KOINONIA

La casa dei bambini di strada di Nairobi

Un fiore per la pace

Babbo Natale a Koinonia - 1996

  • Le fotografie
  • Introduzione
  • 29 novembre - siete dei vulcani
  • 30 novembre - un insolito silenzio
  • 3 dicembre - diario di bordo
  • 7 dicembre - cyber-preghiera
  • 21 dicembre - il giorno del recital
  • I ringraziamenti di Koinonia
  • Le esperienze degli studenti
    
    
    
    
    
    
    
    
    
    
    
    
    
    
    

    
    
    
    
    
    
    
    
    

    Questo e' il diario "in diretta" su PeaceLink dell'iniziativa che stiamo realizzando in una scuola jonica per creare un ponte di solidarieta' con la comunita' di padre Kizito, che a Koinonia accoglie i bambini di strada.

    Chi e' Kizito? E' un missionario comboniano che fisicamente e' la fotocopia di Marx (potrebbe doppiarlo egregiamente in un filmato storico) e che nelle idee si ispira a valori di pace, giustizia e difesa dei diritti degli ultimi, rischiando per essi in prima persona, portando avanti anche azioni (soccorsi umanitari in Sudan) che alcuni definiscono coraggiose, altri potrebbero considerare temerarie in un contesto in cui la violenza e la sopraffazione predominano a causa di regimi militari oppressivi.

    E cos'e' Koinonia? E' una casa alloggio comunitaria promossa da Kizito, situata a Nairobi, in Kenia. Li' PeaceLink - tramite Enrico Marcadalli - e' "volata" esattamente un anno fa per installare le postazioni telematiche che ci consentono uno scambio informativo continuo. Da allora - grazie ad Enrico, padre Kizito e i volontari di Koinonia - la strada fatta e' stata parecchia.

    28 NOVEMBRE 1996

    "Siete dei vulcani!"

    Proprio in questo momento mi sto recando a spedire il mio contratto con la Apogeo (la casa editrice che pubblica il libro "Telematica per la pace") firmando formalmente la mia rinuncia ai diritti d'autore sul libro, che andranno ai bambini di strada di Koinonia. La stessa cosa hanno fatto Enrico Marcandalli e Carlo Gubitosa. Contiamo di far pervenire entro Natale un acconto (circa tre milioni) che rendera' possibili le feste natalizie - in tono chiaramente molto piu' sobrio del nostro - per quei bambini che non hanno famiglia, casa, cibo, istruzione.

    Ecco cosa avevamo scritto ieri a padre Kizito dal mio computer portatile che porto a scuola assieme alla chitarra:

    ---
    "Caro Kizito,
    siamo qui a scuola e stiamo progettando il prossimo recital musicale per
    Natale che - ancora una volta - dedicheremo ai bambini di Koinonia.
    C'e' Luana, Marianna, Salvatore, Omar, Chiara e... io. Studenti e insegnanti.
    L'idea e' quella di preparare un evento "musicale" e "conviviale" con una
    serie di canti (sia con la chitarra che con il karaoke), un balletto e anche
    una gara gastronomica fra le classi del nostro Istituto alberghiero.
    Poiche' questo messaggio giunge - oltre che a te - anche alle conferenze
    telematiche AFRICA e SCUOLA a cui sono collegati molti utenti di PeaceLink,
    cogliamo l'occasione per lanciare l'idea che in tutte le scuole sensibili al
    tema della solidarieta' perche' si progetti anche in quelle un'iniziativa
    simile che battezzeremo
            BABBO NATALE A KOINONIA
            seconda edizione
            (dato che nel 1995 abbiamo dato vita alla prima)
    "Dopo l'esperienza dell'anno scorso gli studenti e gli insegnanti si
    aspettavano una replica dell'iniziativa", ha detto Chiara, insegnante di
    Inglese, anima musicale del recital.
    Stiamo pensando di preparare canzoni in inglese...
    Ti daremo informazioni man mano che l'iniziativa proseguira' nei suoi
    preparativi e cogliamo l'occasione - dato che che questo messaggio giunge
    contemporaneamente al settimanale di volontariato VITA - per dare man mano
    (in tempo reale dal computer portatile che gira fra le classi) un'idea di
    come una scuola si attiva per creare un evento solidale e forse insolito.
                          Alessandro e il gruppo organizzatore"
    ---
    
    Ed ecco la risposta "fulminea" giunta da Nairobi proprio ora, direttamente dal computer di padre Kizito:

    ---
    "Carissimo Alessandro,
                         ho appena visto il tuo messagio e l'iniziativa della
    tua scuola e allora non posso fare a meno di mandarvi una nota. Siete dei
    vulcani! Qualsiasi sia il successo dell'iniziativa il vostro continuo
    interessamento e' la cosa piu' preziosa per noi.
    Qui ogni giorno ci riserva novita'. Ieri sera quando sono andato a Koinonia
    ho trovato seduti intorno al tavolo a condividere la polenta bianca che e'
    il pane quotidiano dei poveri di Nairobi,  anche due dei "nostri" bambini di
    strada, Peter di 10 anni, e Samuel, di 14. Sono due fratelli che vivevano
    con la mamma, la quale vendeva verdura ai margini della strada.
    Tre settimane fa la baracca in cui viveva la mamma ha preso fuoco ed e'
    rimasta ustionata. La settimana scorsa e' morta. Ora  Peter e Samuel non
    hanno piu' nessuno. Mark di Koinonia li ha trovati che dormivano sotto dei
    giornali vecchi, la sera tardi.
    Gli si e' stretto il cuore e li ha invitati a venire per quella sera in
    comunita'. All'inizio hanno rifiutato per un grande senso di indipendenza e
    di non essere di peso a nessuno. Poi si sono convinti, e adesso ormai sono
    stati adottati permanentemente... in attesa di soluzioni migliori.
    Stasera diro' loro che degli amici a Taranto si stanno preoccupando per il
    loro Natale.
                            Ciao, un abbraccio, Kizito"
    ---
    

    30 NOVEMBRE 1996

    Un insolito silenzio

    In questo momento (ore 11 del 30/11/96) ho appena finito di leggere di fronte a tutti i rappresentanti di classe il testo del messaggio di posta elettronica in cui Kizito commenta l'iniziativa per i bambini di stada di Koinonia che stiamo avviando a scuola. Hanno ascoltato tutti in religioso silenzio. Accanto a me vari insegnanti che stanno organizzando attivamente l'iniziativa. Tante le ore che vengono dedicate senza alcun compenso straordinario, come volontariato. Bella l'atmosfera che si e' creata.

