Una lettera aperta a tutte le donne e gli uomini di volontà buona
che il 6 giugno vogliono affermare la pace e la dignità umana ad
Aviano
Dal profondo del cuore...
A tutte le persone che il 6 giugno intendono manifestare ad Aviano
contro la guerra, per la pace e per l'umanità, chiediamo di tenere una
condotta rigorosamente nonviolenta.
Questa manifestazione è troppo importante per correre il rischio che
qualcuno la trasformi in occasione di violenza.
Nessuno ha il diritto di mettere in pericolo l'incolumità di tutte le
persone che saranno lì; nessuno ha il diritto di distruggere con gesti
sconsiderati l'identità, la ricchezza e la credibilità del movimento
per la pace. Chi lotta per la pace deve essere limpido e coerente.
Chi emette proclami minacciosi, chi lancia diktat, chi ha
comportamenti autoritari e militareschi, chi è ambiguo sulla violenza,
chi fa o lascia fare o provoca violenza su altri esseri umani (e basta
una sassata o una randellata per uccidere una persona), non può essere
parte di un movimento per la pace che deve essere costruttore di pace
con gesti di pace.
Coloro che hanno fatto dichiarazioni ambigue, minacciose e certamente
non pacifiche (forse perché trascinati da una poco meditata retorica e
da atteggiamenti viriloidi inconsapevolmente mutuati dalla cultura
bellica), devono tornare sui loro passi e dichiarare esplicitamente
che non intendono commettere o provocare atti che possano creare
pericolo per l'incolumità delle persone che domenica saranno ad
Aviano. Non possono essere ammessi atteggiamenti ipocriti ed
irresponsabili.
A tutti gli organizzatori della manifestazione chiediamo di dire
subito una parola chiara ed inequivocabile: devono vincolare tutti i
partecipanti alla manifestazione ad attenersi ad una condotta
rigorosamente nonviolenta; questa cosa devono dirla esplicitamente,
perché fin qui esplicitamente non è stata ancora detta da tutti.
Chi scrive queste righe ha già condotto azioni dirette nonviolente ad
Aviano, azioni dirette nonviolente che hanno fermato per alcune ore il
decollo dei bombardieri; azioni concrete ed efficaci contro la guerra
che non hanno fatto del male a nessuna persona, che non hanno messo in
pericolo nessuna persona. Noi pensiamo che per contrastare realmente e
radicalmente la guerra, l'unica forma di lotta ammissibile, coerente e
rigorosa sia la lotta nonviolenta: solo con la nonviolenza ci si
contrappone coerentemente ed integralmente alla guerra; solo con la
nonviolenza si costruisce la pace e si difendono i diritti umani.
Chi invece vuol giocare al "far west", chi si inebria del gioco orrido
e infame della guerra e lo riproduce sulla propria scala, chi nelle
manifestazioni cerca l'equivalente epilettico di shock storici o
l'innesco nevrotico di estasi palingenetiche, chi vuole sovrapporre ad
un'azione di pace i propri irrigiditi rituali apotropaici, chi vuole
sfogare frustrazioni o fare vendette, chi idolatra la violenza usando
acrobatici sofismi per giustificare la propria mentre condanna
l'altrui, per cortesia, non venga ad Aviano.
A tutte le persone che il 6 giugno intendono manifestare ad Aviano
contro la guerra, per la pace e per l'umanità, dal profondo del cuore
chiediamo di tenere una condotta rigorosamente nonviolenta.
Possiamo fermare la guerra: con la nonviolenza.
Possiamo costruire la pace: con la nonviolenza.
Il Centro di ricerca per la pace di Viterbo
tel. e fax 0761/353532
Viterbo, 2 giugno 1999
"Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
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