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Le istituzioni ascoltano!

Di Elisabetta Proietti



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"Dobbiamo pensare che questi appelli lanciati dall'Assemblea dei Popoli stanno riecheggiando anche là, nei governi".

Oltre che speranza e ragione profonda di ogni impegno per la pace e la giustizia, queste sono le parole della sen. Patrizia Toia, sottosegretario del Ministro agli Affari Esteri, intervenuta alla prima giornata dei lavori dell'Assemblea.

Ponendo l'accento sull'esigenza di una legalità e di una democrazia sovranazionali, la senatrice ha ribadito quanto è efficace l'impegno della società civile.

A questo proposito ha ricordato la campagna contro le mine anti-uomo, alla quale è stato riconosciuto il Nobel per la pace: "E' cominciato tutto dalla mobilitazione della società civile e si è arrivati ad un trattato".

Indispensabile il ruolo delle ong, delle associazioni, degli enti locali: utili a correggere i comportamenti dei governi e delle istituzioni, suggeriscono i problemi e spronano le delegazioni ufficiali. "Ci state dando una forte spinta. Non ci sono istituzioni indispettite per questa presenza. Abbiamo posizioni che s'interrogano reciprocamente". Parola di sottosegretario.

"Se i fatti ci hanno portato a debellare alcune regole, comunque delle regole vanno date. Il sistema dei diritti umani non è un sistema di buone intenzioni e idealità un po' utopiche. È un sistema di norme, e di spazi concreti". Che devono essere basati su due consapevolezze fondamentali: l'universalità, che è capacità di accogliere e dialogare con le diversità, e l'interdipendenza dei problemi e dei diritti.

Tutela dei diritti e globalizzazione

"Nell'era della globalizzazione - ha detto il Presidente della Camera dei Deputati Luciano Violante - c'è maggiore violenza rispetto al periodo della guerra fredda: allora degli equilibri esistevano, per quanto oppressivi e basati sul terrore".

Più violenza a cominciare da quella, feroce, dell'economia, madre di tutte le altre.

Ma come si pone la difesa dei diritti umani nel mondo globalizzato? Come rendiamo globali i valori dell'uomo e della pace?

La proposta di Violante è che, accanto ai diritti dell'uomo, siano siglati anche i Doveri Universali degli Stati, in quanto proprio gli stati infliggono oggi le più grandi violenze. "Pochi punti, ma fondamentali". "Altrimenti, l'interventismo è sbagliato, si rischiano atteggiamenti arbitrari: non si capisce perché si debba intervenire in un posto, magari dove si hanno precisi interessi, e non in un altro".

Se non s'impone una nuova lettura degli interessi internazionali, la globalizzazione rischia di essere un alibi, un'ulteriore questione da gestire per le mani di pochi.

"L'interesse nazionale è stato il padre di tutte le guerre" ha proseguito Violante. "Oggi occorre cambiare ottica: non esiste l'interesse nazionale di un solo stato. Occorre sviluppare relazioni tra stati, affinché gli interessi siano collettivi".