    E' stata lanciata anche l'idea di fare una traduzione del libro "Kizito's notebook" (in inglese) come "studenti dell'istituto alberghiero", da distribuire nei paesi nella provincia raccogliendo contributi... Infatti un ragazzo poco fa si e' alzato e ha proposto che l'iniziativa per Koinonia potrebbe proseguire anche fuori della scuola.

    Un altro ragazzo ha proposto di fare delle locandine da attaccare (come studenti) nei negozi sul territorio e in provincia. Sono iniziative che partono dal cuore di questi studenti che sentono di poter diventare protagonisti di una cosa di cui andare fieri.

    Ho allora letto di fronte a tutti la lettera di ringraziamento che Kizito ha inviato dalla Germania (che non allego qui) in ottobre. Ancora religioso silenzio, cosi' insolito in questa scuola professionale in cui la vita didattica non e' delle piu' semplici.

    Immancabili le richieste studentesche di far uscire tutto cio' in forma pubblica, facendo intervenire le TV locali.

    Infine gli studenti vogliono fare un giornalino e mi hanno chiesto di dare una mano: anche quello sara' uno strumento per far conoscere questa iniziativa di solidarieta'.

    Arrivano in questo momento due poster disegnati dagli studenti. Uno e' di Luana, raffigura una ragazza nuda che nasce dall'acqua. Ecco le parole della sua poesia che appaiono sullo sfondo:

    LA NASCITA DI UNA NUOVA VITA!

    Un bambino e' come l'acqua di una sorgente,
    limpida, pura e fresca che disseta tutti,
    e' come il volo di un gabbiano che si
    libra nell'immemsita' del cielo,
    e' come una rosa delicata
    bagnata dalla rugiada,
    e' come le prime luci dell'alba
    che illuminano la nostra vita,
    e' la gioia di vivere e il calore dell'amore
    che riscalda i nostri cuori,
    ma in questo mondo, dove la vita non ha piu' prezzo,
    c'e' in qualcuno ancora la speranza
    della nascita di una nuova vita,
    che portera' un cambiamento in questo mondo
    fatto solo di illusioni, menzogne e insensibilita'!
    
    
    Ed ecco l'altro poster natalizio con decorazioni ed in grande la scritta:

            SI DICE CHE IL NATALE
            SIA UNA SPECULAZIONE.
            NON RENDERLO TALE,
            AIUTA IL PROSSIMO!
    
    

    3 DICEMBRE 1996

    Diario di bordo

    Caro Kizito,
    questo e' il diario di bordo del 3 dicembre, dalla costellezione spaziale di Taranto. Pur da cosi' lontano ti pensiamo. Giornata con i fiocchi, oggi.

    Panino mangiato a scuola, pranzo saltato, grande affiatamento con i ragazzi, tastiera, batteria, presepe, danze. Chitarre. Molte facce sorridenti. Bella giornata a scuola, provero' a scrivere un minidiario. Sono sfinito e felice.

    Giornata iniziata di corsa. Daniele accompagnato a scuola, salto in edicola: PeaceLink esce nuovamente sul settimanale Vita. Ottimo giornale! Di corsa a scuola, attenzione alla strada bagnata, si scivola. Parcheggio la Uno e li trovo li' i ragazzi ad aspettarmi. Mi scuso anche con Chiara, l'altra insegnante che segue i canti dei ragazzi. Per lei e' la giornata libera, per me pure, per meta'. Ma per Kizito questo ed altro. Cerchiamo una stanza e ne troviamo finalmente una, dopo aver girovagato fra aule occupate e distanti. E' calda, uaoo! Buona l'acustica (o sono i ragazzi che cantano bene?). Enzo, 18 anni, alla chitarra, la mia vecchia del 1974. I testi delle canzoni sono in un inglese complicatuccio. Per fortuna c'e' la voce bellissima di Chiara che ci insegna la pronuncia, il ritmo incalzante e l'intonazione. Ma le ragazze del coro ormai masticano bene l'english. Io scribacchio i titoli alla lavagna, mi scappa qualche english-sbroccolo...

    Passano in fretta le due ore di canto. Poi per me arriva il momento della lezione di storia. Questa volta si parlera' di liberalismo, socialismo e di qualche barbuto rivoluzionario.

    Campanella, fine della mattina, saluti. Chiara scappa, a casa ha una bambina e subito dopo un corso di aggiornamento, la stanchezza non le vela il sorriso. I ragazzi mi promettono "ci vediamo sopo". Mi rintano nella mia Uno bianca. Panino, succo di frutta, un'occhiata ai messaggi di posta elettronica "freschi di giornata". Poggio il portatile accanto alla chitarra, mi squilla l'agendina elettronica, un altro morso al panino, un'occhiata a "Vita", un momento di commozione di fronte alla lettera di Stefano.

    Cerco poi un messaggio di posta elettronica per Pasquale... Penso infatti a Paquale, un collega di educazione fisica che sta usando il mio portatile per documentarsi e aiutare Farba, un immigrato che ha bisogno di mettersi in regola; ha scritto lui stesso un messaggio telematico ad Antonio, che su PeaceLink e' l'esperto di questo settore. Forse Farba suonera' con noi nel concerto per Koinonia.

    Primissimo pomeriggio. Arrivano i ragazzi... non sono riusciti a farsi un panino, negozi chiusi, ma sono rimasti a scuola. Arriva la tastiera: fa il ritmo e il basso da sola ed e' veramente di quelle buone, credo una Roland. Tastierista di 14 anni... ma che grinta! In pochi minuti si mette al passo della chitarra ed Enzo e' (quasi) soddisfatto. Piu' che uno studente e' ora un severo ed esigente docente di musica.

