Esposto per la violazione della Costituzione



         
Cari amici,

Mani Tese, con la consulenza del prof.Antonio Papisca, docente di
relazioni Internazionali presso l'Universita' di Padova, vuole presentare
questo esposto, con le firme di associazioni e cittadini che lo condividano. 
PeaceLink ha aderito ed e' fra i promotori dell'esposto.
Chi firma l'esposto non rischia di essere denunciato.
Per favore comunicate subito le adesioni a

e-mail: manitese@planet.it

oppure fax (n. 024046890) 
o telefono (n. 4075165)
la persona di  riferimento e' Sabina Siniscalchi.

Grazie per l'attenzione


------------------- ESPOSTO -------------------------------------


Al Signor
Procuratore della Repubblica
C/o il Tribunale di 


Al
Presidente della
Camera dei Deputati
Palazzo Montecitorio
00186 ROMA



Al
Presidente del
Senato della Repubblica
Palazzo Madama 
00186 ROMA

E p.c.  Al.
Presidente della
Corte Costituzionale
ROMA

OGGETTO:  violazione artt. 11 e 78 della Costituzione Italiana, artt. 1 e 7
dello Statuto della NATO, art. 51 della Carta dell'ONU.

Con la presente comunichiamo di essere venuti a conoscenza del compimento,
da parte delle piu' alte autorita' istituzionali dello Stato, di gravi atti
che, a nostro avviso, contrastano con le norme giuridiche in oggetto
specificate.
In particolare, consideriamo grave il comportamento dei membri del Governo
e del Capo dello Stato, in relazione all'intervento armato della NATO nello
Stato serbo.
L'art. 11 della Costituzione Italiana recita: "l'Italia ripudia la guerra
come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di
risoluzione delle controversie internazionali". La partecipazione
dell'Italia al conflitto in atto non rispecchia lo spirito di questo
articolo che esplicitamente non solo "esclude", ma "ripudia" (termine
ancora piu' forte e perentorio) la guerra come "mezzo di risoluzione delle
controversie internazionali". L'articolo 11 prosegue affermando che
l'Italia "consente, in condizioni di parita' con gli altri Stati, alle
limitazioni di sovranita' necessarie ad un ordinamento che assicuri pace e
giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni
internazionali rivolte a tale scopo". Risulta chiaro che le "limitazioni di
sovranita'" consentite all'articolo 11 sono solo quelle deliberate dal
Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Nel conflitto di cui trattasi, la
limitazione di sovranita' e' imposta dalla NATO che, pretendendo di ergersi
a custode dell'ordine internazionale, ha, di fatto, violato l'articolo 53
della Carta delle Nazioni Unite e sta gravemente pregiudicando l'immagine e
il funzionamento dell'ONU. Ne deriva che la partecipazione italiana alle
azioni militari e' in contrasto con l'ultimo paragrafo dell'articolo 11
della Costituzione in quanto non "promuove e favorisce le organizzazioni
internazionali rivolte" ad assicurare "pace e giustizia", ma al contrario,
delegittimando l'ONU, favorisce l'instaurarsi di un ordine internazionale
basato sulla sopraffazione militare di una parte sull'altra.
Il settimanale Panorama della casa Editrice Mondadori di Segrate, nel
numero 14 del 1999, a pagina 57, ha pubblicato un articolo nel quale viene
affermato che nelle date 24, 25, 28 e 29 marzo '99 una squadriglia di aerei
militari italiani, decollata dalla base di San Damiano (Piacenza) ha
partecipato ad azioni offensive, denominate SEAD, finalizzate alla
distruzione delle difese aeree serbe.
Nel corso della trasmissione televisiva "Porta a Porta" (RAI 1, puntata del
X, X, XX) anche il Ministro della Difesa Carlo Scognamiglio ha
(sostanzialmente) confermato i fatti sopra riportati.
Se venisse accertata la veridicita' di tali dichiarazioni, significherebbe
che il Ministro della Difesa ed il Governo hanno coinvolto il nostro Paese
in un conflitto armato, in assenza della preventiva deliberazione del
Parlamento e quindi in violazione degli articoli 78 e 87 della Costituzione
della Repubblica.
La partecipazione dell'Italia alle azioni militari in Serbia non e'
riconducibile alla sua adesione alla NATO. Tale organismo infatti e'
un'alleanza difensiva e la solidarieta' fra i suoi membri e' prevista solo
quando viene aggredito un paese membro, come specificato negli articoli 3,
5 e 6 del suo Trattato Costitutivo. Questa azione di guerra non rientra
negli scopi di difesa per cui la NATO e' sorta cinquant'anni fa e pertanto
non obbliga alla partecipazione i suoi stati membri. A testimonianza di
cio' si esamini la posizione assunta dalla Grecia, nazione facente parte
dell'Alleanza Atlantica che ha preso le distanze dai bombardamenti in atto
sulla Serbia.
L'intervento militare della NATO e' in palese contrasto anche con l'art. 7
del suo Statuto. Esso infatti riconosce che la responsabilita' primaria del
mantenimento della pace spetta al Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Prima di
intervenire in Serbia, com'e' noto, la NATO non ha interpellato tale Organo.
Infine e' stato violato l'art. 51 della Carta dell'ONU che ammette l'uso
della forza militare solo per respingere un "attacco armato" in atto contro
un altro Stato, escludendo ogni azione preventiva.
L'aggressione militare NATO ha avuto inizio senza che nessun attacco armato
fosse in atto da parte della Serbia contro un altro Stato.
Richiamiamo inoltre la Vostra attenzione sull'estrema gravita' della
seguente dichiarazione rilasciata dal Ministro della Difesa e pubblicata
dal quotidiano Repubblica in data 26/03/99; "Siamo parte della NATO e
questa operazione e' sotto il comando della NATO. L'impiego futuro dei
nostri mezzi dipendera' dalla discrezionalita' della NATO". Ma il Ministro,
come ogni membro del Governo, ha giurato fedelta' alla Costituzione della
Repubblica, non alla NATO.
Riteniamo incostituzionale la deliberazione Parlamentare del 26/03/99.
Riteniamo incostituzionale, oltre che illegale ai sensi del vigente diritto
internazionale, l'aggressione militare allo Stato serbo.
Pensiamo che esistano gravi responsabilita' a carico delle piu' alte
Istituzioni della Repubblica, preposte alla difesa della Costituzione, che,
con la propria colpevole omissiva condotta, hanno consentito che venisse
cosi' palesemente violata la fonte normativa fondamentale del nostro Stato.
Pensiamo che esistano gravi responsabilita', in particolare, a carico dei
componenti del Governo, i quali, a nostro avviso, hanno violato i propri
doveri istituzionali calpestando i precetti contenuti negli artt. 11 e 78
della Costituzione, 1 e 5 dello Statuto della NATO, 51 e 53 della Carta
dell'ONU.
Invitiamo il Sig. Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di …… a
verificare l'esistenza di responsabilita' penali a carico dei componenti
del Governo per i comportamenti di cui sopra.

Condanniamo fermamente la persecuzione serba ai danni della popolazione del
Kosovo di etnia albanese e nel contempo l'aggressione militare della NATO
che contribuisce ad aggravare le sofferenze della popolazione civile serba
e kosovara, oltre ad essere palesemente illecita

In attesa che venga al piu' presto ristabilito lo stato di diritto, e che
anche i piu' alti Organi istituzionali siano ricondotti al rispetto delle
norme giuridiche fondamentali, porgiamo distinti saluti.
In fede

Seguono firme dei rappresentanti legali delle Associazioni aderenti