E' ORA DI ONU Adesso basta. Noi, studenti della Scuola di specializzazione in istituzioni e tecniche di tutela dei diritti umani dell'Università di Padova, sentiamo la necessità di ribadire la nostra adesione all'appello degli studenti e docenti dell'Università di Padova "Per la pace nei Balcani nella legalità" (13.04.1999), e di sottolineare con forza la nostra dissociazione da quella che è stata autorevolmente definita "tragica simulazione del fine umanitario": l'uso dei concetti "diritti umani" e "ingerenza umanitaria" per mascherare una guerra assurda e del tutto illegittima, secondo la Costituzione italiana e secondo il diritto internazionale. Come specializzandi in diritto internazionale dei diritti umani ribadiamo risolutamente la nostra condanna alle estese e sistematiche violazioni dei diritti umani perpetrate dall'esercito jugoslavo e dalle formazioni paramilitari contro la popolazione civile del Kosovo. Allo stesso tempo e con altrettanta risolutezza siamo convinti che - rispetto a tali violazioni - sia illegittimo e oltretutto inefficace un intervento armato che di fatto produce analoghe violazioni dei diritti delle popolazioni civili dell'intera Federazione Jugoslava. A ciò si aggiunga che anche i profughi del Kosovo sono vittime delle bombe della NATO proclamatasi paladina dei diritti umani e che il Mar Adriatico è divenuto una discarica di armi. Come cittadini italiani siamo offesi dal fatto che il nostro Governo, all'indomani dell'intervento armato, in data 26.3.99, abbia dichiarato lo stato di emergenza sul territorio nazionale fino al 30.6.99 (DPCM 26.3.99, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.73 del 29.3.99) e dal fatto che si ignori l'art. 11 della Costituzione, il quale senza mezzi termini "ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali". Questo stesso principio è sancito chiaramente dalla Carta delle Nazioni Unite del 1945 - patto fondativo del nuovo ordine internazionale - : "Noi popoli delle Nazioni Unite, decisi a salvare le future generazioni dal flagello della guerra … abbiamo convenuto di conseguire con mezzi pacifici, ed in conformità ai principi del diritto internazionale, la composizione e soluzione delle controversie" ( preambolo e art. 1). Il sistema di sicurezza collettiva delle Nazioni Unite prevede che l'unica autorità deputata a fare uso della forza militare sia l'ONU, attraverso l'attivazione del Consiglio di Sicurezza nelle forme di cui al capitolo VII della Carta. Nessuna organizzazione regionale è legittimata a ergersi "paladina" della sicurezza collettiva e delle tutela dei diritti umani senza l'autorizzazione del Consiglio di Sicurezza. L'art. 53 infatti stabilisce che "nessuna azione coercitiva potrà venire intrapresa in base ad accordi regionali o da parte di organizzazioni regionali senza l'autorizzazione del Consiglio di Sicurezza". La situazione di evidente stallo di quest'ultimo, lungi dal legittimare l'intervento pseudo surrogatorio, anzi usurpatorio, della NATO, ripropone con forza l'esigenza di potenziare e democratizzare le Nazioni Unite, unica autorità pienamente sovranazionale, intitolata ad un intervento autenticamente pacificatore, e in grado di promuovere un nuovo ordine mondiale fondato sul diritto internazionale dei diritti umani che dia effettività all'art. 28 della Dichiarazione Universale ("Ogni individuo ha diritto ad ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e le libertà enunciati in questa Dichiarazione possano essere pienamente realizzati"). E' ormai evidente a chiunque, dopo quasi due mesi di guerra, che solo attraverso una rigorosa applicazione delle regole del diritto si può rispondere con autorità ed efficacia alle gravi violazioni dei diritti umani. Nessuno "stato di necessità" (decretato da chi?) legittima la trasgressione del diritto internazionale, che si sta purtroppo rivelando una della vittime di questa guerra. La violenza genera solo altra violenza, è solo il diritto a poter garantire la composizione razionale e pacifica delle controversie, e la possibilità di una convivenza serena tra le persone ed i popoli. In attesa che questo accada si abbia almeno il coraggio di chiamare le cose con il loro nome, senza agitare la bandiera dei diritti umani delle popolazioni dei Balcani. E' ora di ONU. Padova, lì 20.05.1999 Gli studenti della Scuola: Laura Astarita, Simona Ardesi, Federica Bellon, Diana Bressan, Ottavio Casarano, Claudia Corsolini, Chiara Drigo, Gianpaola Facchin, Elisabetta Leonardi, Rita Marascalchi, Cesarina Menegon, Ornella Penazzo, Benedetta Pricolo, Alberto Ragazzi, Lara Sereno, Marco Spinnato, Rita Trentadue, Enrico Vendrame, Daniela Vettorel, Elisabetta Vidaich, Emanuela Zanrosso.