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Stanotte è stata una notte terribile



20 aprile (1:29)

Stanotte è stata una notte terribile per la mia città. Alle 11 circa
si sono sentite alcune esplosioni violente e i vetri delle mie finestre
hanno cominciato a tremare. Il mio gatto è scappato, a rifugiarsi in un
angolo. Sono andato alla finestra per vedere che cosa stesse succedendo, anche
se lo sapevo già- la NATO era venuta a farci una visitina. Subito dopo ho
sentito gli aerei che volavano sopra la città e un' altra esplosione (poi
ho saputo: bombardavano la zona industriale di Nis, cioè le fabbriche e
l' aeroporto). Il cielo si è come incendiato e la contraerea ha
cominciato a rispondere. Mia figlia e mia moglie, fortunatamente, erano abbastanza
calme e controllate, quindi siamo andati tutti alla finestra per vedere
meglio. Sembrava che un aereo fosse stato colpito, ma forse era solo uno dei
missili che aveva sganciato. Si sono sentite diverse esplosioni, alcune
smorzate, alcune molto forti, abbastanza vicine al nostro condominio. L'
edificio tremava tutto (noi abitiamo al quarto piano). 

Questa parata di aerei volava abbastanza basso e la contraerea ha
continuato a rispondere per un bel po', forse anche una mezz' ora. Il cane dei
vicini ha abbaiato per tutto il tempo, poi abbiamo aperto la finestra e si
sentiva il pianto dei bambini che venivano portati ai rifugi, con le madri che
cercavano di consolarli...

Nessuno della mia famiglia va ai rifugi perché ci viene la
claustrofobia. Ho cercato di andarci per un paio di giorni e ci ho anche passato un paio
di notti, ma poi ho deciso di smettere: c'è troppa gente, e ho il timore
latente di rimanere murato vivo là dentro...

Una delle TV locali (ci sono otto emittenti locali indipendenti a Nis) ci
ha appena informati che molte fabbriche sono state colpite... E' l' 1:30
adesso, ma chi ha voglia di dormire?


20 aprile (12:56)

Il risultato finale dei bombardamenti di stanotte: un morto, 15 feriti.
Tutti civili, naturalmente. Diverse strade in prossimità della fabbrica di
sigarette sono state rase al suolo, sono rimaste solo le macerie. La
fabbrica di sigarette di Nis è stata colpita tante di quelle volte che adesso
non c'è più. Trentacinquemila operai sono rimasti disoccupati, adesso,
il che significa che 100.000 persone resteranno senza una lira. 

Ho appena ricevuto un e-mail da Noam Chomsky, potresti citarlo nel
messaggio per Peacelink ? E' inquietante, l' amministrazione americana finalmente
ha dichiarato i suoi obiettivi: hanno detto che si concentreranno sull'
economia, e naturalmente, tu sai bene che significa. ADESSO è il momento di
AIUTARCI , o la Serbia smetterà di esistere in men che non si dica !!! Ti
prego, dillo a tutti !!


L' e-mail di Chomsky:

Egregio prof. Vidanovic, 

mi scuso per il ritardo nel risponderLe, ma sono stato letteralmente
sommerso di quesiti relativi ai Balcani, dunque non sono riuscito a smaltire
questo fiume di e-mail senza restare indietro. 

Per quanto riguarda l' uranio impoverito, userei una certa cautela.
Infatti, non ci sono "prove scientifiche consistenti" riguardanti i suoi effetti
in Iraq. Esistono alcune correlazioni epidemiologiche, ma sono difficili da
verificare, anche perché c' è un' infinità di fattori complicanti.
Potrebbe emergere che si tratta di un problema serio, ma per quanto è a
mia conoscenza, non esistono prove accessibili che siano significative, in
proposito. Le cose vanno già abbastanza male se ci atteniamo alle
informazioni verificabili- basti pensare all' annuncio odierno secondo cui l'
"economia" sarebbe l' obiettivo principale degli attacchi. E' facile comprendere
che cosa possa significare. 

___________

Mi è appena arrivato un altro messaggio di un amico inglese, David A.
Hil, che vive a Budapest. 

Caro Djordje, 

capisco che le scuse non bastano, ma non so davvero che cos' altro dirti.
Ho appena visto le immagini di Nis in fiamme al telegiornale delle 7:30 su
Euronews. Certo che distruggere una fabbrica di sigarette porterà senz'
altro ad un crollo immediato del regime di Milosevic !

Un' altra piccineria di arguto sarcasmo: la NATO dice che non può
chiudere i porti del Montenegro, benché esportino tuttora il petrolio in
Yugoslavia, perché costituirebbe un atto di guerra, che richiederebbe una
risoluzione delle Nazioni Unite, mentre questa non è una guerra...
Sono desolato per quello che i miei connazionali vi stanno facendo. 
Con affetto, 
David.