Le Vittime



La resistenza e la lotta per l'indipendenza hanno provocato un elevato numero di perdite, militari e civili, tra i Saharawi.
L'esercito invasore (meglio armato e molto più numeroso) ha spesso fatto uso di bombe al napalm, al fosforo e a frammentazione.
Dai rapporti di Amnesty International si hanno resoconti agghiaccianti delle torture a cui sono sottoposti, nelle zone occupate, i Saharawi sospettati di essere attivi sostenitori dell'indipendenza del Sahara Occidentale. I Saharawi non detengono alcun diritto politico e civile e il semplice sospettato può essere recluso o addirittura sparire nelle prigioni segrete di sua maestà Hassan II re del Marocco. I nomi sinistri dei bagni penali di Tazmamaret e Khalat-M'Gouna rievocano tristi ricordi in chi vi è stato torturato o vi ha visto sparire familiari ed amici. Il numero dei desaparecidos saharawi, purtroppo destinato ad aumentare, è stimato in molte centinaia.
A questi tragici dati dobbiamo aggiungere tutte le vittime indirette dell'invasione, generalmente anziani e bambini sopraffatti dalle malattie, dalla fame, dalla stanchezza e dalle terribili difficoltà dell'esodo e dell'esilio.
Ma esistono altri disperati di questa guerra dimenticata, sono i militari marocchini, caduti per difendere una terra che non è la loro; sono le migliaia di prigionieri in mano al Fronte POLISARIO e dei quali il Regno del Marocco non vuol riconoscere l'esistenza considerandoli disertori. Emblematico è il caso di 200 prigionieri marocchini liberati, nel 1989 dal Fronte POLISARIO, senza porre alcuna condizione, come gesto di buona volontà per favorire le prime difficili trattative di pace, ma rifiutati dal Marocco in quanto la loro accoglienza avrebbe significato il riconoscimento dell'esistenza del "problema saharawi" che, all’interno del paese, re Hassan II ha sempre rifiutato di accettare. Per un suddito di sua maestà la questione del Sahara Occidentale non deve "ufficialmente" esistere. Una beffa per chi ha perso la libertà proprio per difendere il potere di chi, adesso, ne disconosce 1'esistenza.


Saharawi on line