vivono in campi profughi nel deserto algerino, in
prossimità di Tindouf dove, nonostante le terribili condizioni ambientali, sono stati
scavati pozzi e sono state avviate coltivazioni ed allevamenti. I prodotti che i
Saharawi ne ricavano sono appena sufficienti ad integrare l'alimentazione dei bambini e degli
anziani, ma la sopravvivenza di questo popolo è strettamente legata all'invio di
aiuti umanitari da parte delle nazioni europee. Le scuole e gli ospedali costruiti in
pieno deserto Algerino testimoniano la determinazione e la voglia di vivere dei Saharawi
ed allo stesso tempo garantiscono un livello di istruzione che stupisce se si considerano le
enormi difficoltà logistiche ed economiche con cui questo popolo deve quotidianamente
misurarsi. All'interno dei campi non circola denaro in quanto beni e servizi sono distribuiti
secondo le necessità. Tutti partecipano coscientemente allo sforzo comune per
costruire il nuovo paese.
La parte della popolazione che vent'anni fa non riuscì a fuggire e che è rimasta nei territori occupati dal Marocco è quella che più ha subito gli effetti dell'invasione. Dai rapporti di Amnesty International il numero di "desaparecidos" viene stimato in molte centinaia.
Per quanto riguarda la situazione politica, la tregua, salvo alcune violazioni da parte marocchina, è stata rispettata, ma il referendum continua ad essere rinviato. La MINURSO non è in grado di svolgere la sua missione nel Sahara Occidentale perché palesemente ostacolata dalle truppe marocchine e perché non è sufficientemente sostenuta politicamente e logisticamente dalla stessa ONU. In queste condizioni non si vede come e quando il referendum possa essere svolto, a meno di una significativa svolta politica internazionale senza la quale si corre il rischio di un imminente ritorno alle armi.
Il Governo Italiano, in disprezzo alla posizione del Parlamento Europeo, prosegue il suo programma di ingenti aiuti, anche militari, nei riguardi del Marocco, complice il silenzio dei grandi mezzi d'informazione.