COMUNICATO ASSOCIAZIONE PER LA PACE (25 marzo)


In queste ore si sta consumando la tragedia delle popolazioni civili nel
Kossovo. Da un lato il massiccio dispiegamento delle forze armate jugoslave
che, con l'ennesimo atto di irresponsabilità politica da parte del regime
di Milosevic, punta ad una sorta di soluzione finale della questione
kossovara, dall'altro il terrorismo etnico dell'UCK che con pervicacia
punta alla precipitazione e all'internazionalizzazione del conflitto. 
Ma l'aspetto più grave è certamente la decisione americana di utilizzare la
Nato per l'avvio di una guerra contro la Jugoslavia. Una guerra che causerà
morte e distruzione in quel paese, soprattutto fra la popolazione, e, come
la vicenda dell'Iraq ci insegna, non contribuirà ad una soluzione del
problema. Una guerra, inoltre, che coinvolgerà direttamente l'Europa ed in
particolare il nostro paese. 
Occorre da subito fermare i preparativi di guerra e riportare la questione
nell'ambito delle Nazioni Unite, ridando ad esse ed al suo segretario
generale la funzione che loro compete. La netta condanna verso il regime di
Milosevic e la politica sin qui seguita nei confronti della minoranza
albanese non può giustificare azioni di guerra.
 Del resto in casi analoghi, a dimostrazione della ipocrisia insita nella
posizione sedicente umanitaria degli Usa, diverso è il comportamento
dell'occidente. Infatti nessuno si sogna di proporre un intervento militare
in Turchia per porre fine al massacro del popolo Kurdo perpetrato
sistematicamente in queste ore dalle forze armate del regime turco. 

Rivolgiamo pertanto un appello al Governo ed al Parlamento italiani,
affinchè il nostro paese non si renda disponibile ad una guerra e che si
adoperi, invece, presso tutte le sedi internazionali per scongiurare i
massacri ed aprire le porte alla pace ed alla convivenza fra quei popoli
martoriati nel pieno rispetto dei fondamentali diritti di libertà ed
autonomia nel quadro degli attuali confini internazionali. 
In questo senso chiediamo l'immediata convocazione del consiglio di
sicurezza dell'Onu e la valutazione, da parte di tutte le parti
interessate, della possibilità di una presenza militare in Kossovo sotto
l'egida delle Nazioni Unite a garanzia di un reale processo di pace. 
Chiediamo inoltre l'avvio di interventi umanitari in quelle zone e la
predisposizione in tutti i paesi europei di politiche di accoglienza per i
profughi. 
Chiediamo, infine, a tutte le forze politiche e sociali, a tutte le realtà
associate, a tutte le persone che hanno a cuore i principi di pace e
solidarietà, di avviare una vasta mobilitazione nel paese per fermare la
guerra.