PRIMA DELLA GUERRA: DIARIO DAL KOSSOVO


<<< Torna al sommario

Pristina, 13 gennaio 1999


In KOSSOVO la situazione e' decisamente tesa; il 7/1 gli abitanti di
alcuni villaggi serbi attorno a Pristina hanno bloccato, con armi e
barricate, tutte le vie di accesso alla citta', dopo l'uccisione di un
uomo che lavorava per la societa' elettrica. La popolazione di etnia
serba non si sente al sicuro, e chiede al governo piu' garanzie di
sicurezza. Il blocco doveva servire ad attirare l'attenzione per
chiedere a Milosevic in persona di recarsi in Kossovo. Il 9/1, dopo
l'intervento della polizia e un appello del presidente Milosevic, i
blocchi sono stati tolti. Nel sud, nella zona di Suva Reka, sono stati
uccisi dall' UCK tre poliziotti serbi e ci sono stati dei
combattimenti; nella zona di Mitrovica sono stati rapiti sette soldati
serbi e l'esercito si sta schierando sul campo; sono in corso
trattative dell'OSCE per il rilascio dei soldati jugoslavi in cambio
di miltanti dell'UCK (esercito di liberazione del Kossovo) catturati
tempo fa. Anche qui a Pristina la situazione e' sempre piu' tesa...
alcuni giorni fa' e' stata lanciata una bomba contro un bar serbo di
seguito si e' scatenata una furibonda sparatoria; dopo quanto accaduto
tutti i bar chiudono molto presto e la gente si rintana terrorizzata
sempre piu' nelle proprie case. Nei giorni del Natale ortodosso (6-7
gennaio) si sono sentiti molti spari per la festa che si confondevano
fra gli altri tra cui diverse forti esplosioni. Ieri a Pristina nel
pomeriggio c'e' stata una manifestazione di protesta dei civili serbi
e ci e' stato vivamente consigliato di rimanere a casa. Sabato
scorso,a Suva Reka, un gruppo dell' organizzazione. "Medicine du
Monde" e' stato attaccato con pietre e calci da un gruppo di civili
serbi e solo attraverso strade secondarie di montagna a tarda notte
sono potuti rientrati a Pristina. Nella citta' di Urosevac la notte
tra il 9 e 10 sono stati uccisi due civili albanesi ed uno e' stato
ferito.

Per i prossimi giorni sara' decisivo l'esito della trattativa per il
rilascio degli ostaggi; il governo di Belgrado vuole il rilascio dei
prigionieri senza condizioni, e un eventuale rifiuto da parte dell'UCK
potrebbe dare il via libera all'offensiva armata. La tensione rimane
altissima anche nell'area di Suva Reka e nelle citta', dove
quotidianamente si registrano incidenti... Ieri 11 gennaio alle ore
15, a Pristina, e' stato ucciso il direttore dell'LDK (centro di
informazione albanese) da un'auto in corsa.

Le nostre intenzioni sarebbero quelle di recarsi al piu' presto nei
villaggi di Recane (diviso tra serbi e albanesi) e Samo Draze (a
maggioranza profughi albanesi) dove abbiamo vissuto fino a Natale. La
gente ci aspetta, per loro siamo una presenza importante perche'
stiamo con loro e condividiamo questi forti momenti di tensione.

Tutte le organizzazioni umanitarie presenti in Kossovo svolgono
principalmente un' azione di monitoraggio e assistenza umanitaria;
mentre il nostro specifico e' quello di essere presenti con la nostra
vita, ascoltando e condividendo la paura e la sofferenza delle
persone, aiutandoli anche nei lavori quotidiani. Inoltre la presenza
di stranieri nei villaggi pone una valenza di interposizione: l' idea
che anche dei civili possano entrare nelle guerre come protagonisti e
far sentire la propria voce di vittime, e' il messaggio di pace che si
vuole trasmettere ad entrambe le parti in conflitto ed all' opinione
pubblica internazionale.

Oggi 12 gennaio, alcuni dei nostri volontari visiteranno dei villaggi
nella zona di Suva Reka insieme al responsabile per la sicurezza delle
Nazioni Unite (UNHCR); insieme a lui si valuteranno le condizioni
generali della gente e la possibilita' per noi di tornare a vivere con
loro, il piu' presto possibile, valutando le condizioni di rischio
possibili.

Un saluto di pace

Andrea, Daniele, Eva, Fabrizio, Giacomo, Laura, Rita.