(New York, 11 maggio, 1999) - Human Rights Watch ha condannato oggi l'utilizzo da parte della Nato delle cosiddette bombe a frammentazione (cluster bombs) nella campagna aerea condotta contro la Repubblica federale di Yugoslavia. Gli ordigni presenti all'interno delle bombe a frammentazione presentano un'alta percentuale di malfunzionamenti e possono lasciare residuati inesplosi su territori di grandi dimensioni, pronti ad esplodere al contatto. "Gli ordigni inesplosi che rimangono all'interno delle bombe a frammentazione si trasformano di fatto in mine terrestri," ha detto Joost Hiltermann, direttore della Divisione Armi di Human Rights Watch. "E proprio come le mine antiuomo, uccidono i civili anche a distanza di anni dalla fine del conflitto. La Nato deve cessare immediatamente di utilizzarle". L'aspetto stesso degli ordigni (le minibombe dei CBU-87 e degli RBL755 sono oggetti della dimensione di una lattina di colore arancione acceso/giallo, mentre le minibombe degli ATACMS sono sfere della dimensione di una palla da baseball e di colore acceso) fa sì che i bambini in particolare vengano attratti da questi residuati ancora attivi. Un recente raid Nato sull'aeroporto di Nis ha sbagliato obiettivo colpendo un complesso ospedaliero e altre zone residenziali nelle vicinanze. Il 24 aprile, nei pressi di Doganovic nel Kosovo meridionale, sono rimasti uccisi cinque bambini che giocavano con ordigni colorati inesplosi e due altri sono rimasti feriti. Nel breve periodo, gli ordigni attivi rappresentano un pericolo per i civili e per i rifugiati impedendone il movimento. Nel lungo periodo bloccano l'agricoltura e la ripresa economica. L'uso diffuso di bombe a frammentazione può inoltre rappresentare un serio pericolo per le attività di forze terrestri pacifiche, comprese le forze di pace, come è avvenuto nel caso delle forze internazionali per la Guerra del Golfo nel 1991. Si stima che le bombe a frammentazione comportino una percentuale di malfunzionamenti meccanici e delle spolette pari al 5%. Per l'operazione Allied Force nella Repubblica federale di Yugoslavia, in base ai dati storici e alle sperimentazioni effettuate, è possibile indicare che per ogni singola bomba CBU-87 utilizzata, rimarranno in media dieci minibombe inesplose, mentre per le RBL755 la media degli ordigni inesplosi sarà di 5 minibombe. In caso di continuazione dell'attuale campagna di bombardamenti, è possibile che l'aeronautica statunitense faccia uso di sistemi di mine "a dispersione" CBU-89 Gator, che prevedono l'utilizzo misto di mine terrestri antiuomo e anticarro. L'uso di mine antiuomo, un'arma intrinsecamente indiscriminata, è stato bandito in base al Trattato sulla messa al bando delle mine del 1997, entrato in vigore nel marzo del 1999. Gli Stati Uniti non hanno firmato il Trattato mentre tutti gli altri stati membri della Nato, fatta eccezione per la Turchia, sono stati tra i firmatari. Human Rights Watch ha chiesto alla Nato di sospendere l'uso delle bombe a frammentazione e di evitare l'uso dei sistemi di mine CBU-89 Gator. "Anche se gli USA non hanno firmato il trattato sulle mine terrestri, sono comunque tenuti a condurre le operazioni di guerra in conformità con le leggi umanitarie internazionali," ha detto Hiltermann. In allegato troverete una sintesi di una ricerca sulle bombe a frammentazione, redatta dal consulente di Human Rights Watch, William Arkin. Il documento integrale, con le relative note, è consultabile presso il sito web di Human Rights Watch all'indirizzo http://www.hrw.org. Human Rights Watch è una organizzazione internazionale di controllo con sede a New York.Traduzione a cura di Traduttori per la pace