con mio fratello leggo su Internet le sue lettere


Caro professor Vidanovic,

con mio fratello leggo su Internet le sue lettere e non ci sono parole
per esprimere l'angoscia che proviamo per ciò che
state soffrendo ; è un mondo impazzito che non si sa come potrà
tornare alla ragione. Le racconto una storia che sto vivendo:
io sono un' insegnante di scuola elementare e i miei alunni hanno 9/10
anni,  in classe ci sono bambini di nazioni e religioni diverse,
stiamo bene insieme, tutti. Abbiamo sempre parlato di pace, anzi  ci
sono sempre stati progetti di Educazione alla Pace ma ora...Il 25
marzo i bimbi sono arrivati a scuola sconvolti.Cos'era questa nuova
guerra così vicina? Cos'era il Kosovo, la Serbia, la Nato? Le domande
erano incalzanti, i giorni successivi ancora di più. Per farla breve
con la mia collega di classe e i colleghi di un'altra classe abbiamo
appeso delle lenzuola fuori dalle finestre della scuola con delle
frasi scritte dai bambini che dicevano: Niente guerre-La guerra è un
gioco di potenza che distrugge la vita- Fermatevi- Chi pratica la
guerra non potrà vincere mai Per 10 giorni nessuno ha protestato, poi
un fax anonimo inviato alla Direzione accusava noi insegnanti di
parlare di guerra al posto di insegnare la grammatica, ci è stato
ordinato di togliere le nostre lenzuola ed è stato chiamato
l'ispettore scolastico per gravi motivi a nostro carico, dopo varie
vicissitudini il Collegio Docenti ha scritto una mozione dove ci
accusavano di aver strumentalizzato i bambini politicamente con
lezioncine manichee, ci hanno" accusato" di essere di "sinistra" e ci
hanno detto e scritto che davanti a questa guerra l'unica cosa che
avremmo dovuto fare era STARE IN SILENZIO!   Mi chiedo come si possa
stare in silenzio davanti ad una guerra, come si possa riuscire ad
unire l'aggettivo UMANITARIA al nome GUERRA!  Tra le accuse a mio
carico , dimenticavo, c'è anche quella di avere in classe un
cartellone con scritto"L'Italia ripudia la guerra" come è scritto
nella nostra Costituzione.  Alla fine l'Ispettore scolastico ha dato
ragione a noi, ma le assicuro che entrare a scuola ogni mattina e
incrociare lo sguardo dei colleghi è veramente pesante e molto triste
per me. Abbiamo anche scritto al Ministro della Pubblica Istruzione
chiedendogli come mai non fosse arrivata nessuna indicazione da lui
per trattare questo argomento. Non abbiamo avuto risposta.
So però che in altre scuole questo non è successo anzi hanno trattato
l'argomento ed espresso le loro opinioni senza problemi e
questo è incoraggiante.
Spero davvero che questa guerra finisca presto e che voi troviate la
forza per resistere in questi momenti terribili.
Un abbraccio grandissimo a lei ed alla sua famiglia da parte mia e di
mio fratello Claudio ed una carezza al gattino ed alla sua mamma . Un
abbraccio a voi e carezze ai gattini anche dalla mia amica Laura( che
vive con 5 gatti.)

Con affetto

Elena e Claudio