    Mi volto e dietro di me... sorpresa: stanno montando la batteria, rossa metallizzata. Anche qui pochi minuti e tutto si instrada: ritmo OK, coro OK, accordi (quasi) tutti azzeccati, fossero cosi' bravi a scuola tutti i giorni 'sti ragazzi, mi viene da pensare.

    A volte i ragazzi camminano sulle strade dei nostri sogni.

    Respiro un'atmosfera elettrica. Li guardo con soddisfazione, sono contento di loro. Come sono cresciuti...

    Mi piace che lavorano anche senza di me, sono autonomi, affiatati. E allegri. Un altro gruppo di studenti intanto abbellisce la grande aula delle prove con un presepe. Anche questa e' una sorpresa. Non era mai accaduto nella nostra scuola che si facesse il presepe.

    Devo tornare a casa, mio figlio mi attende, mia moglie sta per andare a scuola e c'e' bisogno della mia presenza.

    Ma mentre me ne vado c'e' gia' il balletto che si organizza. Alta, capelli biondi, calzamaglia grigia, anni di esperienza di educazione fisica e pattinaggio: Eliana e' l'animatrice dei ragazzi, dirige un balletto moderno molto ritmato. Eliana e' stata l'ideatrice della "torta per Koinonia" ed ora e' li' che insegna i passi giusti ad un gruppo di ragazze e ragazzi. Ovviamente tutto straordinario "di volontariato". A muovere i passi con le sue gambe extralunghe c'e' anche Salvatore, un mio ex alunno, sorriso contagioso, voleva andare a Koinonia quest'estate. Sono molto affezionato a Salvatore, anche se andava maluccio.

    Ore 18. Sto finendo di scrivere questo diario. Torna Maria Teresa a casa con una buona notizia: a scuola le sue colleghe per Natale vogliono sostenere Kizito e Koinonia. Ma c'e' anche una notizia non bellissima: "Guarda qua..." Maria Teresa ha in mano anche un foglietto con un pene mal disegnato: e' di nostro figlio, 10 anni. La prova e' frutto di un "controllo" realizzato dalla sua maestra di studi sociali. Danile era distratto e non seguiva la spiegazione.

    Finisce la missione Koinonia e comincia la mia missione di papa'.

    Ma non e' cosi': mi chiamano al telefono... E' don Antonio, mi chiede una testimonianza, i suoi ragazzi mi stanno aspettando. Inforco la bicicletta, scavalco il traffico ed io - laico - entro in una parrocchia per parlare di Kizito, dei miei ragazzi a scuola, di PeaceLink.

    Un'esperienza bellissima, che si conclude con la preghiera, a cui partecipo senza fare il segno della croce.

    7 DICEMBRE, ore 16

    Cyber-preghiera

    Caro Kizito,
    chissa' dove sarai ora, in questo momento. Noi abbiamo appena riposto le nostre chitarre e chiuso i registri blu. A scuola e' stata una giornata di sole. Tre studentesse - Laura, Adriana e Maria Rosaria - hanno portato due torte che hanno fatto il giro della scuola. Risultato: settantamila lire raccolte per Koinonia. Ma mi piace raccontare che abbiamo tradotto la tua preghiera per il bambino africano. Ieri infatti, mentre la batteria picchiava forte, Gabriella, una studentessa, pigiava con dolcezza sulla tastiera del mio portatile e, vocabolario alla mano, sul display illuminato - in un angolo della sala delle prove - si dipanava lentamente la tua preghiera:

    ...Dio sorrise, piegandosi su un piccolo ragazzo sudanese
    che non andava a scuola ne' conosceva la sua preghiera,
    e disse:

    "Sai, ho un bambino proprio come te. La sua pelle ha lo stesso colore della
    tua, vive in un rifugio come il tuo, spesso e' affamato come te, ed e'
    dimenticato proprio come lo sei tu...

    Lo incoraggiai a venire e vivere nel tuo mondo, cosi' che potesse avere
    molti amici e giocare il gioco del tempo, il gioco delle lacrime e delle
    risate, dell'incertezza e del fallimento. Lo mandai nel mondo degli uomini
    ed egli trascorse tutta la sua vita insegnando loro la via dell'amore.

    Alcuni provarono ad ucciderlo, ma non ci riuscirono: egli vive. Vive dentro
    di te in modo che tu possa crescere nella felicita' e nella liberta', che tu
    possa vincere la solitidine e l'ingiustizia. Lo sai, in lui tu sei anche mio
    figlio adesso. Io mi specchio nei tuoi occhi, e cosi' ti chiamo... Gesu'."

    Ora questa preghiera e' in rete, speriamo che giunga al cuore della gente e travalichi le frontiere, esca fuori dai chip di silicio, venga appesa nelle chiese, diffusa nelle scuole, conservata in un cassetto o nell'anima.
    L'abbiamo letta ieri e il silenzio e' calato, si e' chinato verso di noi il tuo spirito che ha parlato alle nostre coscienze. E chissa' dove sei ora, caro Kizito, a quali bambini stai portando i tuoi biscotti... si' perche' - lo abbiamo letto sul tuo libro - le parole non riempiono lo stomaco, anche se sono parole di solidarieta'.

    E oggi il silenzio nuovamente e' calato quando abbiamo letto le storie dei bambini di strada che Koinonia accoglie. "Le ha mandate Enrico..." E quando dico "Enrico" i miei ragazzi sanno gia' chi e', non c'e' bisogno di tante spiegazioni, l'hanno visto qui in piedi con il giubbotto di pelle nera, parlare con la suo voce gentile. Enrico Marcandalli e' quello delle "nuove tecnologie", che ha un computer portatile peso piuma, piu' leggero del mio, una scheda modem molto piu' piccola del mio modem. E io sono ormai diventato per loro quello delle "vecchie tecnologie", col mio dinosauro digitale da tre chili, biancastro parallelepipedo che mi accompagna inseparabile. Enrico e' quello che ci ha regalato "Father Kizito's notebook", il tuo libro che comincera' ad essere tradotto come esercitazione di inglese. Mi ha interessato il tuo articolo sul turismo responsabile e sui turisti che stracciano dignita' e piegano persone, parole che qui nel nostro Istituto Alberghiero dovrebbero diventare motivo di riflessione visto che il turismo e' materia di studio trasversale.

