PRIMA DELLA GUERRA: DIARIO DAL KOSSOVO


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Recane e Suvareka, 25 gennaio 1999


Nelle giornate di ieri e di oggi abbiamo cercato di capire meglio se
e' possibile il rientro della gente a Opterusa tramite un intervento
dell'OSCE. Ieri 22/01 ci siamo recati a Oraovac per contattare
direttamente i verificatori OSCE di quella zona sotto i quali ricade
il villaggio interessato dall'eventuale rientro dei profughi. Dopo
aver conosciuto i tre verificatori che tutti i giorni pattugliano il
villaggio e aver appreso che questo progetto e' piu' terra terra di
quello che credevamo ci siamo dati appuntamento per questa mattina a
Opterusa. L'UCK presidia massicciamente il paese che e' stato ridotto,
durante l'offensiva estiva, ad un cumulo di macerie ed e' abitato
attualmente solo da un civile. Tramite l'OSCE abbiamo parlato con il
capo militare e con alcuni civili che sono arrivati da villaggi vicini
dove sono profughi. Il tentativo di far rientrare le persone nelle
loro case deriva anche dalla possibilita' da parte delle
organizzazioni umanitarie di dare aiuti nella zona condizionati solo
al rientro. I problemi sono molti innanzi tutto i civili hanno paura
degli abitanti serbi del villaggio vicino, Zociste, e della milicia
che lo presidia; l'UCK non intende lasciare le postazioni di
conseguenza un rientro di civili potrebbe trovarsi in mezzo a due
fuochi e per ultimo l'OSCE non riesce a garantire la sicurezza di
nessuno. Una nostra presenza in funzione di accompagnare il rientro
della gente nelle loro case potrebbe essere una buona idea a
condizione che questa sia acettata dagli stessi abitanti e che l'UCK
lasci le posizioni. Dopo la "perlustrazione" a Opterusa ci siamo
recati nel villaggio vicino di Zociste presidiato dalla milicia e dove
i verificatori OSCE sono stati minacciati dagli abitanti serbi. La
nostra visita si e' limitata alla conoscenza dei monaci ortodossi del
locale convento che ci hanno parlato della perdita dei valori del
popolo serbo a causa del passato regime comunista; dalla posizione
sostanzialmente nazionalista dei monaci si leggeva anche una velata
critica all'attuale regime che guida il paese. Questo pomeriggio c'e'
stato uno scambio di "prigionieri" tra UCK e milicia: sono stati
liberati i tre civili serbi rapiti due giorni fa e nove membri
dell'UCK catturati qualche tempo fa. Piccola nota tragicomica: i sette
soldati jugoslavi catturati dell'UCK qualche tempo fa e in seguito
liberati si erano persi a causa della nebbia e sono entrati per errore
nella zona sotto controllo delle forze albanesi.