Schedati gli insegnanti antiguerra


Fonte: il manifesto 27-05-99

PACIFISTI NEL MIRINO
I carabinieri schedano gli insegnanti antiguerra 
- RAFFAELE CROCCO - VERONA 


I carabinieri hanno telefonato scuola per scuola. Hanno chiesto, alle
segretarie un po' sorprese, chi degli insegnanti avesse aderito allo
sciopero antiguerra indetto dai Cobas lo scorso 24 maggio. I nomi sono
probabilmente finiti su una "lista nera" e consegnati a chissà chi,
archiviati come "pacifisti pericolosi". Da Legnago, cittadina del
Veronese nella bassa padana, nota per aver dato i natali ad Antonio
Salieri, è arrivato ieri il segnale inquietante di un altro giro di
vite alle libertà democratiche. Il diritto di sciopero sembra finito
nella stessa soffitta in cui il governo ha sepolto ciò che resta della
Costituzione, perché, spiega Corrado Bares, della Cgil scuola,
"l'iniziativa non è venuta dai militari legnaghesi, che conosciamo
personalmente e che sappiamo democratici. Questa è una disposizione
arrivata da Roma, dal governo. O, forse, da chi oggi sta indagando
sulla triste vicenda del terrorismo. Qualcuno sta facendo l'equazione
pacifismo uguale terrorismo e questo è pericoloso".

La notizia dell'indagine dei carabinieri era filtrata lentamente,
all'indomani dello sciopero. Qualche professore ne era stato informato
dai medesimi segretari. "Siamo voluti andare sino in fondo - continua
Bares -, perché lì per lì ci è sembrato impossibile. Invece, gli
impiegati hanno confermato tutto. L'anomalia della procedura è
evidente: per sapere chi sciopera basta leggere le statistiche del
provveditorato di zona. Il fatto che abbiano voluto indagare per vie
ufficiali è un segnale più che preoccupante. Si sono violate le leggi
sul diritto di sciopero e sulla privacy e si vuole instaurare un nuovo
clima di terrore".

Il tentativo, ora, è di capire se altrove carabinieri o polizia
abbiano compiuto la medesima investigazione. La deputata di
Rifondazione comunista Titti Valpiana, veronese, ha intenzione di
interrogare il ministro degli Interni sul tema. L'obiettivo, aggiunge
Bares "è capire cosa sta accadendo e se qualcuno ritiene che il grande
movimento pacifista e antiguerra di questi mesi sia un potenziale
serbatoio di terroristi. Se così fosse, è evidente che c'è chi vuole
mettere a tacere il dissenso".

Proprio a Verona il coordinamento contro la guerra è piuttosto vivace.
La presenza in città del Comando alleato per il Sud Europa (Ftase) è
un catalizzatore potente per il fronte antiguerra. I problemi, per
altro, non sono mancati. Il 25 aprile i pacifisti che chiedevano di
partecipare alle manifestazioni per la Resistenza sono stati
allontanati, dopo essere stati a lungo filmati da uomini della Digos.
Le provocazioni hanno portato a un piccolo corpo a corpo, che ha avuto
come conseguenza la denuncia di alcuni militanti da parte dei
carabinieri.

I fatti di Legnago non placheranno certo gli animi. "Siamo anche alla
vigilia delle elezioni - conclude Bares - e qui da noi si vota anche
per comune e provincia. Ormai il discrimine è fra chi è contro la
guerra e chi è a favore. Se tutto continua così, i prossimi non
saranno certo giorni sereni".