    Intanto il conto corrente di Amani comincia ad apparire nelle vetrine, nei negozi e Koinonia appare sotto il volto di un bambino africano: "Come sara' il suo Natale? Aiutalo. Sarai piu' felice anche tu". Questo si legge sul nostro volantino che fa da locandina, realizzato con un sistema di impaginazione povera ed economica, fogli fotocopiati e stampati col computer e una stampante a 24 aghi.

    Ho tentato anche brevi interviste ai ragazzi che si stanno dando maggiormente da fare: al batterista (Cosimo) e al tastierista (Michele). Enzo, il chitarrista, oggi e' invece impegnato in un concerto per Telethon.

    Ho inviato anche un messaggio in inglese a Koinonia.

    Se potessimo inviare biscotti via modem (come file attach) saremmo piu' felici. Per ora accontentati delle nostre parole. E dei nostri bollettini di conto corrente. Se per ora non riempiono nessuno stomaco, ma almeno ci riempiono di speranza e di entusiasmo le giornate.

    Per finire una buona notizia: si e' unita a noi Flora, un'insegnante di francese nella preparazione del recital. Ci ha portato una poesia in francese. Eccola in coda, tradotta.

    Ciao. Alessandro

    L'uomo che ti rassomiglia

    Ho bussato alla tua porta
    ho bussato al tuo cuore
    per avere un letto
    per avere un fuoco
    perche' respingermi?
    Aprimi fratello mio.
    
    Perche' domandarmi
    se sono dell'Africa
    se sono dell'America
    se sono dell'Asia
    se sono dell'Europa?
    Aprimi fratello mio.
    
    Perche' domandarmi
    la lunghezza del mio naso
    lo spessore della mia bocca
    il colore della mia pelle
    e il nome del mio Dio?
    Aprimi fratello mio.
    
    Non sono un nero.
    Non sono un rosso.
    Non sono un giallo.
    Non sono un bianco.
    Non sono che un uomo.
    Aprimi fratello mio.
    
    Aprimi la tua porta.
    Aprimi il tuo cuore
    perche' sono un uomo
    l'uomo di tutti i tempi
    l'uomo di tutti i cieli
    l'uomo che ti rassomiglia.
    
            R.Philombe'
            (Poemes, ed.Cle')
    
    

    DIARIO DEL 21 DICEMBRE - GIORNO DEL RECITAL MUSICALE PER KOINONIA ISTITUTO ALBERGHIERO DI LEPORANO (TA)

    Caro Kizito,
    ti raccontero' come e' andato il recital per Koinonia che abbiamo tenuto oggi 21 dicembre presso la nostra scuola.

    Ed ecco il piano d'azione: una messa, poi "lancio" del recital a base di balletti, poesie e tanta musica preparata da noi. Poi: trasferimento dall'aula magna alla palestra e premiazione delle torte piu' belle con l'assegnazione degli attestati scolastici "una torta per Koinonia", firmati dal preside e da un'apposita giuria di insegnanti.

    Prima di arrivare al 21 a scuola c'e' stato un certo sbattimento: giornate libere e pomeriggi passati a scuola con gli spartiti in mano, pomeriggi a girare la crema, aspirine per i "malati". Il tutto all'insegna di uno spontaneo volontariato che ci ha dato una strana sensazione, si dice infatti che gli insegnanti non facciano mai nulla per nulla.

    Un po' di sforzo per far capire ai ragazzi il fine dell'iniziativa, devo dire, c'e' stato. C'erano infatti gli immancabili furbi che cercavano di "sgamare" l'interrogazione dicendo che andavano a fare le prove di canto e poi sparivano. La caccia a queste volpi umane e' stata spietata: diversi esemplari sono stati braccati, scovati e scuoiati. Ma altri ragazzi hanno invece cercato di guadagnarsi il paradiso con la propria ugola, cantando senza stonare "Knockin' on heaven's door" di Bob Dylan.

    Nei giorni scorsi e' accaduto di tutto. Davide, uno studente, ha baciato Oreste, un professore, e gli ha succhiato una lente a contatto.

    Abbiamo provato diversi amplificatori e ci siamo ascoltati al alto volume. Una cassa di uno studente e' purtroppo saltata e vorremmo riparargliela. Eliana, l'insegnante del balletto, e' venuta con la febbre a scuola (e anche il suo bimbo aveva la febbre: un disastro!!) per finire le prove il balletto. Fra noi insegnanti la salute era malferma, come pure fra gli studenti. Un po' di scompiglio nelle famiglie. Enzo, il chitarrista, il giorno prima del recital, era stato ricoverato all'ospedale per bronchite asmatica e il 21 e' ventuto a scuola nonostante il febbrone.

    Ma quando pensavamo che tu eri in Sudan a rischiare la pelle tutti i nostri problemi e acciacchi diventavano poca cosa ed il pensiero di te era come una doppia aspirina.

    Io, afono come un tricheco, in contemporanea con la preparazione del recital avevo quattro pomeriggi impegnato in conferenze di presentazione del libro "Telematica per la pace", programmate da tempo e che non potevo disdire. E che mi sono servite a far conoscere la comunita' di Koinonia, a cui devolviamo i diritti d'autore, spiegavo.

    Nel rush finale, ad onor del vero, ci siamo divertiti non poco, nonostante il rigore delle prove. Ridendo e scherzando, i ragazzi si sono trangugiati diversi kilobytes di parole in inglese con esatta pronuncia. Sembrava un'impresa disperata e invece quell'inglese a volte iperveloce e' entrato nelle nostre zucche e nei nostri ritmi, un po' a spintoni ma ci e' entrato.

    Ed arriviamo al fatidico 21

    Mi sveglio e vedo se c'e' posta elettronica, chissa'... potrebbe esserci qualche messaggio per noi del recital.

