Polli alla diossina, non solo in Belgio
Fonte: lavoro-repubblica di venerdi 11 giugno 1999
ECCO COME LA DIOSSINA ARRIVA FINO A NOI
di federico valerio -istituto tumori genova -
I POLLI alla diossina non sono una specialita' soltanto be1ga. Ne1 1997,
trecentocinquanta aziende statunitensi che allevavano pollame, sono state
costrette da1 governo federale a bloccare 1e vendite in quanto, nei loro
prodotti, era stata trovata diossina in quantita' superiore a1 livello di
attenzione pari ad un picogrammo/grammo. Anche in questo caso, come in
quello belga, si e' scoperto che Ia diossina e arrivata nei polli
attraverso i mangimi. In particolare e' risultato contaminato uno dei tanti
strani additivi con cui alimentiamo chi ci fornisce ali, petti e cosce: la
bentonite. Si tratta di un minErale poroso ehe viene aggiunto ai mangirni
per evitare che formi granuli. In questo caso si e' potuto appurare che la
diossina era presente nella cava dove i1 minerale era estratto, forse
proveniente da qualche inceneritore nelle vicinanze.
L 'anno successivo qualche cosa di simile e' successo in Francia dove
quantita'inaccettabili di diossina sono state trovate ne1 latte proveniente
dal Nord del paese. In questo caso la causa diretta dell'inquinamento e'
stata trovata: alcuni inceneritori che avevano inquinato i pascoli intorno
a loro e che sono stati subito chiusi.
Tutti questi episodi in rapida successione dovrebbero farci capire che
probabilmente non abbiamo il controllo della situazione La diossina si
forma in ogni combustione in cui e' presente anche cloro - bruciare
plastica clorurata e' l'ideale - ed e' una sostanza molto stabile: ci
vogliono decine di anni perche' scompaia dai terreni contaminati e ,
assunta attraverso il cibo , si concentra nel tessuto adiposo dove resta
per anni. Nell'incidente francese, descritto in precedenza, dall'erba su
cui si era posata dopo aver lasciato i camini degli inceneritori 1a
diossina e'passata alle mucche (in particolare ne1 loro grasso) e da qui
a1 loro latte, concentrandosi ogni volta di piu', ad ogni passaggio .
In effetti 1a progressiva concentrazione, e la caratteristica piu' subdola
e pericolosa di questa cancerogena che, grazie al mercato globale puo'
colpire anche molto lontano da1 luogo in cui Ia diossina si e'formata
D'a1tro canto, grazie ad una dissennata tecnica di alimentazione degli
animali di allevamento, che allunga in modo innaturale 1a catena alimentare
(polli alimentati con grasso animale) Ia concentrazione della diossina
aumenta, nell'ultimo anello della catena, anche migliaia di volte, rispetto
al valore iniziale. E I'uomo e'sempre 1 'ultimo anello di queste catene,
spesso artificialmente allungate. Pertanto non dovrebbe meravigliare i1
fatto che si trova molto piu' diossina nel latte umano rispetto a1 latte
vaccino. E si arriva al paradosso che, in molti casi, il latte umano non
potrebbe essere consumato in quanto i1 suo contenuto di diossina e' spesso
superiore ai valori guida ammessi per il latte di mucca.
Ad esempio la normativa francese prevede che la concentrazione di diossina
neI Iatte vaccino deve essere inferiore al picogrammo per ogni grammo di
grasso presente nel latte.In campioni di Iatte di donne residenti in
diverse aree urbane ed industriali i picogrammi trovati vanno da 20 a 2000!
Ma nel caso delI 'uomo la catena alimentare presenta un ulteriore anello,
molto fragile: i1 bambino latante.
Nel 1997 l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha
ufficialmente riconosciuto la diossina come cancerogeno umano e numerosi
studi stanno evidenziando altri possibili danni alla salute - in
particolare sono a rischio il sistema endocrino e quello immunitario)
prodotti dalla diossina, anche a dosi molto basse.
Per questi motivi Ia progressiva riduzione delle emissioni di diossina
conferma che l'incenerimento dei rifiuti continua ad essere Ia principale
fonte di emissione di diossrne (40% di tutte 1e emissioni stimate essere
avvenute ne11995).
Nonostante i miglioramenti degli impianti, Ia quantita' di diossina
prodotta da questo sistema di smaltimento dei rifruti e' tutt'altro che
trascurabile. Un moderno impianto di incenerimento dell'ultima generazione,
in un anno, emette in atmosfera circa 250 miliardi di picogrammi di
diossina mentre una quantita' cento volte superiore - quelIa trattenuta
dagli impianti di filtrazione) andra' a finire (si spera) in discariche
super controllate. Dai dati disponibili risulta che nei polli belgi a minor
tasso di contaminazione (ma comunque ampiamente fuorilegge) vi siano crrca
550.000 picogrammi di diossina. Pertanto Ia quantita' di diossina emessa
annualmente da un solo inceneritore potrebbe essere sufficiente a
contamìnare gravemente piu' di 400.000 galline. Certamente non tutta Ia
diossina prodotta da un inceneritore finisce nelle galline. Tuttavia e' i1
caso di ricordare che 1a vita media di un inceneritore e' di 20 anni e che
se verranno realizzati i progetti previsti, in Italia gli inceneritori in
funzione passeranno dagIi attuali 50 a ben 223.
Oggi, in Italia, Ia quantita' di diossina prodotta pro-capite e' di 16.8
microgrammi , gia' ora superiore alla media europea - 13.2 ug.-. In testa a
tutti guarda caso, i Belgi con ben 45.2 microgrammi di diossina pro capite,
in buona parte da attribuire alla scelta fatta neI passato da questo paese,
ovvero di incenerire il 54% dei suoi rifiuti, un altro record europeo.