Lettera alla Federazione nazionale dei Verdi


Le analisi dei risultati elettorali fatte dal gruppo dirigente verde mi
lasciano più attonito dei risultati stessi. Il gruppo dirigente, quasi
al completo, non ritiene che la posizione sulla guerra in Kosovo (un
colpo alla botte e uno al cerchio purché sempre e comunque nella corte
di D'Alema) abbia contribuito a determinare la sconfitta elettorale.
Anzi, per Pieroni "ai Verdi è mancato coraggio" (chissà forse bisognava
battersi strenuamente per l'intervento di terra?) e secondo Turroni è
stato "politicamente ed eticamente sbagliato inseguire un pacifismo
incapace di misurarsi con la drammaticità delle stragi e della pulizia
etnica". Le prove? Il successo dei verdi francesi e il
ridimensionamento del partito di Bertinotti.
Suggerisco maggiore profondità di analisi. In Francia il successo dei
verdi si stempera in quello generale della sinistra, che è anzitutto
frutto della crisi della destra; il pragmatismo di Cohn-Bendit (i buoni
da una parte, i cattivi dall'altra; che i buoni ammazzino tutti i
cattivi) lascerà il tempo che ha trovato quando sapremo tutti i
misfatti accaduti a Rambouillet e conosceremo i nomi dei sabotatori
degli accordi. In quanto a RC, non credo che le vicissitudini di una
partito che non ha ancora abiurato le pratiche del "socialismo reale" e
il cui leader trova condivisibili argomenti degli assassini di
D'Antona, possano ritenersi metri di paragone per i Verdi.
Buona parte del potenziale elettorato verde ha capito che il governo
italiano, e quindi anche i Verdi, non è stato capace di prevenire
l'esplosione dell'odio etnico nel Kosovo; non ha saputo agire
diplomaticamente in modo costruttivo nell'immediata vigilia
dell'intervento armato, ed anzi si è reso complice del complotto
internazionale che lo ha scatenato, giustificandolo poi come giusto e
inevitabile.
L'elettorato verde è molto più maturo di quanto non ritenga il gruppo
dirigente. E buona parte di questo elettorato domenica non ha votato. 
Secondo la Rocchi (ed altri ancora) dovremmo occuparci solo di ambiente
e di null'altro; auguriamoci di non essere al cospetto di una svolta
verso un integralismo fanatico ambientalista. E ricordiamoci che
l'ecologia è figlia della ricerca attiva della pace, perseguita
riducendo le spese belliche (che sono invece aumentate negli anni in
cui i Verdi hanno governato) e realizzando relazioni economiche
internazionali non solo ispirate alle logiche di mercato (l'Italia è
stato il principale partner commerciale della Serbia sino alla vigilia
del conflitto della Nato; attualmente ha relazioni
economico-finanziarie  e vende armi a stati che violano
sistematicamente diritti umani e aggrediscono paesi confinanti).

Marco Delle Rose
tesoriere dei Verdi di Lecce