    Trovo un brutto messaggio di Enrico, anche se addolcito dalle faccine orizzontali del tipo :-) con i sorrisi telematici:

    >ciao a tutti,
    >con ancora l'amaro in bocca vi racconto una vicenda vissuta in prima
    >persona.
    >Il luogo potrebbe essere Johannesburg o Durban - certo che in Sudafrica non
    >ci si fermava alle vessazioni e alle minacce verbali, li si passava
    >direttamente ad altro - ma in questo caso e' Cusano Milanino, un comune
    >della cintura milanese dove abito; una cittadina del Nord.
    >
    >Capita a tutti da bambino di scherzare e di prendere in giro, ma in questo
    >modo, ve lo assicuro, e' la prima volta che mi capita.
    >Mio figlio, Simone, ha come tutti i ragazzi della sua eta' un gruppo di
    >amici - meglio perderli che trovarli... - con cui gioca ed esce da un bel
    >po' di tempo.
    >
    >Agli occhi attenti di chi non si fa mai i cazzi suoi salta subito all'occhio
    >l'attivita' inusuale del padre, attivista telematico e per di piu' per
    >l'Africa - mai visto in un posto simile! :-)
    >
    >Che ne direste voi se vostro figlio venisse a casa dicendovi che gli amici
    >lo chiamano "negro", "africano" eccetera, perche' a casa girano spesso
    >missionari e  qualche volta amici africani?
    >
    >E se, nella costruzione di una casetta - quelle che si fanno a 12 anni,
    >avendo lo spazio, fra amici, i "cosidetti amici" riempissero la casetta di
    >scritte contro i "negri", "nigrizia family", "risotto alla Kizito" :-)))))))
    >(questa mi ha fatto proprio ridere, e invece c'e' da pensare).
    >Io non credo che simili idee nascano dalle menti di ragazzini 12enni.
    >
    >Non e' finita!
    >
    >In questi giorni mio figlio era a casa con la febbre per un'influenza.
    >Vengono a trovarlo "gli amici" e uno di loro, quello con la faccia da
    >santarellino mi dice:
    >"Non ti sembra che Simone abbia delle macchie in faccia"?
    >Io mi avvicino per guardare meglio - ma evidentemente non capisco, non credo
    >che la crudelta' possa arrivare a tanto.
    >Dico: "No, non vedo macchie e poi le malattie infantili le ha fatte tutte".
    >
    >"Ma no - dice l'altro - credo che quelle macchie siano del virus Ebola".
    >
    >Gelo!
    >
    >La mia risposta non si e' fatta attendere, ma non ha colmato ne raddolcito
    >l'amaro che mi resta ancora nella bocca.
    >
    >Siamo in Italia, 1996. In Sudafrica l'Apartheid e' finito da qualche anno,
    >grazie a Mandela e alla popolazione sudafricana che come lui ha dato la vita
    >per vivere dignitosamente nella "propria terra". Eppure, qui a Cusano
    >Milanino in Italia sembra che il tempo non sia passato, ed e' triste sapere
    >che i testimoni di questo nuovo odio (o paura?) per il "diverso" siano i
    >bambini.
    >
    >Meditate...
    >
    >Io lo sto gia facendo.
    
    
    
    Dopo aver letto questa storia la racconto a colazione a mia moglie e a mio figlio prima di andare a scuola. Daniele, che ha 10 anni, ci e' rimasto male perche' nonostante l'eta' ha gia' una forte coscienza "antirazzista". Tuttavia mi ha detto: "Sai che questa notte ho sognato proprio Enrico? Solo che i panini che mangiavamo assieme avevano una strana muffa. E poi ne abbiamo mangiati altri nel sogno che erano all'esterno normali ma dentro avevano dei piccoli animaletti tagliati a fette come "armadilli" e io..." E ha fatto una smorfia di disgusto per quei panini strani.

    L'inconscio emerge nei sogni e ci deve essere qualcosa di molto profondo in tutto questo.

    Ho poi preso l'auto e mi sono diretto a scuola con un po' di anticipo perche', prima del recital, dovevamo sistemare le torte nella palestra addobbata a festa.

    Prima sono passato dall'edicola e ho trovato un articolo grande sul "Quotidiano" dedicato al nostro recital, con una foto dei ragazzi del coro. Uno simile, con foto degli studenti e testo scritto da me, era uscito ieri sul quotidiano piu' letto a Taranto, il Corriere del Giorno. Qualche giorno fa era uscito sulla Gazzetta del Mezzogiorno un bel pezzo con la foto di padre Kizito e la descrizione della nostra attivita' di solidarieta' a scuola. Ieri ampio spazio era stato dato dal settimanale diocesano "Nuovo Dialogo" e i fax che avevo inviato erano entrati nel circuito informativo delle radio e TV locali. Insomma il nostro ponte di solidarieta' con i bambini di Koinonia stava facendo rumore e questo a qualcuno non sara' piaciuto.

    Infatti arrivo a scuola di buon mattino e trovo una scena che mi ha richiamato subito alla mente l'episodio di Enrico letto poco prima...

    Cosa ho visto? Una fila di ragazzi con le torte in mano che volevano entrare nella palestra in cui sarebbe stata effettuata la premiazione delle torte piu' belle per Koinonia. Ma la palestra i bidelli non riuscivano ad aprirla. Era stato versato (da ignoti) piombo fuso nella serratura e non si apriva, era inceppata. Il salone dove avremmo dovuto fare il recital aveva tutte e tre le porte bloccate perche' anche li' la serratura era strata ostruita con filo di ferro e "Attack", un impasto colloso micidiale che si era pietrificato.

    Io ho fretta, porto con me il set delle corde da cambiare nelle chitarre. Una sfiga tremenda ieri aveva fatto saltare 2 corde della chitarra acustica e due nella chitarra elettrica durante le prove: il febbricitante chitarrista aveva contagiato anche le chitarre.

    Ma la fretta si stempera in questa scena irreale e mi viene una calma impressionante. Situazione assolutamente imprevista. E che si fa? Poi notiamo che c'e' della terra e del fango gettati contro il portone. E, infine, appare chiaro il fine di tutto questo: i manifestini sui bambini di strada di Koinonia che avevo attaccato erano stati TUTTI stracciati e al loro posto c'era sulla parete - messa con grande maestria - una cacca, li' a mezza altezza.

