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PIATTAFORMA "PACE E DEMOCRAZIA"

sottoscritta da 224 sindaci e rappresentanti della società' civile provenienti da diciannove province turche a popolazione kurda, presentata dal vicepresidente dell'Associazione turca per i diritti umani, Osman Baydemir, e dal sindaco di Diyarbakir Yenisehir, Ahmet Remzi Azizoglu, il 14 settembre 1999 in un'affollata conferenza di oltre mille persone presso la Municipalità di Diyarbakir

  1. Intendiamo portare avanti lo sforzo di costruzione di un'atmosfera pacifica e democratica, escludendo l'uso della violenza e affermando modalità nuove di discussione, dialogo e comprensione nella soluzione dei problemi intercomunitari, evitando ogni presa di posizione e valutazione che possa indurre alla violenza.

  2. Vanno rimossi gli ostacoli a un'aperta discussione della questione kurda e ogni limitazione alla libertà di pensiero, opinione, espressione e organizzazione.

  3. Deve essere eliminato il sistema dello Stato di emergenza e delle milizie denominate "guardie di villaggio", alla luce dei suoi esiti in termini di doppio standard del diritto, e della devastazione prodotta nel modo di vivere, nella dignità e psicologia collettiva.

  4. Deve essere garantito il ritorno dei profughi nei villaggi in condizioni di sicurezza, insieme al risarcimento dei danni subiti e alla rimessa in produzione delle attività produttive abbandonate e dei campi e pascoli distrutti.

  5. Consideriamo indispensabile un'amnistia generale senza discriminazioni: senza un'amnistia comprensiva dei reati di opinione e politici è impossibile una pacificazione sociale.

  6. Deve essere abrogata la pena capitale, attraverso la ratifica da parte della Turchia del Protocollo aggiuntivo numero 6 della Convenzione europea sui diritti umani, e l'abrogazione dei 41 passaggi contenuti in quattro testi legislativi che prevedono la pena di morte.

  7. Sosteniamo le proposte avanzate dal Primo presidente della Corte d'appello, dottor Sami Selcuk, per una revisione costituzionale: va elaborato un nuovo testo costituzionale democratico, coerente con il diritto sovranazionale in materia di tutela delle minoranze e di convivenza delle diverse culture e identità collettive.