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"Non ti curar di loro, ma guarda, e passa"


Venerdì 21 maggio 1999
(ore 12:54)

Carissima Sabrina, 

grazie. Sì, la frase di Dante, "Non ti curar di loro, ma guarda, e passa",
può essere un modo per reagire alle bestialità. Ma è molto difficile. Yeats
diceva che i peggiori sono animati da intense passioni, e se osservi ciò
che sta facendo la NATO, te ne accorgerai... una determinazione così
intensa, mai messa in dubbio, scevra di ogni riflessione. Nessun conflitto
interiore. Quelli devono essere dei marziani.

Quanto a Dante, l'ho letto un po' nel mio primo anno di università, per
conto mio. Ho una conoscenza limitata della Divina Commedia, ma sono bene
al corrente della sua importanza e del posto d'onore che occupa nella
cultura europea. "Non ti curar di loro, ma guarda, e passa" è, come ho
detto, una maniera per reagire di fronte al problema, ma per metterla in
pratica, ci vuole molta pazienza, buona volontà, saggezza ed una bontà
infinita... E le nostre vite sono messe a repentaglio in ogni singolo
istante. Prendi oggi, per esempio: l'allarme aereo è cessato alle 5 del
mattino, è ripreso alle 11 ed è cessato di nuovo alle 11:30, per poi
tornare circa venti minuti fa (all'una meno dieci, in pieno giorno...). Con
uno spiegamento d'armi impressionante, dalle bombe a grappolo, alle bombe
termiche (che raggiungono 2000 gradi Celsius. Una ha ucciso gli albanesi di
Korisa), alle swine bombs (dei mostri di 2,7 tonnellate) ecc.. ci
terrorizzano e ci uccidono all'infinito. A che scopo?

Comunque, la teoria politica ed epistemica che preferisco è quella secondo
cui, per avere davvero un punto di vista, bisogna trascenderlo. Solo
trascendendo il proprio punto di vista, si può arrivare a vedere veramente
chi siamo, che cosa rappresentiamo. Sono fermamente convinto che nessuno,
nè tra i comandanti della NATO, né tra le eminenze grigie dietro di loro,
abbia mai trasceso il suo punto di vista. Peccato. Dovrebbero lavorarci
sopra. 

Con tanto affetto, cari amici, 
Djordje