    I bidelli ce l'hanno messa tutta. Dopo molta fatica ecco le porte spalancate, finalmente i ragazzi possono entrare. Prima pero' ho tenuto un breve "comizio volante" in cui ho dato il mio giudizio sull'accaduto: atto di odio razzista a sfondo fascista. Mi sembrava di essere tornato ai tempi caldi dell'universita'.

    Il recital musicale inizia con un'ora di ritardo. Durante la messa ci asserragliamo in una stanza ad accordare le chitarre e a concentrarci. La coordinatrice del recital e' intanto "on the road". La Twingo blu di Chiara vola infatti a prendere i volantini del recital, dimenticati a casa. Come le chitarre... anche noi ci scordiamo.

    Guardiamo con preoccupazione Enzo, il mitico chitarrista sempre malmesso: lui e' quello che conosceva meglio le parole di alcune canzoni. Febbre oggi anche per la coordinatrice del balletto, Eliana. Che e' venuta lo stesso. Il piu' fortunato sembravo io, che avevo solo la tosse.

    Risultato: nonostante tutto il balletto e il recital sono venuti BENISSIMO. E' stata una giornata indimenticabile, bella come raramente accade di viverne a scuola. La bandiera con i colori della pace e due bandiere di PeaceLink erano spalacate sotto il palco, come al convegno di Statte.

    Durante un ballo mi tirano dentro facendomi esibire in una disastrosa Makarena che mi fa perdere molti punti. Molto brava invece Chiara, che sbircio con la coda dell'occhio per intuire i passi da fare. Impeccabili le studentesse, nate per ballare.

    Alla fine mi e' capitato anche di essere sollevato e lanciato in aria dai miei studenti in segno di festa. "Adesso cado, vuoi vedere che mi lasciano, ma no... sono in mani sicure..." Uno strepitoso finale che ancora porto dentro e rivivo con emozione. Un'emozione cosi' profonda che non mi ha fatto mangiare, nonostante le bellissime torte.

    Chi ha voluto bloccarci non c'e' riuscito. Anzi. Un affettuoso applauso ha accolto il messaggio di posta elettronica proveniente da Koinonia, firmato padre Kizito, con la storia di Samuel e Peter.

    E ora Samuel e Peter saranno adottati da noi. La somma raccolta per loro e' di 750 mila lire. E ci proponiamo di continuare a gennaio.

    Dopo la premiazione delle torte arriva il momento dei saluti, molto bello; e' un ricordo che conservo nel cuore. Tutti vanno a casa, verso il proprio Natale e cento strade si dividono. Il chitarrista e' li' sdraiato in auto, barella di fortuna. Sembra aver giocato i tempi supplementari della mitica partita Italia - Germania 4 a 3 dei mondiali. Gli scatto una foto ricordo. Io porto una torta e dei biscotti rimasti alla mensa dei poveri gestita da padre Fernando, un coraggioso francescano che ha lavorato in Guatemala e che mi accoglie affettuosamente, nonostante sia da poco caduto dalla scala e abbia un braccio ingessato.

    Mi ritornano alla mente tutte le canzoni del recital, le canticchio senza accorgermene:

    - Do they know it's Christmas time
    - Last Christmas
    - Heal the world
    - We shall overcome
    - Knockin' on heaven's door
    - Light my fire
    - Si puo' dare di piu'
    - Vagabondo
    - Tanta voglia di lei
    - Gran finale rock a base di Deep Purple
    
    Mentre vado a casa c'e' un mio ex studente che mi chiede una mano. Ha un problema e tante cose da raccontarmi. Ci diamo appuntamento per dopodomani. E io lo ascoltero'. Continua il mio splendido viaggio nella loro anima.

    Alessandro Marescotti c/o PeaceLink, c.p. 2009, 74100 Taranto (Italy)
    Primo e-mail:       a.marescotti@peacelink.it
    Secondo e-mail:     a.marescotti@peacelink.it
    Indirizzo Fidonet:  2:335/703.20
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    PeaceLink, via Galuppi 15, 74010 Statte (TA)
    

    lettere da padre Kizito: "Cari Amici..."

    X-POP3-Rcpt: enrico@www
    Return-Path: a.marescotti@freeworld.it
    Date: Tue, 21 Jan 1997 07:27:23 GMT
    X-Sender: maresc@freeworld.it (Unverified)
    To: scuola@peacelink.it
    From: Alessandro Marescotti 
    Subject: lettere da padre Kizito: "Cari Amici..."
    Cc: africa@peacelink.it
    
    Studenti e Insegnanti e Personale
    Istituto Alberghiero di Leporano
    
                                                   Nairobi, 12.1.97
    Cari Amici,
               con la vostra iniziativa "Babbo Natale a Koinonia" avete dato e
    ricevuto entusiasmo, gioia, fraternita'.
    Come i giovani di Koinonia anche voi, Enzo, Cosimo, Michele, le belle
    ragazze del coro e tutti gli altri vi siete ancora una volta accorti che
    basta dare un po' di piu', impegnarsi un po' di piu', e tutto cambia.
    
            Si', un mondo migliore e' possibile!
    
                    Con amicizia
                                    padre Kizito
    
    
    
    
    Caro Alessandro,
                    abbiamo letto il tuo diario con grande interesse. Son certo
    che tu ed Enrico e tutti gli amici che hanno lavorato per il Natale di
    Koinonia non vi siete scoraggiati per gli episodi di razzismo. Queste cose
    dimostrano una volta di piu' quanto ci sia da fare perche' tutti - a Cusano
    Milanino, Taranto e Nairobi - possiamo crescere verso un mondo piu' civile e
    piu' giusto.
    In questi giorni altri dei "nostri" bambini riprendono la scuola, 8 di loro
    un corso professionale per saldatori istituito apposta da una scuola tecnica
    locale. C'e' tanta tensione e sofferenza, perche' non e' facile tornare sui
    banchi e alla disciplina scolastica dopo anni sulla strada. Noi speriamo
    tanto che tutti riescano a completare i nove mesi di corso...
    
            Un grande abbraccio a te e a tutti gli amici.
            Chissa' che non riusciamo a vederci a maggio!
    
