ROMA - "Silvia Baraldini sconterà il resto della pena per gravi delitti in un carcere italiano e non in uno degli Stati Uniti". E' ufficiale: la Baraldini torna in Italia. Una vittoria diplomatica, annunciata questa mattina dall'ambasciatore Usa in Italia Thomas Foglietta, in una conferenza a Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio Massimo D'Alema. Che ha rivolto a Bill Clinton un ringraziamento e un omaggio: "Il presidente americano aveva assunto un impegno personale per la soluzione del caso Baraldini. Senza un impegno diretto dell'amministrazione Usa e di Clinton non saremmo arrivati a questa soluzione", ha detto D'Alema, precisando poi: "Italia e Usa sono alleati e amici, ma nel rispetto della dignità, del ruolo e delle esigenze del nostro Paese".
Sui tempi dell'arrivo in Italia della Baraldini le opinioni sono discordi. Guido Calvi, senatore dei Ds e legale della donna, parla di "tempi brevissimi, una settimana, dieci giorni al massimo". E apre, con le sue dichiarazioni, un quasi incidente diplomatico con gli Stati Uniti. Parla infatti di una necessaria "riduzione della pena" e aggiunge: "La convenzione di Strasburgo non si può applicare automaticamente. Nel nostro ordinamento non è prevista una pena di 43 anni di carcere e Silvia Baraldini non può scontare una pena così lunga".
La richiesta italiana si basa sulla Convenzione di Strasburgo del 21 marzo 1983, che stabilisce il trasferimento nelle carceri del paese d'origine per le persone condannate all'estero. Una battaglia diplomatica che dura da dieci anni. Dopo la condanna nel 1984 a 43 anni di carcere per reati terroristici - Baraldini non ha mai ucciso ma ha sempre rifiutato di collaborare con la giusitizia americana - nel 1989 c'è la prima richiesta italiana e da allora sono ben cinque le istanze respinte dagli Stati Uniti, l'ultima nell'aprile dello scorso anno. La convenzione di Strasburgo definisce però anche le condizioni nelle quali può avvenire il trasferimento di un detenuto, purchè sia consenziente, e le regole da rispettare dopo il rimpatrio. Ad esempio, la pena inflitta al detenuto non può essere convertita in una sanzione amministrativa nel paese di origine, una volta avvenuto il trasferimento, e le condizioni di detenzione non possono neppure essere rese più severe.
Ma nemmeno l'Associazione Antigone per il rispetto dei diritti dei carcerati sembra d'accordo con la norma: "La detenzione in Italia di Silvia Baraldini dovrà essere sottoposta alle leggi che regolano il regime penitenziario italiano, comprese le misure alternative al carcere previste dalla Gozzini", sostiene il presidente Stefano Anastasia. "La Corte d'appello di Roma dovrà commutare la pena inflitta alla Baraldini negli Usa secondo i principi del nostro ordinamento".
Invece sembra che le cose stiano diversamente. Il ministero della Giustizia americano ha chiesto precise garanzie che la Baraldini non venga liberata dopo il trasferimento in Italia. E, come garanzia, ha escogitato un meccanismo giuridico: l'intesa prevede una sentenza di una Corte d'appello italiana che recepisca quella del tribunale americano che ha condannato Silvia Baraldini a 40 anni di carcere, con un dispositivo per cui non possa ottenere la libertà condizionale per un certo numero di anni.
Ecco la procedura. Il procuratore generale di Roma dovrà trasmettere gli atti alla Corte d'appello, che avrà bisogno di qualche giorno per esaminare la richiesta, quindi fisserà una udienza per la decisione. La richiesta del ministro della Giustizia contiene diversi allegati, tra cui le sentenze definitive delle corti americane, un memorandum sui fatti, il consenso del Dipartimento americano che acconsente al trasferimento in Italia, la dichiarazione del ministro Diliberto che accoglie le condizioni poste, e quella della Baraldini che sottoscrive l'accordo.
Silvia Baraldini dunque "sconterà l'intera pena cui è stata condannata dai tribunali americani, ma sconterà il resto di quella condanna in Italia". E' quanto afferma in un comunicato il ministero della Giustizia Usa. "La sua scarcerazione avverrà nel luglio 2008, per la prolungata buona condotta in carcere". E il Dipartimento di Giustizia afferma anche che "l'Italia ha indicato che è pronta a garantire che Baraldini sconterà i restanti nove anni di carcere, se verrà trasferita in Italia, e che assicurerà le decisioni giudiziarie ed escutive per attuare quella garanzia. Questo include l'approvazione delle condizioni e la conferma della condanna da parte di una Corte d'appello italiana. Una volta che queste approvazioni e garanzie saranno fornite dall'Italia, l'assistente procuratore generale per la Divisione criminale è pronto a raccomandare al ministro l'approvazione per il trasferimento di Baraldini".
Silvia Baraldini sarà reclusa nel carcere romano di Rebibbia, e sarà sottoposta al regime carcerario normale. L'accordo tra il governo italiano e quello statunitense prevede infatti che la Baraldini sia assoggettata allo stesso regime carcerario americano, che, per quanto riguarda i colloqui, i permessi, e comunque la sistemazione, è simile a quello italiano.
Tactical Media List - http://www.tmcrew.org/lista.htm Bill:....allora ci aiuterai, vero? Max:..sai, sara' dura, fra 3 mesi alle elezioni rischieremo di perdere, l'opinione pubblica mi sbranera'... Bill:...fra 3 mesi? ma fra 1 mese sara' finito tutto, tu sarai un eroe, l'Italia cogliera' a piene mani i frutti della ricostruzione... Max: ...che poi mangerete voi... Bill: ..ma no...insieme...controlleremo tutto il sud-est europeo:....petrolio, armi, magari tagliamo fuori qualcuno dalla mangiatoia....ti va?...magari i tedeschi ... Max:..no guarda ci costera' un sacco di soldi ...e di voti... non sono sicuro... Bill:....che ci guadagnerai?...ma certo, e in pochi mesi.... guarda, facciamo cosi',...ci metto anche la Baraldini.Contento adesso? Max:.....mmmmh....non so...ma si' dai... mi hai convinto ...Facciamo sta' guera... Bill:....Yuppie!...Aviano e' mia! la Yugoslavia anche! Let's go bombing!!!