PRIMA DELLA GUERRA: DIARIO DAL KOSSOVO


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Pristina, 11 Agosto 1998


Dal 3 Agosto 1998 i volontari dell'Operazione Colomba (progetto
umanitario e di pace promosso dall'Associazione Papa Giovanni XXIII) ,
sono in Kossovo, nella citta' di Pristina, per dar vita ad una
presenza permanente di condivisione con le vittime della guerra, serbi
ed albanesi. Da oggi si unira' a noi per alcuni giorni anche Albino
Bizzotto dei Beati Costruttori di Pace.

Vivendo con la gente ci pare di capire che oltre alla popolazione
albanese, che da anni non vede riconosciuti i propri diritti
fondamentali, altre componenti della popolazione del Kosovo sono in
gravi condizioni di sfruttamento e di abbandono: ci riferiamo ai
profughi serbi provenienti dalla Croazia e spinti nel 1995 a
rifugiarsi in queste zone con un chiaro proposito di ricolonizzazione.
Sono circa 7000 persone strappate alle proprie case ed alla propria
terra e sbattute in un luogo lontano e senza prospettive. Nella sola
Pristina si contano 33 campi di profughi serbi.

Alcuni lavorano in condizioni sub umane nelle miniere di carbone al
posto della manovalanza albanese che da tempo e' stata licenziata,
altri attendono impotenti una opportunita' che forse mai arrivera',
altri ancora si muovono verso paesi esteri o verso il nord della
Federazione Jugoslava per sfuggire a guerra e poverta'.

Le storie dei profughi serbi si intrecciano a quelle dei profughi
albanesi, di cui ormai la citta' e' piena, per non parlare di coloro
che minacciati e braccati si stanno nascondendo nei boschi a ovest del
paese. La violenza colpisce come sempre le parti piu' deboli della
societa' (donne, bambini, anziani...civili). E' un dramma gia' visto e
provato migliaia di volte, ma che purtroppo si sta replicando qui in
Kosovo.

Domani proveremo ad entrare nelle zone in conflitto: l'accesso alle
zone di emergenza non e' semplice neppure per la Croce Rossa
Internazionale: non si vogliono occhi indiscreti... Siamo pero' convinti
che sia necessario tentare tutte le strade per non lasciare che le
vittime soffrano senza che nessuno si accorga del loro dramma.

I giovani di Pristina e gli studenti desiderano fuggire da questa
realta' di violenza e mancanza di liberta'; i giovani provenienti
dalle zone di conflitto cercano di avere notizie dei loro villaggi e
delle loro famiglie. Ci siamo resi disponibili, per quanto possibile,
per aiutarli nella ricerca.

Mentre il cielo e' attraversato continuamente da aerei ed elicotteri
da guerra e per strada si spara senza senso, in un crescendo di
violenza, cresce anche il desiderio di non essere lasciati soli.

Le voci della pace sono oggi deboli ma appaiono sempre piu' le uniche
portatrici di una soluzione possibile ed umana : attendono che
qualcuno rompa il muro dell'indifferenza.

L'operazione Colomba restera' in Kosovo per sosotenere chi si oppone
alla violenza e per accompagnare il cammino di questo popolo.

Giovanni Grandi, Samuele Filippini, Maddalena Truffelli, Daniele
Tramonti ( volontari dell'Operazione Colomba)