                                    padre Kizito
    
    
    
    
    Prof.ssa Chiara Sgobba
    Taranto
    
    Ho seguito attraverso il diario telematico di Alessandro cio' che tutti gli
    studenti e i professori della vostra scuola hanno fatto per Koinonia.
    I miei ringraziamenti non valgono niente, quelli dei bambini non li posso
    mandare... Le voglio solo dire che a Nairobi dei bambini hanno sorriso anche
    per merito del grande lavoro che Lei ha fatto.
    
                                    padre Kizito
    
    
    
    
    Prof.ssa Eliana Decaroli
    Taranto
    
    Alessandro scrive che con i balletti, le torte ed altre attivita' che Lei ha
    suggerito e coordinato, i ragazzi della vostra scuola hanno scoperto che e'
    bello fare qualcosa per gli altri.
    Un grande grazie da tutti noi di Koinonia.
    E' bello vivere da fratelli!
                                    padre Kizito
    
    
    
    
    Prof.Antonio Giovane
    Taranto
    
    Molti dei bambini di Koinonia avrebbero desiderato far festa intorno alle
    tavole imbandite di "Babbo Natale a Koinonia"... Ne hanno beneficiato qui, e
    mandano il loro grazie a tutti voi.
    
                                    padre Kizito
    
    

    Le esperienze degli studenti

    FRANCESCA

    Anche quest'anno nella mia scuola abbiamo aderito all'iniziativa "Babbo Natale a Koinonia". Gli anni scorsi abbiamo solo cantato, ma quest'anno la professoressa Decaroli ci ha proposto di creare anche dei balletti e noi abbiamo accettato volentieri anche se titubanti; la cosa strana e' che hanno partecipato anche due ragazzi. Abbiamo cominciato a riunirci il pomeriggio, due volte alla settimana, per decidere le basi e i passi da effettuare, provando per due ore. In questo lasso di tempo stavamo sempre a ridere, a prenderci in giro perche' in alcuni momenti creavamo situazioni davvero buffe, si alternavano vergogna, paura di sbagliare e voglia di saltare qualche ora di lezione (visto che abbiamo provato anche la mattina).

    Fra noi c'erano persone che non si conoscevano ma alla fine si era creato un bel clima e una bella coordinazione fra noi "ballerini" ed e' stata un'esperienza bellissima. Ci sono stati episodi davvero divertenti, pero' il piu' bello e' stato quando - provando il balletto delle ragazze - ad una certo punto dovevamo concludere facendo salire Luana sul mio ginocchio e su quello di un'altra ragazza. Mi ricordo che, ad ogni prova, Luana indossava degli stivaletti col tacco e noi le chiedevamo invece di venire con le scarpe da tennis perche' i tacchi ci bucavano il quadricipite femorale.

    Ma lei ogni volta, quasi per dispetto, indossava gli stivaletti e a noi erano lividi. Allora, alla penultima prova, io e l'altra martire abbiamo deciso di vendicarci. Avendo notato le solite "scarpette" di Luana... appena e' salita su di noi le abbiamo dato solo il tempo di alzare le braccia per completare il balletto e all'improvviso abbiamo tolto le nostre gambe: ha fatto un volo. Primo impatto... sorpresa silenzio... poi tutti siamo scoppiati a ridere perche' per fortuna la nostra vendetta non aveva causato danni a Luana.

    Il giorno piu' bello pero' e' stato quando abbiamo rappresentato il tutto davanti agli occhi (forse increduli) dei nostri compagni di scuola, che si sono divertiti un mondo.

    Abbiamo cantato, ballato e alcuni ragazzi hanno anche recitato delle belle poesie che ci hanno fatto riflettere. Come pure abbiamo riflettuto sull'iniziativa per Koinonia per la quale, anche quest'anno, abbiamo raccolto e mandato delle offerte per poter aiutare i bambini africani che non hanno comodita', casa e famiglia.

    In quel giorno inoltre ho avuto la soddisfazione di essere stata la prima classificata del corso B per la preparazione della torta piu' bella. Infatti nel giorno del recital era stato anche indetto un concorso fra gli alunni della scuola per la preparazione migliore.

    E' stato bello inoltre - quando abbiamo finito tutto - ballare la Macarena sul palco e vedere poi di colpo professori, alunni e bidelli tutti li', a ballare o a tentare di ballare insieme a noi.

    Secondo me quello e' stato uno di quei rari momenti della vita in cui non ti senti solo e nel quale ti rendi conto che con poco puoi essere felice e puoi fre felici tante persone. Sono soprattutto felice che anche quest'anno siamo riusciti a portare qualche speranza e qualche sorriso a Koinonia. Siamo riusciti a sottrarre dalla nostra mente i nostri problemi e le cose che piu' ci preoccupano per mettere al servizio del prossimo il nostro ottimismo, la nostra voglia di fare e di vivere.


    MARIA ROSARIA

    Abbiamo preparato un recital musicale coordinato dal nostro professore Alessandro Marescotti e dalla professoressa Chiara Sgobba. E con la professoressa Eliana De Caroli ed un gruppo di ragazze, compresa me, abbiamo preparato un balletto. A volte ci siamo incontrati anche di pomeriggio.

    Questi docenti, pronti in qualsiasi momento, non si creavano alcun problema, anche se sapevano che tutto cio' che facevano fuori del loro orario di servizio non gli veniva retribuito. Il nostro insegnante di Italiano in alcuni giorni ci parlava di "Babbo Natale a Koinonia" e tramite Internet ci leggeva le storie dei bambini di strada di Nairobi. Alessandro ha scritto delle locandine in cui si parlava di come sarebbe stato il Natale a Koinonia.

    Quando dovemmo ballare per il recital ero molto emozionata. Ero di fronte a centinaia di ragazzi e di docenti. Dentro di me nasceva molta paura, ma spari' tutta al momento dell'apertura del sipario. Finito lo spettacolo l'unica cosa che sentivo in me era la gioia di aver partecipato.

    Sono felice di frequentare questo istituto perche' oltre alle normali lezioni facciamo attivita' extrascolastiche divertenti che ci insegnano che nella vita bisogna pensare anche un po' agli altri. Abbiamo avuto modo di divertirci e di aiutare anche i bambini di Koinonia con i fondi raccolti.


