Comunicato stampa dalla Lega per il diritto dei popoli

Roma, 25 marzo 1999

L'intervento armato della Nato deve essere fermato

 

La Lega per i diritti dei popoli considera l'attacco delle forze Nato contro la Serbia un gravissimo - purtroppo non imprevisto - atto di guerra che viola il diritto internazionale e la Carta delle Nazioni Unite. Per sua natura l'intervento armato non è in grado di risolvere nessuno dei problemi della regione, a partire dalla violazione dei diritti della popolazione del Kosovo, anzi non fa che aggravarli.

Questo atto di guerra, che viene oggi presentato come il solo mezzo possibile per porre fine alle atrocità dopo il fallimento della mediazione diplomatica, è un esercizio di una pura ipocrisia. Gli Usa e i paesi dell'UE non si sono adoperati per prevenire il degrado dei conflitti ma hanno finito con l'esasperare i nazionalismi, rendere l'instabilità una componente essenziale dei Balcani, e tornare alla politica di grande potenza. Allo stesso tempo gli Usa, senza reazione adeguata da parte dell'UE, hanno contribuito a rendere inoperanti tutti di strumenti di risoluzione pacifica delle crisi e di mantenimento della pace, in modo particolare quelli previsti dal cap. VII della Carta dell'Onu. Le Nazioni Unite sono state espropriate del proprio ruolo dalla Nato. Dopo averla voluta, oggi si invoca l'impotenza della comunità internazionale a pretesto di un intervento della Nato.

E' necessario porre fine a questa spirale di ipocrisia e alla escalation della violenza, anche con atti concreti. Il governo italiano si deve dissociare da questa impresa, non già perché l'Italia è "in prima linea", ma perché l'attacco armato è illegale, e l'Italia deve aprire all'interno della Nato e ancor più nell'UE una inversione di tendenza. Quello che è in gioco non è solo la capacità di proposta dell'Italia alla comunità internazionale, di cui fa parte, ma anche il rispetto dei valori della propria Costituzione e della pace internazionale.