Ultimo appello per il governo

Fonte: il manifesto 1 giugno 1999

I n questi due mesi ci siamo impegnati a Milano e in Lombardia per far
crescere un movimento unitario contro la guerra e contro i massacri,
contrastando la tendenza a escludere da questo movimento i militanti
dei partiti che sostengono il governo.

In occasione del recente dibattito parlamentare ci siamo rivolti a
voi, dirigenti politici e parlamentari dei partiti di governo, per
chiedervi un atto politico forte, all'altezza del bivio drammatico a
cui è giunta questa guerra.

Abbiamo valutato la mozione votata alla Camera un passo avanti
importante, un primo risultato del movimento pacifista e anche del
vostro impegno.

Questo avveniva quasi due settimane fa, migliaia di bombardamenti fa,
migliaia di profughi fa, perché così è il tempo scandito dalla guerra.

Nel frattempo la proposta di sospensione dei bombardamenti è stata
respinta dalla Nato; si è intensificata la sistematica distruzione di
tutte le condizioni di vita di un piccolo paese; i bombardamenti
vengono usati "come moderno strumento di tortura della popolazione
civile"; truppe di terra vengono ammassate al confine della
Federazione di Jugoslavia.

Siamo fortemente preoccupati per l'assenza di reazioni che, complice
il terrorismo, ha accompagnato questa ulteriore escalation, quasi che
l'approvazione della mozione fosse un punto d'arrivo e non l'occasione
per l'avvio di una fase più rigorosa e determinata dell'iniziativa.

Cari amici parlamentari, con l'approvazione della mozione la vostra
responsabilità nei confronti della guerra non si è ridotta, ma, al
contrario, è diventata più grande. Vi chiediamo: per quanto tempo
ancora può attivamente collaborare ai bombardamenti un paese il cui
parlamento ne ha chiesto la sospensione?

Voi sapete bene che il rifiuto di sospendere i raid da parte della
Nato, grave in sé, è gravissimo perché esattamente la sospensione è il
punto di snodo fra due ipotesi opposte: da una parte negoziato,
accordo sulla base del G8, gestione dell'Onu; dall'altra prosecuzione
della guerra fino alla completa vittoria della Nato, che appare il
vero obiettivo dell'Inghilterra, degli Stati uniti e dell'intero
comando Nato.

In questa situazione, o il governo italiano apre immediatamente
all'interno dell'Alleanza un contenzioso, pubblico ed esplicito,
oppure chiediamo a voi di aprire un contenzioso chiaro e
circostanziato nei confronti del governo italiano, anche se questo
dovesse comportare difficoltà e rischi per la "rocciosa stabilità"
dell'esecutivo, recentemente elogiata dal presidente Clinton.

E vi chiediamo di agire secondo i tempi della guerra, che sappiamo
diversi da quelli del calendario parlamentare.

Mancano due settimane alle elezioni europee, un tempo lunghissimo, nel
quale da voi ci aspettiamo atti politici forti, conseguenti,
all'altezza della situazione. In mancanza di questi atti non ci
sentiremmo di riconoscere a nessuno, partiti, aree o singoli,
benemerenze pregresse, neppure quella di una mozione parlamentare che
pure ha suscitato la nostra speranza.

Può darsi che questo nostro appello vi sembri troppo incalzante, ma è
dettato oltre che dal precipitare degli eventi, dal disagio e dalla
vergogna che suscita in molti di noi, come cittadini di questo paese
ed elettori di questo governo, vedere l'Italia pienamente coinvolta
nel crescente scempio di questa guerra.


***Acli, Arci, Comitato permanente contro la guerra nei Balcani e in
Europa, Convenzione per l'Alternativa, Forum per un'alternativa al
liberismo, gruppo consiliare Verde di Milano, Il Ponte della
Lombardia, Mani Tese, i promotori dell'appello nazionale Ds "Pace ora,
subito"


Prime adesioni:

Mario Agostinelli, Piero Basso, Gianni Bombaci, Edgardo Bonalumi,
Lidia Campagnano, Carlo Feltrinelli, Teresa Isenburg, Giorgio
Lunghini, Tino Magni, Emilio Molinari, Maso Notarianni, Luigi
Pestalozza, Basilio Rizzo, Riccardo Terzi


Per adesioni:fax 02/28.22.423