    DAVIDE

    Questa esperienza del recital l'ho vissuta malissimo perche' non sono andato, anche se volevo andare.


    MASSIMO

    Le prove del recital sono partite un mese prima e ci siamo divertiti moltissimo. Un mio compagno un giorno ha cantato una canzone di Federico Salvatore ("Azz"); finita la canzone tutti quanti, compreso il prof.Marescotti e la prof.ssa Sgobba, siamo scoppiati a ridere. Ricordo che il mio professore di Italiano mi aveva incaricato di portare la chitarra elettrica: dal giorno in cui la portai venne soprannominata "la chitarra maledetta". Si scordava al primo accordo e ogni volta che Enzo cercava di accordarla saltava sempre qualche corda. Mezz'ora prima del recital rimase incastrato un pezzetto di corda spezzata che non riuscivamo a togliere perche' non avevamo gli attrezzi adatti.

    Ci sono stati molti episodi che mi hanno divertito molto e se li elenco tutti... non finirei di scrivere. Tutto sommato, questa esperienza l'ho vissuta molto bene, anzi colgo l'occasione per dire al prof.Marescotti se si potesse organizzare un altro recital, ma questa volta di fine anno.


    LUCA

    Mentre a scuola tutti si divertivano, scherzavano e giocavano, io avevo un chiodo fisso nella mente in quanto pensavo incessantemente ai bambini di Koinonia. Il mio pensiero, piu' che a loro, era rivolto alle loro condizioni di miseria. Sarei molto felice se tutto il mondo potesse leggere questa mia pagina di diario. Come dice il cantante Luca Carboni: "O e' Natale tutti i giorni o non e' Natale mai".


    MARCO

    Durante le prove pomeridiane ci seguirono il prof.Marescotti e la prof.ssa Sgobba. Con tutti noi non si mostrarono due professori ma due amici. Erano piu' le volte che ridevamo che non quelle in cui cantavamo; comunque quando provavamo seriamente lo facevamo seriamente.

    La festa e' andata per il meglio, tutti si sono divertiti e sono rimasti soddisfatti. E' come se si e' una famiglia tutta unita, sia docenti che alunni.


    MASSIMO

    Il gruppo aveva un componente che suonava la chitarra. Pur avendo la febbre non e' voluto mancare e questo ha fatto molto piacere al prof.Marescotti. Il professore, tramite il suo computer portatile mandava messaggi a padre Kizito che e' un missionario che si occupa dei bambini di strada. Tramite il computer il professore ci ha letto 14 storie di ragazzi diversi che fanno parte della comunita' di Koinonia.


    STEFANO

    Arrivati a scuola rimanemmo sconcertati da un atto razzista. Sulla porta per accedere al padiglione della palestra c'era un escremento attaccato. I manifesti di padre Kizito e dei bambini di Koinonia erano stati strappati. Mi sentivo male e mi chiedevo il perche' di un gesto pieno di odio verso persone che soffrono. Ma il professor Marescotti prese subito "le redini in mano" con grande forza di volonta'. La festa non si interruppe. Fu bellissimo vedere come i miei amici recitavano sul palco. In quel momento di gioia e di festa quello che era accaduto fu subito scordato.


    COSIMO

    Finalmente sabato 21 dicembre, presso la sala Cattaneo del nostro Istituto, ha avuto luogo il recital che aveva come obiettivo quello di raccogliere fondi per Koinonia. Ad organizzare il tutto, come ben sappiamo, e' stato il nostro prof. di Lettere Alessandro Marescotti con l'aiuto della prof.

    d'Inglese Chiara Sgobba e tanti altri insegnanti. C'e' stata anche una gara gastronomica che ha visti impegnati i diversi corsi dell'Istituto e gli alunni, a loro volta, hanno preparato a casa di tutto. Ma lo stesso sabato trovammo la porta bloccata da atti "fascisti", proprio li' dove erano attaccate delle fotocopie con l'articolo su padre Kizito e il viso di un ragazzino che purtroppo vive la realta' della fame in Africa. Ma nonostante tutto il recital si e' fatto. Lo spettacolo era tutto da vedere e a mio avviso e' stato bellissimo. E' stato bellissimo perche'... vedere dei ragazzi che durante l'arco dell'anno o della loro giornata non pensano a cio'che avviene nel mondo e in Africa... e poi di colpo fanno qualcosa, si rendono utili per cercare di aiutare in prossimo... sicuramente e' molto bello. Con i fondi raccolti dal nostro Istituto alcuni ragazzi saranno ospitati presso la comunita' di Koinonia, avranno passato un Natale migliore, piu' sereno dei precedenti.

    Sono davvero contento che nella nostra scuola si faccia qualcosa per aiutare il prossimo. Fortunatamente tutto e' riuscito bene, ci siamo divertiti e nello stesso tempo siamo stati utili agli altri.

    Almeno qualcuno dira', almeno in Kenya, che gli studenti dell'Istituto Alberghiero di Leporano hanno un cuore sensibile. Sono davvero molto orgoglioso di essere uno studente dell'Alberghiero.


    ADRIANA

    Quello che noi abbiamo fatto mi ha colpito molto, perche' questa iniziativa ci ha resi contenti di riuscire a unire l'utile al dilettevole. Per la realizzazione di questo spettacolo c'e' voluta la partecipazione di molti alunni e anche di insegnanti. Questi ultimi sono da ammirare perche' hanno addirittura sacrificato le proprie giornate libere e i propri pomeriggi per stare con il gruppo del canto e del balletto. Gli insegnanti che ci hanno aiutato sono stati la professoressa Sgobba e il professor Marescotti che "dirigevano" il gruppo che cantava, mentre quello che danzava veniva diretto dalla professoressa Decaroli.

    Mi sento felice per aver partecipato al recital anche se e' una piccola cosa rispetto a quello che ad esempio fanno tutti i giorni persone come padre Kizito. Padre Kizito ci ha sempre seguito con la mente, anche se non di persona perche' veniva informato di tutto tramite Internet. Padre Kizito mette addirittura in pericolo la propria vita per poter salvare quella degli altri. Io ammiro quest'uomo.


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