Domenica 30 maggio 1999 (6:41 a.m.) Cara Sabrina, sono appena tornato dalla stazione degli autobus, dove Snezana ed io abbiamo visto Asha partire per Subotica (a due chilometri dal confine ungherese). Passerà la notte là, presso una famiglia ungherese, gente simpatica, conoscenti di Snezana. Preghiamo che ci arrivi sana e salva. Una volta là, dovrebbe poter continuare il viaggio senza problemi. Dovrebbe arrivare (con l'aiuto di Dio) verso le 2 del pomeriggio. Alla stazione, Snezana ha pianto. Io, che sono un papà forte, no. Ma appena l'autobus è partito, ho iniziato a piangere anch'io. Snezana ed io abbiamo pianto tanto, una volta tornati al nostro piccolo rifugio claustrofobico--- il nostro appartamento. Là, nell'entrata, proprio accanto al telefono, c'era un cuscino su cui Asha sedeva ieri notte, durante l'ennesimo attacco furibondo dei bombardieri della NATO... Hanno continuato ad aggredirci come animali feroci. E gli attacchi sono durati, con brevi interruzioni, per circa un'ora... E' stato un altro incubo, e continuavo a ripetere a me stesso: "E' per questo che mia figlia se ne deve andare." Le anziane signore di casa sono ancora a letto, ma credo siano già sveglie. Snezana ed io non potremo andare a letto finché non sapremo che Alexandra sarà arrivata a Subotica. Da quando gli aerei se ne sono andati, saranno state le 3 del mattino, siamo riusciti a dormire forse un'ora, non di più. Con tanto affetto, carissimi amici. Avervi significa veramente tanto, Djordje