LE IMPLICAZIONI AMBIENTALI DELLE OSTILITA' IN YUGOSLAVIA.

Dichiarazione di Mikhail Gorbaciov

Presidente della Croce Verde Internazionale


24 aprile 1999

La Croce Verde Internazionale esprime la massima preoccupazione per la
possibilità di un disastro ambientale in conseguenza delle ostilità in
Yugoslavia. Le ingenti distruzioni arrecate a raffinerie petrolifere,
stabilimenti petrolchimici, fabbriche chimiche, di fertilizzanti,
stabilimenti farmaceutici ed altre imprese a rischio ambientale minacciano
sia la popolazione sia l' equilibrio ecologico dei Balcani.

La distruzione dello stabilimento petrolchimico di Pancevo, gli attacchi
alla zona di Grocka in prossimità del reattore nucleare di Vinca, nonché
alla zona di Baric, sede di un grosso complesso industriale per la
produzione di cloruro, dimostrano che una catastrofe ambientale
irreversibile potrebbe verificarsi in qualsiasi momento. Inoltre, da più
parti è stato denunciato l' uso da parte delle forze NATO di armi all'
uranio impoverito, ritenuto responsabile della crescente incidenza di
tumori e di difetti congeniti in Iraq.

Esistono gli elementi per affermare che l' ondata di inquinamento
trascenderà i confini yugoslavi, ed inizierà a far sentire i suoi effetti
in altri paesi europei. Potrebbe altresì aggravare le già tragiche
condizioni in cui versano i rifugiati negli stati confinanti. 

L' acuirsi dell' inquinamento atmosferico rappresenta un pericolo
immediato. L' immissione nell' aria di sostanze e particelle tossiche e
cancerogene potrebbe pregiudicare seriamente la salute di molte persone.
Alcune relazioni scientifiche attestano il diffondersi di un grave
inquinamento atmosferico in altri stati. E' altresì possibile uno
spostamento a lungo raggio di ceneri e benzopirene al di là dei confini
della Yugoslavia verso numerosi altri paesi, tra cui Ungheria, Romania,
Bulgaria, Slovacchia, Polonia, Lituania, Bielorussia, Ucraina e Moldavia.
Parimenti allarmante è da considerarsi l' elevata emissione di zolfo ed
ossido di azoto, in grado di provocare piogge acide altamente dannose per
l' agricoltura e il patrimonio boschivo della regione. 

Nel medio e lungo periodo, il grave inquinamento dell' acqua piovana
rappresenterebbe un forte pericolo. La contaminazione dei fiumi potrebber
avere conseguenze negative sulla qualità dell' acqua potabile, nonché
arrecare gravi danni all' ecosistema delle acque dolci. Non è da escludere
l' inquinamento del fiume Danubio oltre i confini yugoslavi.

Gli esperti esprimono preoccupazione anche per le eventuali conseguenze a
lungo termine del dissesto ecologico provocato dalle ostilità in
Yugoslavia. Tra le ipotesi peggiori si colloca l' inquinamento delle
risorse idriche sotterranee, di cui la regione  è ricca. Tali risorse,
collocate a diversi livelli di profondità, potrebbero farsi veicolo dell'
inquinamento da petrolio e derivati, carburante ed agenti chimici in
direzione di altri paesi. 

Considerate le ripercussioni ecologiche di vasta portata che le ostilità
attualmente in corso in Yugoslavia potrebbero avere su molti altri paesi
europei, la Croce Verde Internazionale intende allertare sia la popolazione
in generale sia le agenzie competenti a livello nazionale ed
internazionale. La comunità internazionale deve attivarsi immediatamente, a
prescindere dalle varie considerazioni politiche. Il costo già esorbitante
del degrado ambientale (non già espresso in dollari, ma soprattutto in
termini di danno alla salute dei nostri figli) non fa che accrescersi,
quando viene sottovalutato. 

La Croce Verde Internazionale si dichiara pronta a partecipare all'
organizzazione di una missione speciale in Yugoslavia per stimare le varie
implicazioni, anche umanitarie del disastro ambientale. In questa ottica,
la Croce Verde Internazionale è disposta, quale organismo indipendente, a
valutare i danni ambientali della guerra, basandosi sull' esperienza
acquisita negli studi precedenti. Tali rilevamenti potranno essere
effettuati non appena cesseranno le ostilità e le condizioni politiche lo
permetteranno.    

Contattare: Alexander Likhotal, Vicepresidente della Croce Verde
Internazionale. 

Bertrand Charrier, Dirigente CVI

(Traduzione dall' inglese di Sabrina Fusari)