Algoritmi brevettati: fermate la UE


Fonte: Punto Informatico



11/6/1999 - Roma - Il countdown è cominciato. Il 24 giugno, tra pochi
giorni, il Parlamento europeo approverà con ogni probabilità una
normativa che consentirà di brevettare algoritmi e tecniche software.
Una legge suicida, secondo gli sviluppatori italiani ed europei,
perché impedirà il libero sviluppo del software, forse vero obiettivo
della norma.

Qui non viene protetto il prodotto finale, il software che ogni autore
ha il diritto di vendere o gestire come meglio crede, qui si vuole
fare in modo che algoritmi e tecniche ampiamente utilizzate da
moltissimi sviluppatori all'interno dei propri codici possano essere
brevettati. Come a dire, per fare un parallelo più facilmente
comprensibile, che non si vuole tutelare solo il diritto d'autore su
un libro ma anche il diritto d'autore su costruzioni grammaticali o
intere frasi.

Il tutto condito dalla convinzione ufficiale che "i brevetti
ostacoleranno l'uso di tecniche ampiamente utilizzate e stimoleranno
la creazione di nuove". Un'affermazione che fa inorridire qualunque
esperto del settore. Se riportassimo la cosa in ambito musicale la
stragrande maggioranza della musica contemporanea non avrebbe mai
potuto vedere la luce.

Ora si vuole far credere ciò che non è: che non vengano sviluppati
sufficentemente nuovi progetti software e nuove applicazioni o, ancor
peggio, che nuovi codici impongono necessariamente nuovi algoritmi.

Si vuol far credere perché c'è, come sempre, qualcuno che ne guadagna:
le grandi industrie del software, infatti, potrebbero andare avanti
con accordi incrociati e superare agilmente i problemi dei brevetti
altrui. Chi ci rimetterà sono gli sviluppatori free-lance, quelli
dell'open source, quelli che lavorano in proprio, quelli che danno
fastidio perché vivono la programmazione come atto creativo e non
necessariamente come mero atto industriale...

Se questa norma passasse, e tutto fa pensare che passerà, sviluppare
un software costerà caro a chi utilizzerà tecniche note per la loro
efficienza e spesso ineludibili. Costerà caro in termini di royalty da
pagare agli "inventori brevettati" che questa norma vuole creare.
Costerà caro a chi non sarà al corrente di tutte le tecniche
brevettate, in termini di procedimenti giudiziari. Soprattutto costerà
caro alla creatività, elemento essenziale da proteggere perché è il
motore di tanta programmazione.

Inutile nascondersi, infatti, che il nocciolo di tutta la questione
sta lì, nella libertà di creare, nella libertà dell'artista di
realizzare a suo piacimento la sua composizione e in quella del
programmatore di compilare il codice secondo la propria prospettiva,
senza doverne rispondere ad alcuno.

Una inutile e pericolossima burocratizzazione e industrializzazione
della creatività, dunque, che se passa per la programmazione potrebbe
passare per qualsiasi altro ambito creativo.

Il Parlamento europeo, forse ubbidendo a pressioni lobbystiche nelle
quali preferiamo non entrare, sta per mettere il proprio bollino su
questa normativa. Per fermarlo (tutti i link in calce a questo pezzo)
si sono mobilitate associazioni italiane ed europee e un grande numero
di liberi sviluppatori che temono di perdere, d'un tratto e per
logiche industriali, la propria libertà, la propria visione.

Non si può ignorare il grido d'allarme lanciato dagli sviluppatori
italiani ed europei. Occorre mobilitarsi, ostacolare il cammino della
normativa e rivendicare la libertà di sviluppo e, cosa ancora più
importante, della creatività. Domenica, intanto... Le elezioni...

Robinson

I link della protesta, info e mobilitazione:
Sul sito di No Patents è possibile firmare l'iniziativa di protesta.
http://no-patents.prosa.it/