Oggi siamo finalmente arrivati qui a Recane; il viaggio da Pristina e' andato fin troppo bene e tutte le forze militari e di polizia dispiegate ieri sulla strada sembrano scomparse, ma e' sicuramente una calma apparente. Rispetto alla presenza precedente ci siamo trovati di fronte alla necessita', per vari motivi, di cambiare casa e quindi oggi appena arrivati abbiamo adempiuto a questa incombenza. Domani ci dichiareremo alla milicia di Suva Reka, che dista circa tre Km da qui. Per tutto il periodo della nostra permanenza avremo rapporti quotidiani con OSCE che si sincerera' della nostra sicurezza attraverso un "briefing" tutte le mattine alle nove. La casa dove viviamo e' stata in parte danneggiata durante l'offensiva estiva ma il terzo piano, che noi occupiamo, e' integro. Sotto di noi e' ospitata anche una famiglia di undici persone, la cui casa e' stata bruciata durante l'offensiva estiva (17 sett.'98), che si e' ora trasferita in questa abitazione al secondo piano a sua volta in parte danneggiato dall'incendio che ha distrutto quello sottostante. I padroni di casa sono due anziani che vivono presso dei vicini (?!?!?). Oggi, alle 15:30 circa, sono stati liberati dall'UCK gli otto soldati jugoslavi grazie anche alla mediazione dell'OSCE. Ieri si sono svolti i funerali, con il picchetto d'onore dell'UCK, di Enver Maljoku, direttore del Kossova Information Center (che ha la stessa sede dell'LDK) ucciso alle 16:00 del 11/01/99. Sui mandanti di questo assassinio molti sono i dubbi suffragati dal fatto che, pare, l'UCK abbia messo una taglia sulla testa di Ibrahim Rugova. La giornata e' trascorsa piuttosto intensamente; dopo l'ormai consueto "briefing" con l'OSCE ci siamo divisi in due gruppi: il primo si e' recato a Samo Draze (villaggio che dista una decina di km da Recane in parte distrutto durante l'offensiva sotto controllo UCK dove abbiamo vissuto prima di Natale), il secondo e' rimasto qui per cercare di incontrare la parte serba del villaggio. Per quanto riguarda la situazione a Samo Draze pare abbastanza tranquilla e l'OSCE sta cercando di far rientrare gli abitanti di Opteruse nelle loro case. Kadri, l'anziano del paese, ci diceva che e' un peccato che qui ci sia la guerra, non ci sarebbe stata se non ci fosse stato qualcuno che li incitasse gli uni contro gli altri e non infondesse in loro la paura. Questo uomo e' veramente pacifico: ci ha raccontato che, circa un anno fa, il capo dell'UCK, Demaci, e' entrato per parlare alla gente ma lui, avvertendo che voleva fomentare alla guerra, ha chiesto chi l'aveva invitato e, sentendosi rispondere che nessuno l'aveva fatto, l'ha invitato ad andarsene: tutto il villaggio ha applaudito. Chi e' rimasto qui si e' invece trovato di fronte alle "ragioni&sfighe" della parte serba. La signora Slobodna da sette mesi non ha notizie di due figli che sono stati rapiti sulla strada fra Dulije e Stimlje e dice di non aver ricevuto aiuto da nessun albanese del villaggio. Lei sostiene, inoltre, che ognuno dei vicini albanesi sa dove sono finiti e se sono vivi o morti. Abbiamo inoltre conosciuto Slatko, giovane miliziano serbo, che dice di essere disponibile a discutere della situazione del paese con la parte albanese. Nel lungo pomeriggio di Recane abbiamo, poi, trovato il tempo di giocare un'po' con i bambini albanesi prima di passare nella casa di Stanko che ha voluto offrirci da bere e da mangiare. Dopo aver ascoltato i titoli dei TG italiani mi rendo conto che il Kossovo e' per voi molto lontano ma qui, oggi, e' stata una giornata campale. A Prizren sono stati uccisi due albanesi ma non si sa da chi; la strada per Pristina e' chiusa nei pressi di Stimlje a causa di scontri che hanno causato circa quindici morti mentre due osservatori dell'OSCE sono stati feriti da un cecchino nei pressi di Decani (citta' situata vicino al confine con l'Albania). Riassunto delle puntate precedenti. Ieri (16/01) la giornata e' iniziata con l'invito da parte dell'OSCE di rimanere a Recane a causa dell' acuirsi della tensione. La maggiore attivita' svolta nel villaggio e' stata quella dell'animazione con i bambini albanesi e serbi rigorosamente divisi e in posti diversi. La nostra impressione e' che questi bimbi abbiano una gran voglia di giocare e di stare con noi e anche nei giochi di competizione l'obiettivo e' divertirsi e non competere e quindi stanno assieme grandi e piccoli, bambini e bambine (personalmente sono stato colpito in quanto questa cosa non era riscontrabile nelle mie precedenti esperienze di animazione in Croazia). Il pomeriggio e' poi continuato con un "piccolo incidente diplomatico" che ha coinvolto noi e un serbo del villaggio. L'episodio che ha avuto momenti di tensione alta si e' poi risolto, alla serba, al bar. Questo fatto che inizialmente sembrava aver compromesso i rapporti con la parte serba ci ha invece permesso di conoscere e di parlare con molta gente. La serata ci ha portato la notizia delle quarantacinque vittime civili albanesi ad opera della milicia serba in una vera e propria esecuzione a Recak vicino a Stimlje. Oggi l'OSCE ci ha invitato, dopo i sanguinosi fatti di ieri, a passare una notte fuori dal villaggio per precauzione, in pratica ci hanno chiesto di evacuare. Fino alle quindici, ora stabilita per la partenza verso Pristina, il pomeriggio e' trascorso assieme agli amici serbi che ci hanno mostrato la chiesa ortodossa del villaggio che pare sia antica cinque o seicento anni. Non potendo dire, su indicazione OSCE, il vero motivo della nostra partenza siamo stati costretti a mentire alla gente che ha, pero', sicuramente ha capito che ce ne andavamo a causa dell'acuirsi della situazione. Per noi e' stato difficile abbandonare la gente per l'ennesima volta, domani (18/01) avremo un incontro con John Campbell dove ribadiremo che per noi sarebbe importante essere evacuati non per emergenza ma per precauzione.