PRIMA DELLA GUERRA: DIARIO DAL KOSSOVO


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"Kossovo 19 Marzo 1999"


In questi giorni si sono riaperte le trattative a Parigi e si sta
ripresentando la medesima situazione di incertezza e di crisi di venti
giorni fa. I lunghi colloqui stanno volgendo al termine con
prospettive scoraggianti: soltanto la parte albanese ha firmato
l’accordo, mentre la parte serba continua ad essere avversa. Per di
piu’ il governo di Belgrado sta collocando ingenti forze militari sul
territorio kossovaro.

La popolazione e’ sempre piu' confusa e impotente a causa dei continui
scontri che in questo periodo si stanno moltiplicando in tutta la
regione. Nelle zone di Podujevo, Mitrovica, Prizren, Kacanic, Klina e
Decani gli scontri continuano a provocare morti, feriti, e massicci
spostamenti della popolazione civile da un villaggio all’altro.

In particolare la parte albanese, esasperata dal perpetuarsi di tale
situazione, invoca al piu' presto un intervento NATO e chiede di non
essere abbandonata dalle organizzazioni internazionali.

Se la Nato bombardasse la violenza esploderebbe vertiginosamente anche
tra la popolazione civile. La situazione nei villaggi infatti
risulterebbe invivibile poiche' i Serbi del luogo anch’essi impauriti,
armati ed infarciti di propaganda si rivolterebbero contro gli
albanesi anche nei luoghi dove fino ad ora c’e' stata una relativa
convivenza.

Ancora una volta dobbiamo constatare che non e’ in questo modo che si
raggiunge un accordo di pace.

Se da una parte e' reale l’intransigenza serba a qualsiasi tipo di
risultato nelle trattative, dall’altra c’e' ancora un aspetto da
tenere presente: la Comunita' Internazionale sembra piu' interessata a
imporre la propria forza e i propri interessi strategici piuttosto che
a trovare una soluzione soddisfacente che tenga conto della gente che
vive questa guerra.

Gli sforzi della Comunita' Internazionale per risolvere la crisi del
Kossovo si scontrano con piani politici ben piu' alti; se la NATO
entra nella regione e’ chiaro che non se ne andra' piu', cosi' come
nel resto dei Balcani.

Sarebbe stato forse piu' facile trovare un accordo accettabile da
tutte e due le parti se si fosse dato piu' spazio all’ONU ed ai suoi
principi, con uno spiegamento sul territorio di Caschi Blu, Polizia
Internazionale e Osservatori dei Diritti Umani, oltre che ad una
massiccia presenza delle diverse espressioni della societa' civile per
una reale costruzione della pace.

Il ricorso alla NATO dimostra la totale ipocrisia della Comunita'
Internazionale, che ora ricorre allo strumento armato dopo anni di
indifferenza rispetto alla lotta nonviolenta del popolo del Kossovo.
Alla fine verranno colpiti ancora una volta i civili e non chi in
questa guerra si arricchisce di giorno in giorno in traffici di
uomini, droga e armi.....Purtroppo ancora una volta la sofferenza della
gente che aspetta e chiede una risposta sembra non trovare spazio nel
processo di pace di cui dovrebbe esserne protagonista.

Le organizzazioni internazionali stanno riducendo il personale e 8
volontari della Operazione Colomba, fra cui 5 Caschi Bianchi –
Obiettori di Coscienza, in procinto di partire, sono stati fermati su
indicazione della Ambasciata Italiana in Yugoslavia.

I volontari della Operazione Colomba (al momento sono 8, compreso un
Obiettore di Coscienza) continuano ad essere presenti nel territorio e
continuano a collaborare con l’ONU e l’OSCE nelle attivita' tese a
fermare il conflitto.

Perche' un intervento armato della NATO deve avere come conseguenza
l’annullamento delle attivita' degli interventi non-armati nel
territorio del Kossovo, quando sono gli unici che al momento hanno
raggiunto qualche risultato, se non altro alleviando le sofferenze
della popolazione civile ed impedendo massacri indiscriminati
all’oscuro di tutti?

L’inefficacia della diplomazia ufficiale basata sulle minacce armate e
sui bombardamenti e' sotto gli occhi di tutti. La pace non si crea
bombardando, la pace si crea partendo dalla vita delle persone
coinvolte nei conflitti al di la' di ogni interesse strategico. Si
ripropone la contraddizione irrisolta per cui i bombardamenti sono
anche bombardamenti contro la convivenza, gli ideali dell’ONU e la
possibilita' di mediazione della societa' civile.